Human warmth traces. In mostra immagini realizzate tramite un'apparecchiatura che rileva l'energia termica emessa nell'ambiente da tutti gli elementi che lo compongono.
A cura di Martina Cavallarin
L’associazione culturale scatolabianca promuove la mostra personale di Svetlana Ostapovici - Human warmth traces a cura di Martina Cavallarin, che inaugura sabato 24 luglio 2010 al Gaya Art Space di Bali – Indonesia.
Svetlana Ostapovici - human warmth traces
Svetlana Ostapovici (Repubblica di Moldova, 1967)
Human warmth traces è una mostra personale costituita da una serie di immagini realizzate tramite una sofisticata apparecchiatura che rileva, con uno speciale sensore, l’energia termica emessa nell’ambiente da tutti gli elementi che lo compongono, e prevalentemente dagli esseri viventi. Le “tracce umane” sono quindi il risultato di un’indagine sulla presenza, sulle dinamiche di appartenenza per uno studio di matrice antropologica reso accattivante attraverso l’uso di cromie dai toni vivaci e suadenti.
Il percorso artistico sviluppato negli anni da Svetlana Ostapovici dal punto di vista linguistico nasce da un’elaborazione in chiave personale del mosaico mentre i contenuti si concentrano e si sviluppando su una ricerca di matrice introspettiva, sui problemi dell’identificazione e sul perché esistiamo. Artista attenta e sensibile negli anni sposta la sua attenzione sulla natura, intesa come fondamento dell’esistenza di tutti gli esseri viventi. A questo punto il suo media espressivo diventa la fotografia attraverso la quale blocca immagini di incendi, distruzioni, e catastrofi generati dall’uomo. Il suo è un lavoro di indagine e denuncia del genere umano che portato per natura a distruggere provoca inevitabilmente la sua stessa autodistruzione.
Per questo motivo le sue installazioni sono costituite da materiali di recupero mentre l’obiettivo si concentra su ciò che resta, sulla trasformazione della materia, sulle discariche e sui cantieri. Per Ostapovici l’umanità si può salvare dall’autodistruzione solo rigenerando tutto ciò che usa, consuma, scarta. La successione dei suoi scatti forma un insieme organico pur mantenendo ogni singolo lavoro una privata autonomia che parte dalla completezza dell’intenzione e da un’onestà intellettuale che avvalla la presenza dell’intero sistema semantico quando la singola foto si fa opera a più voci, composizione a parete multipla ed ossessiva. Il suo lavoro è replica del sistema circostante in stato di emergenza per stabilire un filone narrativo che costituisce situazioni di causa ed effetto, constatazioni psicologiche reali in un paesaggio reso quasi astratto e galleggiante dalla posizione esistenziale resistente e neutrale dell’obiettivo fotografico. In questo processo temporale e sistematico apparentemente asettico la presenza intellettuale responsabile dell’artista rende il percorso dell’opera esente da artifici e calcoli. Il valore aggiunto della Ostapovici, sta nella zona sottile della psicologia personale, di una temperatura artistica cosciente e coscienziosa, pronta ad indagare i limiti della collettività e le fragilità del singolo, coraggiosa e frontale, mai refrattaria alla domanda e disposta al prevedibile come all’imprevedibile.
Inaugurazione 24 luglio 2010
Gaya Fusion Art Space
Jl Raya Sayan - Ubud - Bali