Tepopotratos Museum. Autodramma scritto e realizzato dalla gente del paese. Torna puntuale il 20 luglio nella piazzetta del teatro il nuovo autodramma della comunita' monticchiellese.
COMPAGNIA DEL TEATRO POVERO DI MONTICCHIELLO
'TEPOPOTRATOS MUSEUM'
36° autodramma scritto e realizzato dalla gente del paese
Con il sostegno di Monte dei Paschi di Siena - Provincia di Siena
Torna puntuale il 20 luglio nella piazzetta del teatro il nuovo autodramma della comunità monticchiellese.
Potremmo definire lo spettacolo 2002 come uno spettacolo ''in tempo reale''; dopo 35 anni di teatro, la scomparsa di Rino Grappi e l'imminenza dell'apertura del Museo del teatro delle tradizioni popolari, Monticchiello si concede una riflessione sulla propria identità .
E' un destino dei centri abitati, grandi o piccoli che siano, identificarsi con edifici simbolo: mura, torri, palazzi pubblici, chiese, residenze del signore di turno, secondo l'alternarsi di paci e guerre, splendore o decadenza dei luoghi. A Monticchiello, tra gli edifici 'storici' ha occupato un posto non trascurabile il GRANAIO DELLA FATTORIA; vasto, con le sue belle architetture, acciambellato all'ombra della chiesa prepositurale, raccoglieva annualmente la parte padronale del raccolto di grano che si accumulava attraverso il rito suggestivo dell'arrivo dei carri e dello scarico dei sacchi. Andato in decadenza con la fine della mezzadria il complesso è stato acquistato dalla Compagnia del Teatro che ne ha fatto sede delle sue attività . Presto una parte dell'edificio ospiterà stabilmente il Museo del Teatro Popolare Tradizionale Toscano, voluto e propiziato dalla cooperativa del teatro e inserito nel circuito dei musei senesi.
Lo spettacolo prende spunto da questo evento, sentito dalla comunità come un segno di contraddizione, occasione di compiacimento ma anche di inquietudine e persino di rigetto. Il museo per quel tanto di 'mortuario' che comporta è avvertito come l'immagine speculare del presente della comunità che si interroga sul proprio futuro, sulla propria identità , sulla stessa possibilità di sopravvivenza via via che si fanno più labili e remoti i legami col passato e sempre più precari i rapporti con la modernità .
La civiltà contadina è finita, tanto che si è deciso di racchiuderla in un museo.
E allora sarà proprio il museo a divenire la pietra tombale di quel teatro, che proprio nella radice contadina ha trovato finora il motivo portante e originante' Se non è l'identità contadina quella che muove la comunità di Monticchiello ad avere voglia di autorappresentarsi dentro una piazza, può essere qualcos'altro, e cosa'
L'identità di questa comunità , in questo momento, si misura attraverso l'esperienza del teatro, che ancora non si sa quanto e per quanto riuscirà a contenere la chiave della propria radice.
Teatro e vita comunitaria si trovano ancora una volta strettamente connessi nel presagio di un impoverimento inarrestabile, fino all'estinzione non solo del tessuto sociale ma anche della vocazione alla creatività e alla spontaneità del teatro.
Ma tuttavia la sofferta risposta finale non lascia dubbi: il 'rito' vivo del teatro una volta innescato non può essere interrotto, bisogna continuamente riannodare il filo dell'espressione del sentire comune.
Lo spettacolo torna, quindi, ancora una volta, a proporsi in forma compiuta e attuale, per quanto problematica e sofferta come 'autodramma' della comunità .
TEATRO POVERO DI MONTICCHIELLO
info 0578 755118
MONTICCHIELLO (PIENZA) - PIAZZA DEL TEATRO