Emma Bresola
Enzo Comin
Giancarlo Venuto
Maria Campitelli
Elisa Vladilo
Vittorio Urbani
Eleonora Farina
Mattia Plevnik
Terzo appuntamento della manifestazione con i cartelloni di Emma Bresola, Enzo Comin e Giancarlo Venuto. Il progetto e' promosso dal Gruppo 78, curato da Maria Campitelli in collaborazione con Elisa Vladilo, Eleonora Farina, Mattia Plevnik e Vittorio Urbani.
a cura di Maria Campitelli
in collaborazione con Elisa Vladilo, Eleonora Farina, Mattia Plevnik e Vittorio Urbani
Al terzo appuntamento di MANIFESTI D’ARTISTA partecipano Emma Bresola, originaria di Trieste, ma attualmente residente in Romania, Enzo Comin, di Pordenone, e Giancarlo Venuto che vive tra Udine e Milano. L’inaugurazione è lunedì 21 giugno, alle ore 18, in via Fabio Severo, vicino al Tribunale, a Trieste.
MANIFESTI D’ARTISTA, alla quarta edizione, è un progetto promosso dal Gruppo 78, curato da Maria Campitelli in collaborazione con Elisa Vladilo, Eleonora Farina, Mattia Plevnik e Vittorio Urbani.
Il manifesto di Emma Bresola è una distesa di colori intensi, saturi, arancio, rosso, blu bianco, che trattengono ancora l’eco di una qualche struttura iniziale, da cui l’immagine è partita, per poi sciogliersi sotto la spinta dell’elaborazione digitale. L’artista scatta foto, una dietro l’altra, per catturare il tempo – il titolo del manifesto è “Time Machine” – e trasformare il mondo giocando con la luce, materia impalpabile, come quella dei sogni. Time Machine è dunque un sogno, un’astrazione visiva che nel percorso compositivo ha smarrito i suoi connotati iniziali per ritrovarne altri, fatti di luce, che astraggono dal contingente, perlustrando l’invisibile.
Enzo Comin, col suo manifesto fa un omaggio a Trieste. Comin è un fotografo di ricerca, i suoi album contengono immagini trattate, graffiate, con sovrapposizioni, che nel complesso aspirano alla pittura. L’immagine qui proposta, interamente su pellicola, è composita ed è tratta dalla seria “Tempi visti”. Cioè la scansione temporale s’innesta nella visione: è un vedere nel tempo. Più vedute s’intersecano e sovrappongono. Sono tagli delle rive di Trieste con un ragazzo in primo piano che le percorre ; le immagini, il ragazzo, il selciato, gli edifici dello sfondo, si ripetono più volte, si innestano l’uno nell’altro, è una somma di scatti che registrano l’atto del vedere sciorinato in diversi momenti, fusi in un’unica veduta complessiva.
Il manifesto di Giancarlo Venuto è d’altra natura. Non insiste sul linguaggio, offre una grande immagine di una parte di Città Vecchia. Non è un omaggio a Trieste, è un progetto d’intervento pittorico (l’artista pratica come linguaggio fondamentale la pittura) sui muri spogli di via del Forno, muri di risega di case abbattute nei lontani anni ’30. L’immagine fa parte del progetto “La città radiosa” e difatti ne conserva il titolo. L’artista immagina di animare questo muro morto con una serie di tondi colorati con le sfumature, le vibrazioni e le variazioni di cui la sua pittura di norma è intrisa. E’un progetto di arte pubblica, che qui autoproponendosi diviene manifesto, conservando quasi le caratteristiche pubblicitarie del manifesto tradizionale, seppure trapiantate su un altro versante, quello dell’invenzione artistica che aspira al miglioramento di determinate realtà architettoniche.
Inaugurazione 21 giugno ore 18
Via Fabio Severo
via Fabio Severo (angolo Foro Ulpiano) - Trieste
Sempre visibile