Spazio Minerva
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Andrea Pellegrini
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5/8/2002

Andrea Pellegrini

Spazio Minerva, Montescudaio (PI)

Progetto Modigliani. Festival Jazz Montescuadio 2002 'Il nuovo jazz italiano'.


comunicato stampa

Progetto Modigliani

produzione della Provincia di Pisa - Festival Jazz di Montescuadio 2002 ''Il nuovo jazz italiano''.

Tino Tracanna, saxofoni
Andrea Pelelgrini, pianoforte
Nino Pellegrini, contrabbasso
Cristian Calcagnile, batteria
musiche di Andrea Pellegrini e Tino Tracanna

Il secondo lavoro di Andrea Pellegrini che abbia per oggetto un artista della pittura, dopo quello sui Macchiaioli (''Il suono della macchia - solo l'arte stavami addosso senza saperlo, nè ancora lo so'', realizzato dal Quintetto di Livorno di Andrea Pellegrini, con Tino Tracanna e Dimitri Espinoza, saxofoni, Andrea Pellegrini, pianoforte, Nino Pellegrini, contrabbasso, Riccardo Jenna, batteria, già esibitosi al Festival Jazz di Montescudaio nel 2000) si riferisce a uno dei massimi esponenti italiani della pittura del '900: Amedeo Modigliani.
Le composizioni, di matrice jazzistica, sono scritte con approcci diversi e compresenti: descrittivi, come a mettere in relazione spunti musicali con tratti, masse, luci, impressioni, suggestioni, come nella musica a programma; evocativi, come a mettere in relazione, invece, la sensibilità del compositore con il quadro, come fece Modigliani con i soggetti dei quadri stessi, in una specie di gioco di specchi in cui si perde di vista l'oggetto per aiutare a sentire sè stessi, soli con la propria emozione.
Il quartetto si avvale della collaborazione del batterista milanese Cristian Calcagnile, autore, tra l'altro, di numerosi quadri e disegni dai tratti sensuali e stravaganti, il quale, al di là del proprio ruolo strumentale, crea spazi e li riempie con grande sapienza, quasi a pennellare il tempo con idee dal rilievo grafico tangibile.Tino Tracanna ha inoltre realizzato recentemente il cd ''Punctus'' in duo con il percussionista svizzero Pierre Favre, lavoro in cui manifesta una grande capacità architettonica degli spunti melodici, delle direzioni, delle strutture. Insomma, due artisti vicini, tra l'altro, a una rappresentazione visiva della musica, accesa e sporgente.

Per un jazzista la strada verso Modigliani passa attraverso l'Africa, grande presenza comune fra il jazz e Modigliani stesso: da un lato, le radici (fra le altre) poliritmiche e non tonali del jazz; dall'altro, incontro - scontro, inaspettato, fra un pittore (e scultore) toscano, scappato verso l'ignoto con entusiasmo e paura, con la ''grande madre''.

I profili, gli occhi, i nasi, i colli, persino le lunghe mani dipinte da Modì sembrano ammiccare continuamente all'Africa, o a un'Africa ancora più antica, forse mai realmente esistita come accade spesso alle cose più vere. Questo ci appartiene, in una certa misura; questo riconosciamo, e in gran parte questo canteremo.

Esiste una foto del giovane Amedeo insieme al vecchio Fattori, in casa del pittore Micheli. Non che siano così tanti i punti di contatto tra Modigliani e i Macchiaioli, a parte la scuola giovanile e la permanenza a Livorno, e qualcos'altro. Anzi, Fattori non comprese e addirittura schernì artisti dello stesso paese che invece costituì, poco dopo, la strada maestra di Modigliani. Ma amiamo pensare a Livorno come una città possibile: una città che in ogni momento potrebbe svegliarsi e inventarsi un diverso passato, come i saggi fanno quando vogliono cambiare il presente: un passato che è stato in qualche modo la culla di due grandi geni della pittura di tutti i tempi. Un porto, purtroppo, da cui troppi artisti partono o sognano di partire, perchè ingrato, e ignorante. Ma nei porti si potrebbe tornare. Livorno potrebbe riscoprirsi in ogni momento non patria casuale e matrigna di tali artisti, ma ambiente di stimolo, fertile e vivo.

