Museo Pietro Canonica c/o Villa Borghese
Roma
viale Pietro Canonica, 2 (piazza di Siena)
06 8842279 FAX
WEB
Attilio Selva
dal 18/5/2010 al 25/9/2010
mart-dom 9-19, festivi 9-13.30

Segnalato da

Gabriella Gnetti




 
calendario eventi  :: 




18/5/2010

Attilio Selva

Museo Pietro Canonica c/o Villa Borghese, Roma

In mostra una selezione di opere, disegni e materiali d'archivio provenienti dallo studio dello scultore triestino, messi a disposizione dalla famiglia. Il percorso dell'esposizione si sviluppa illustrando l'iter del processo creativo dell'artista, dall'immediatezza dei disegni ad alcuni piccoli bozzetti, alle sculture.


comunicato stampa

a cura di Giovanna Caterina de Feo

Per la prima volta a Roma nella casa museo in Villa Borghese di Pietro Canonica dal 20 maggio al 26 settembre 2010 viene presentata una selezione di opere, disegni e materiali d’archivio provenienti dallo studio dello scultore triestino Attilio Selva (Trieste 1888 – Roma 1970), messi a disposizione dalla famiglia. La mostra è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma - Sovraintendenza ai Beni Culturali, ideata dall’Associazione Amici di Villa Strohl-fern, luogo dove Selva ha avuto uno studio tra il 1910 e il 1920 circa ed è a cura di Giovanna Caterina de Feo. Organizzazione e servizi museali sono di Zètema Progetto Cultura.

Il percorso dell’esposizione si sviluppa illustrando l’iter del processo creativo dell’artista, dall’immediatezza dei disegni ad alcuni piccoli bozzetti, alle sculture. Tra i disegni - scelti tra le bellissime figure di donna eseguite con gesto sicuro su carta da spolvero con un unico tratto a carboncino - spiccano quello per Enigma (la sua scultura più famosa nelle collezioni della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma) e il grande disegno per il progetto del concorso per la fontana di Piazza dei Quiriti a Roma (1924), con le Cariatidi disegnate ancora castamente vestite, caratteristica che scomparirà nella realizzazione finale del 1928, quando la nudità delle sculture susciterà enorme e pubblico scandalo.

È evidente la qualità ludica dell’intuizione iniziale dei piccoli bozzetti in creta o in gesso che, in alcuni casi, attraverso i passaggi successivi giunge al modello, sempre in gesso, a grandezza 1/1. Da questo, in seguito, l’artista arriverà all’opera finita attraverso l’altrettanto importante momento della fonderia, se le opere dovranno essere fuse in bronzo, o della cava per la scelta della pietra e della prima sbozzatura quando realizzate in marmo. Per sottolineare questo iter, oltre ai modelli in gesso, sono esposte anche alcune grandi fotografie d’epoca, provenienti dall’archivio, delle opere finite oggi conservate in prestigiose collezioni pubbliche o private.

Inedito e mai esposto sinora, il più antico tra i gessi è quello della cosiddetta Dolente (1914), in cui è ancora manifesto il debito di ispirazione di Selva verso lo scultore slavo Ivan Mestrovic, nel cui modello l’artista valuta le possibilità compositive del nudo femminile. Così, nel nodo delle gambe si riconosce l’intuizione da lui sviluppata nello stesso periodo nella più nota e compiuta Ritmi, proposta con grande successo alla mostra della Secessione nel 1915.

Queste iniziali suggestioni sono presto superate in chiave di "ritorno all'ordine" novecentista, di cui Selva è considerato un precursore. Percorso evidente già nella Susanna (1919), inviata nel 1919 alla Promotrice di Torino e, tradotta in pietra di Botticino, acquisita nelle collezioni della Pinacoteca Civica di Torino. È per opere simili che Goffredo Bellonci, nella mostra che nel 1918 vede riuniti i giovani artisti italiani, a pochi passi dal Museo Canonica, nella Casina Valadier al Pincio, invocava "l'italianità michelangiolesca". In Sogno di maternità (1929 ca.), gesso patinato a bronzo, l’artista ritrae con grande verità il sensuale nudo dormiente della moglie Natalina Toppi, modella di Anticoli Corrado, incinta della figlia Lucilla.

Interessante, seppur alquanto rovinato, è il modello in gesso di Primula (1924), dal quale verrà tratto il marmo inviato a New York alla Exhibition of Modern Art nel 1926 e il gesso patinato di un piccolo Nudo di donna. Il bronzo raffigurante la Madonna tra gli Angeli è infine la testimonianza dell’interesse che ha accompagnato tutta la vita dello scultore verso le statue destinate al culto.

