Galleria Franco Soffiantino
Torino
via Rossini, 23
011 837743 FAX 011 8134490
WEB
Andrea Nacciarriti
dal 19/5/2010 al 16/7/2010
mart-sab 11-19, il 10 giugno fino alle 24

Segnalato da

Franco Soffiantino



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Andrea Nacciarriti



 
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19/5/2010

Andrea Nacciarriti

Galleria Franco Soffiantino, Torino

Il rapporto tra artista e gallerista, tra la realta' della galleria in quanto spazio convenzionalmente deputato all'arte e il gesto dell'artista sono il punto di partenza di 'Crystallize'. Un rapporto che e' anche scontro e che intende porre in evidenza i limiti e i vincoli entro i quali e' relegata sempre e comunque la creazione artistica. Il tutto si traduce in un intervento dal tono violento e distruttivo, che fisicamente tenta di abbattere tali barriere.


comunicato stampa

Il rapporto tra artista e gallerista, tra la realtà della galleria in quanto spazio convenzionalmente deputato all’arte e il gesto dell’artista sono il punto di partenza di Crystallize. Un rapporto che diventa allo stesso tempo scontro e che intende porre in evidenza i limiti e i vincoli entro i quali è relegata sempre e comunque la creazione artistica; momento di intima espressione che, a denuncia dell’artista, è in costante lotta contro i condizionamenti di natura curatoriale, organizzativa e tecnica presenti all’interno dei meccanismi del mondo dell’arte.

Se allora la cristallizzazione è in fisica una transizione di fase della materia, da liquido a solido, nel quale i composti disciolti in un solvente solidificano, disponendosi secondo strutture cristalline ordinate e nella quale si può quindi parlare di una trasformazione che implica la diminuzione di entropia, allo stesso modo la mostra di Andrea Nacciarriti racconta di un passaggio da uno stato liquido a uno solido. Un’inevitabile mutazione del pensiero vergine che scaturisce dalla mente dell’artista in un qualcosa di “altro”, frutto della mediazione concordata tra le pedine di uno stesso gioco.

Il tutto si traduce in un intervento dal tono violento e distruttivo, che fisicamente tenta di abbattere tali barriere. Un gesto ribelle che nasce per creare un varco vero e proprio all’interno della galleria in quanto istituzione ma che prontamente riassorbito per evidenti ragioni di sicurezza, mediante il ripristino della fessura ove era collocata la vetrata, impedisce in un qualche modo ancora una volta una completa autonomia progettuale. La consapevolezza delle regole e delle dinamiche insite nella “vetrina dell’arte” e la frustrazione che in parte ne deriva sono una sorta di autoritratto sarcastico dell’artista stesso.

Una dichiarazione di consapevolezza della costante “digestione” sistemica da parte della “struttura” nei confronti della creazione artistica che culmina nell’ironica crocifissione dell’artista medesimo messa in scena nell’opera Selfportrait, 2010 e trova il suo epilogo nell’atto che per un istante permette all’artista, mediante un gesto intimo e primordiale di appropriarsi senza compromessi della galleria scacciando dalla propria mente e per pochi istanti l’incubo perenne del fallimento.

...........................english below

The relationship between the artist and the gallery owner, between the reality of the gallery as a space conventionally used for art and the artist’s gesture are the point of departure for Crystallize. A relationship which becomes a clash at the same time and intends to highlight the limits and constraints within which the artistic creation is always and nonetheless relegated; a time for the innermost expression which, through the artist’s condemnation is constantly battling against the impositions of an editorial, organisational and technical nature present within the mechanisms of the world of art.

If, in the realm of physics, crystallization is a phase transition of the matter, from liquid to solid, in which the components dissolved in a solvent solidify, arranging themselves according to neat crystalline structures and in which it is thus possible to speak of a transformation which implies a reduction in entropy, in the same way Andrea Nacciarriti’s exhibition tells the story of a transition from a liquid to a solid state. An inevitable transformation of the artist’s pure thought into something “else”, the result of a concerted mediation between the pawns of the same game.

It all translates into an intervention marked by a violent and destructive tone, which physically attempts to break down such barriers. A rebellious gesture arising in order to create an actual opening inside the gallery as an institution but that is promptly reabsorbed for obvious safety reasons, by refilling the crack where the window was placed, still prevents a complete project autonomy. The awareness of the rules and dynamics underlying the “window of art” and the frustration that partly derives from it are a sort of sarcastic self-portrait of the artist himself.

A declaration of awareness of the constant systemic “digestion” by the “structure” towards the artistic creation which culminates in the ironic crucifixion of the artist himself staged in the work Selfportrait, 2010 and finds its epilogue in the act that, for a fleeting moment, allows the artist, through an intimate and primordial gesture, to take possession of the gallery without compromises, dispelling for a few instants the everlasting nightmare of failure.

Opening 20 Maggio 2010 ore 19

Galleria Franco Soffiantino
via Rossini, 23 - Torino
orario: mart-sab 11-19
Giovedì 10 giugno 2010 fino alle ore 24.00, in occasione dell’apertura collettiva di TAG
ingresso libero

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