Invisible Interior. In mostra 15 opere a pastello realizzate tra il 1975 e il 2007 e un video del 1976 che svelano l'interiorita' invisibile dell'artista attraverso un processo di scavo e semplificazione, di purezza esistenziale che si apre all'esistenza, alla societa' e alla vita.
Dopo molti anni dalle ultime esposizioni della propria produzione artistica, Živa Kraus si
riscopre nel proprio lato intimo e intellettuale di pittrice in dialogo con la città, nella quale è
prevalentemente conosciuta come direttrice della galleria fotografica Ikona.
Kraus nel suo ductus pittorico è una personalità complessa ma “immediata”, che fa a
meno dei simboli, o meglio – come amava dirle Alberto Moravia – è «una realista dell’invisibile,
capace di fornirci la realtà dell’energia desiderante» attraverso la vitalità dei colori, la
matericità del pastello, i contrasti di pieni e vuoti che fanno della pittura astratta e simbolica di
Živa Kraus la rappresentazione universale delle nostre emozioni.
È un processo di scavo e semplificazione, di purezza esistenziale che in una forma molto
alta di dialettica si apre all’esistenza, alla società e alla vita. Una riflessione poetica che
pervade la tela e scaturisce pura e fluida dalla mano, e che forse non riusciremmo a
comprendere del tutto se non tenessimo a mente che «per concepire e comprendere le
bellezze nuove di un quadro moderno bisogna che l’anima ridiventi pura» (Manifesto tecnico
dei pittori futuristi, 1910).
In questa mostra sono raccolte 15 opere a pastello realizzate tra il 1975 e il 2007 e un videotape
del 1976: svelano l’interiorità invisibile di Kraus pittrice, che «costruisce i suoi paesaggi con l’aiuto
di colori resistenti alla prova del tempo lasciando a noi la scoperta di aspetti sempre nuovi e
diversi [...] un “luogo di pace” dove non c’è un colore che domina sugli altri» (V. Buzančić)
Živa Kraus
Nasce a Zagabria da Ivo Kraus, già presidente del Museo d'Arte Contemporanea della città, e
Herma Delpin; giovanissima si reca in viaggio con il fratello Ognjen in Italia , maturando
un’esperienza d’Europa che dallo studio di Pittura presso
l'Accademia di Belle Arti la porta a Venezia, nel 1971, per
continuare gli studi di specializzazione in Scenografia.
Nel 1972 espone nella sua prima personale presso Studio Galerije
Forum di Zagabria e poi nel 1975 alla Galleria Il Canale di Venezia.
Contemporaneamente lavora come assistente per Peggy Guggenheim,
e per la celebre Galleria del Cavallino di Carlo Cardazzo.
In questo ricco milieu si avvicina alle prime sperimentazioni di
video-art, che a Venezia è sostenuta da Paolo Cardazzo lui stesso
autore di video: a questo periodo risale il video proiettato in mostra
The Motovun Tape (1976).
Nel 1978 è curatrice del catalogo della 38.Biennale d’Arte di
Venezia dal titolo Dalla natura all'arte, dall'arte alla natura, e nel
1979 fonda Ikona Photo Gallery, partecipando alla clamorosa
esperienza di Venezia '79. La fotografia, kermesse della fotografia mondiale organizzata dal
Comune di Venezia, ICP New York e Unesco, della quale raccoglie e continua ancor oggi il
processo culturale per la città.
Inaugurazione: martedì 7 settembre, ore 18.00
Ikona Venezia
Campo del Ghetto Nuovo, Venezia (Cannaregio)
dalle 11 alle 19, chiuso il sabato
Ingresso libero