Il progetto Modigliani, come quello sui Macchiaioli, nasce da una ricerca di identità, al di là di ogni provinciale gusto di ripiegarsi su se stessi, o di riscoprire chissà quali stimoli in realtà locali passate, o sorpassate. La ricerca di identità artistica è un fondamentale atto di ricoscimento di sè, doveroso per ogni artista, per ogni disciplina. Così, si cerca di confrontarsi con grandi artisti della nostra terra, di altri tempi, e altri spazi, di altre forme artistiche (come il progetto raelizzato nel 2000 per Symphonia Bluesmiles, Ensemble Ainulindale con Paul McCandless, in gran parte ispirato a Tolkien), per misurare la propria sensibilità, per capire cos'è cambiato nel sentire, nel percepire quella specie di ''pre-sentimento'' che è proprio dell'arte, non ancora sentimento, fine a sè stesso e puro: percezione di qualcosa che esprime sè stesso, prima e oltre la sensibilità al mondo. Fondamentale, e sempre più trascurato dalle istituzioni culturali di ogni paese: così la gente è sempre meno in contatto con sè, e prova, e vuol provare, emozioni ''forti''; cioè che stordiscono e impediscono di sentire, e sentirsi. Si ama perdere.

Perchè il nostro confronto con pittori, allora, e non con musicisti? Forse perchè per conoscere sè stessi bisogna conoscere il mondo, e per conoscere il mondo bisogna amare, essendo l'amore l'unica via verso la conoscenza; per amare bisogna essere distanti, in certa misura, ancorchè simili.

Oppure perchè, semplicemente, riteniamo Fattori e Modigliani più ricchi di Mascagni, o la nostra povertà più adatta alla loro ricchezza? In ogni caso, con Cristian Calcagnile, Dimitri Espinoza, Nino Pellegrini è stato realizzato anche il ''Quartetto Italiano'', in cui 4 musicisti jazz suonavano composizioni jazzistiche di altri jazzisti italiani, noti o meno noti (Franco D'Andrea , Mirco Mariottini, Paolino Dalla Porta, Paolo Fresu, Mario Raja, Ettore Fioravanti, Tino Tracanna, ecc).

C'è una figura di jazzista simile in modo impressionante a Modigliani; Charlie Parker. La vita, l'attitudine al perdersi, alla doppia esistenza, la genialità dirompente, il dolore, la tenerezza. ''La Bellezza impone doveri dolorosi...'' (Modigliani). Anche il credersi al di sopra di regole, morale, costumi, come per D'Annunzio, è una costante per Parker, Modigliani... il Piero Ciampi della pittura. ''Abbiamo diversi doveri, perchè abbiamo diversi diritti...''
Terminarono l'esistenza ad età incredibilmente simili. Donarono al mondo quantità simili di bellezze. Provarono rabbia simile e simile disperazione, in un crepuscolo denso di suicidi. ''Si dice che ho trent'anni... ma se ho vissuto tre minuti in uno, non ho forse novant'anni?'' (Baudelaire). Stesse identiche cose confessa Parker. E ''Solo l'arte stavami addosso senza saperlo..'' diceva Fattori. Si può vivere solo con l'arte? Solo coltivando una specie di pre-sentimento, come in perenne attesa che il resto cominci, sempre a sipario chiuso, sempre a allenarsi in vista di un debutto che non coinciderà che con la fine? Sempre a comprendere il tutto, senza mai comprendere il mondo? Sempre a contare il tempo, senza viverlo? ''I Musicisti... prendono il tempo, per lasciarlo vuoto... e per non diventare una categoria'' (Claudio Lolli).

Ecco, getteremo un ponte con questo territorio, complessa, eterna e feroce adolescenza dell'arte moderna, in cui niente accade perchè già accaduto, un cerchio sacro in cui il suono tiene lontano il silenzio.

Programma.
Le mani di Jeanne.
Modigliani.
Il notaio di Nizza.
Ballata.
Il tratto di Modì.
One for Cristian.
Improvvisazioni. Il concerto può essere realizzato con la proiezione di immagini in dvd raffiguranti i quadri che lo hanno ispirato.

Festival Jazz di Montescuadio 2002 Spazio Minerva Piazza del Comune Montescudaio (PI)

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