Adalberto Abbate
Rosario Antoci
Alfonso Bonavita
Corrado Bonomi
Paolo Cassara'
Gianni Cella
Marco Cornini
Ursula Engelke
Paolo Schmidlin
Maria Luisa Tadei
Maurizio Sciaccaluga
Dopo qualche decennio dalla transavanguardia, e' importante che l'arte faccia ritorno ai propri limiti, nei propri limiti. La mostra vuole tornare alla costruzione; per questa ragione riunisce autori che cercano e costruiscono immagini, che le lasciano parlare, che non le soffocano con quelle teorie che, in realta', servono solo a nascondere il vuoto del pensiero. A cura di Maurizio Sciaccaluga
Ancora una volta, dopo qualche decennio dalla transavanguardia, è importante
che l'arte faccia ritorno ai propri limiti, nei propri limiti. Che non sono,
semplicisticamente, quelli del quadro e della tecnica a olio, oppure della
plastica tridimensionale e del marmo. Sculturama vuole proprio tornare alla
costruzione. Per questa ragione riunisce autori che cercano e costruiscono
immagini, che le lasciano parlare, che non le soffocano con quelle teorie che,
in realtà , servono solo a nascondere il vuoto del pensiero e fa ritorno nei
limiti dell’arte. Adalberto Abbate punta tutto sull’ironia e sulla risata
disincantata, usate come metro per svelare e smascherare le assurdità della
vita. Costruisce microuniversi popolati d’uomini, piante e animali, del tutto
simili al mondo reale salvo che nel senso (mancante) dell’etica e della
giustizia. Qui, nelle opere dell’artista palermitano, i farabutti, i furbi e i
violenti la fanno sempre franca, e sono i veri eroi della rappresentazione.
Appassionato alle produzioni di Moore, Viani, Arp e Cragg, Rosario Antoci
relaziona la ricerca storica sulla forma plastica, sulla morbidezza della linea
e della materia all'immaginario fantascientifico, alla creatività della
letteratura, del cinema e del fumetto. L'opera di Alfonso Bonavita è un curioso
e delicato mix di tradizione e contemporaneità , di rigore compositivo classico
ed eccentrica creatività mass-mediologica. L'impianto figurativo tradizionale di
molte opere è messo in crisi da singolari inquadrature che omaggiano la
cinematografia d'avanguardia. I giochi di parole e i calambour sono alla base
del discorso di Corrado Bonomi. Adoperando il pennello e gli strumenti da
artista Bonomi si trova a seguire le indicazioni di fantasia fertile ed
eccentrica, grazie alla quale i colori ad olio, possono sovrapporre
l’immaginazione alla realtà . Ed una volta entrati nel mondo dell’artista ci
sembrerà più naturale incontrare fiori in canna di gomma, sardine di latta,
quadri tridimensionali dell’Arcimboldo o lo stupido gatto dei vicini che non gli
oggetti del nostro solito mondo spesso straordinariamente privo di colore.
Per le sue sculture Paolo Cassarà prende spunto dalle stangone della pubblicità ,
dalle modelle targate Golden Lady, svestite Armani, supercarrozzate per le
sfilate. L’artista coniuga l'iconografia femminile degli spot alla sensualitÃ
caricaturale dell'universo fumettistico, e realizza un'ideale di donna oggetto
che oramai non può essere altro che testimonial di se stessa, della sua
eccessiva appariscenza. I bassorilievi prodotti ultimamente riprendono una
tecnica e delle forme usatissime nell’antichità e pressocché dimenticate in
tempi recenti.
Gianni Cella traduce in opere questa classificomania dei tempi
recenti, mettendone in risalto la futilità e inattendibilità . Le sue graduatorie
sono tra le pochissime che, per ora, non hanno trovato spazio in tivù, sui
giornali o in internet. Sono quelle che i media ancora ci risparmiano: al posto
delle veline più spogliate dei calendari ci sono i fratelli più stupidi del
mondo, in sostituzione dei dieci divi più richiesti di Hollywood compaiono i tre
ragazzi più buoni dell'universo, invece che la Falchi, la Ferilli e la Marini si
vedono i palloni più gonfiati del Belpaese. Le donne di Marco Cornini, disegnate
con diversi tipi di terracotta, impastata a ossidi o bagnata con acqua e ruggine
in modo che finisca coll'assumere tonalità differenti, hanno sguardi cinici e
alteri alla Bette Davis, corpi mozzafiato poco coperti da abitini succinti,
minigonne e sandali dal tacco altissimo. Sono tanto sicure della propria
avvenenza da sembrare arroganti. Descrivono la donna decisa e disinibita dei
nostri giorni: affascinante sul lavoro e dura nell’intimità .
Le sculture di Ursula Engelke raccontano il mistero perverso della vita
quotidiana, l’imperfezione della normalità , l’inquietudine della consuetudine.
Nelle sue opere l’artista ritrae scene di vita familiare apparentemente
rilassate, dove però qualcosa stona. Non si tratta di un particolare, ma di un
atteggiamento, uno sguardo, un comportamento. Sembra che un terribile segreto
aleggi sempre sui commoventi ritratti di famiglia messi in scena dalla Engelke.
Travestiti, pervertiti, freak, ragazzine cresciute troppo in fretta, anziani che
non hanno saputo accettare le conseguenze dell’invecchiamento. Le figure
scolpite nella terracotta da Paolo Schmidlin rappresentano un inquietante
campione dell’umanità di oggi, di quel mondo troppo veloce che non s’accorge di
mietere sempre più vittime a causa del suo procedere vorticoso. Virata in blu e
in azzurro, la serie di opere Oculus dei, è il ritratto di un occhio. Più
precisamente, dell'occhio dell'autrice, la giovane artista romagnola Maria Luisa
Tadei. Il vetro è scelto dall'artefice per le sue caratteristiche di rifrazione,
di brillantezza, di luminosità , capaci di infondere al lavoro quel soffio di
vita necessario a far sembrare l'iride e la pupilla animate, vive, attente.
Artisti:
Adalberto Abbate, Rosario Antoci, Alfonso Bonavita, Corrado Bonomi, Paolo Cassarà , Gianni Cella, Marco Cornini, Ursula Engelke, Paolo Schmidlin, Maria Luisa Tadei
Curatore Maurizio Sciaccaluga
Inaugurazione giovedì 4 luglio ’02 - ore 21.00
Orari dal martedì al sabato 10.00/12.30-16.00/19.30 e su appuntamento
Galleria Annovi arte contemporanea, Via radici in piano 123, Sassuolo Modena