Al fine di offrire una esaustiva, anche se non completa, lettura dell’opera di Selva, non si potevano non menzionare i ritratti, nei quali egli è stato ritenuto dalla critica del suo tempo un maestro indiscutibile. A quello della moglie Natalina, un volto in gesso di rara potenza plastica, si accompagnano quello della figlia Lucilla (1932), suggestionato dal Rinascimento fiorentino e della nuora Alberta (1922 ca), anch’essa modella di Anticoli. Tra i ritratti si ricorda ancora il Ritratto di Claudio, in bronzo (1920c.), copia ad uso personale dell’artista di quello esposto alla Prima Biennale romana, che oggi si trova nelle collezioni della Galleria Comunale d’Arte Moderna di Roma.

Note biografiche
Nato a Trieste nel 1888 e, dunque, di nazionalità austriaca, irredentista della prima ora, Attilio Selva compie il suo primo apprendistato presso Leonardo Bistolfi, lo scultore torinese che, almeno sino alla metà degli anni Dieci, può essere considerato l’espressione più avanzata della scultura italiana. Poco più che ventenne, nel 1909, vince il Premio Rittmayer che gli consente dal 1910 di trasferirsi a Roma, dove tiene lo studio a Villa Strohl-fern sino al 1919; nella Villa incontra numerosi artisti, tra i quali Arturo Martini, il pittore parmense Amedeo Bocchi, Cipriano Efisio Oppo, Nino e Pasquarosa Bertoletti - artisti che intrattengono anche un duraturo rapporto con Anticoli - e la futura moglie, la modella Natalina Toppi.

Esponente di spicco nelle mostre degli Amatori e Cultori di Belle Arti (nel 1914 espone il Ritratto di Augusta acquisito dalla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Roma) e nella Terza e Quarta mostra della Secessione, con la guerra alle porte, irredentista convinto - anche se legalmente di nazionalità austriaca - segue l’addestramento militare a Roma e parte volontario con l’esercito italiano combattendo valorosamente sul Carso. Nel 1918 partecipa a Zurigo alla mostra internazionale degli artisti belligeranti e nello stesso anno all'esposizione alla Casina del Pincio, allestita dal critico Carlo Tridenti, da Marcello Piacentini e Antonio Maraini. Nel dopoguerra prende parte ad alcune edizioni della Biennale di Venezia e nel 1921 alla Prima Biennale romana (quando Claudio viene acquistato dalla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Roma) e presenta Enigma, la sua scultura più nota che lo consegna a fama internazionale (opera in marmo acquisita dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, ove tuttora si trova, mentre l’esemplare in bronzo fa parte delle collezioni del Museo Civico d’arte di Anticoli Corrado).

Oltre all’attività espositiva, Selva ha realizzato alcune pregevoli opere monumentali in Italia e all’estero. Tra queste si ricordano a Roma: la fontana di Piazza dei Quiriti (1928), il Monumento a Guido Baccelli (1931), i gruppi decorativi per il fronte del teatro del dopolavoro dei ferrovieri in via Bari (1931) e le statue del Lanciatore di giavellotto, del Pugilatore, del Discobolo e del Fromboliere per il Foro Italico (1930), a Trieste il monumento a Oberdan (1931) e quello a Nazario Sauro a Capodistria (1934). Tra i prestigiosi incarichi all’estero: la grande statua de La Pietà per la cattedrale di Tripoli (1928), le cinque statue di generali in bronzo per il monumento a Simon Bolivar a Caracas (1956), e i cinque bassorilievi per la cattedrale di Pittsburg negli anni Sessanta. Nel dopoguerra lo scultore riprende un’intensa attività rivolta soprattutto alla realizzazione di statue destinate al culto; tra le molte si ricordano il Sant’Eugenio per la chiesa omonima e il gruppo con la Morte di San Benedetto per l’Abbazia di Montecassino. Muore a Roma nel 1970.

Info Museo Pietro Canonica
tel. 060608 tutti i giorni 9.00-21.00

Ufficio Stampa Zètema Progetto Cultura
Gabriella Gnetti
g.gnetti@zetema.it

Inaugurazione 19 maggio 2010, ore 17

Museo Pietro Canonica a Villa Borghese
viale Pietro Canonica (piazza di Siena) 2, Roma
Orari: Martedì-domenica 9.00-19.00; festività 9.00-13.30
biglietteria: intero € 4,50, ridotto € 3,00

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