Ufficio Stampa - Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Daido Moriyama
Franco Vaccari
Franco Fontana
Beppe Zagaglia
Filippo Maggia
Stefano Bulgarelli
Nell'ambito del festivalfilosofia di Modena, Carpi e Sassuolo la mostra Daido 'Moriyama. Visioni del mondo' propone le immagini fortuite e i frammenti di esperienze impermanenti dell'artista giapponese: 270 scatti prodotti a partire dagli anni '60, tra cui 30 pensati appositamente per questa occasione. Il Fotomuseo Giuseppe Panini inaugura invece: 'Anni '60: Modena e l'Italia del boom', oltre 100 foto che riflettono una stagione cruciale della storia del Paese di autori come Franco Vaccari, Franco Fontana e Beppe Zagaglia, oltre a significativi fotoamatori attivi in quegli anni.
Moriyama. Visioni del mondo
a cura di Filippo Maggia
La mostra Daido Moriyama: Visioni del Mondo, in programma a Modena dal 17 settembre al 14 novembre 2010, si candida a diventare una delle più importanti retrospettive tra quelle sino ad oggi dedicate all'artista giapponese.
Promossa da Fondazione Cassa di Risparmio di Modena nell'ambito del progetto Fondazione Fotografia e a cura di Filippo Maggia, la rassegna presenta oltre 450 fotografie scattate dagli anni Sessanta ad oggi, alcune delle quali mai esposte in precedenza: dalla serie Pantomime, realizzata da Moriyama quando aveva poco più di vent'anni e faceva il fotografo freelance, a Farewell Photography, che scioccò l'opinione pubblica giapponese negli anni Settanta, passando per Hunter e Shinjuku, tra i lavori più conosciuti dell'artista.
L'ampliamento straordinario del numero delle immagini in mostra, da 300 ad oltre 450, è stato espressamente richiesto dall'artista che, in occasione della sua prima retrospettiva in Italia, ha voluto proporre una selezione davvero esaustiva del suo lavoro, evidenziando grande impegno e sensibilità. Moriyama ha confermato, inoltre, la sua partecipazione alle fasi finali dell'allestimento, alla conferenza stampa e all'inaugurazione, dal 15 al 19 settembre 2010. Si tratta della prima visita ufficiale dell'artista nel nostro Paese.
E' una ricerca quotidiana senza fine quella che spinge Moriyama a realizzare migliaia e migliaia di scatti, per anni, per una vita. Immagini dai bianchi e neri contrastati, spesso sfocate, graffiate, sovraesposte o sgranate, tracciano l'esistenza di un fotografo-cacciatore solitario e schivo che, libero da legami con un luogo d'origine o da vincoli dettati dalle convenzioni sociali, percorre le strade della vita aperto all'esperienza, pronto a filtrare attraverso i suoi occhi il mondo che incontra.
Per Moriyama ogni singola cosa che si offre allo sguardo è degna di essere fotografata: non è importante il soggetto di una fotografia come non importa chi ne sia l'autore, perchè non c'è distinzione tra la realtà vissuta e la realtà nell'immagine - spesso fotografie di fotografie tratte da magazine, poster, pubblicità, televisione si mischiano a quelle scattate dal vivo. Ciò che conta è il frammento di esperienza, parziale e permanente, che la fotografia può trovare, quell'unica verità che esiste solo nel punto in cui il senso del tempo del fotografo e la natura frammentaria del mondo si incontrano.
L'inaugurazione coinciderà con l'apertura di festival filosofia , in corso a Modena, Carpi e Sassuolo dal 17 al 19 settembre 2010 e dedicato in questa edizione al tema della fortuna. A testimonianza della collaborazione tra istituzioni operanti sul territorio in ambito culturale una parte della mostra sarà dedicata proprio a questo tema. Attraverso una selezione di 30 immagini pensata per questa speciale occasione, Moriyama risponderà alla domanda suggerita da Fondazione Fotografia: are you a lucky artist? La domanda darà il titolo ad un altro progetto proposto dalla Fondazione: il volume, edito da Skira, ARE YOU A LUCKY ARTIST? che raccoglie le risposte - in forma di immagini, disegni o testi - di un centinaio di artisti del panorama internazionale.
Parallelamente alla mostra Daido Moriyama.Visioni del mondo, nelle sale del Fotomuseo Panini (via Giardini 60, Modena) sarà esposta una selezione di opere di artisti giapponesi dalla collezione di fotografia contemporanea della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. In mostra ci saranno fotografie e video di Nobuyoshi Araki, Maiko Haruki, Naoya Hatakeyama, Ryuji Miyamoto, Yasumasa Morimura, Rika Noguchi, Hiroshi Sugimoto, Risaku Suzuki e Miwa Yanagi.
Daido Moriyama - Nota biografica
Hiromichi (Daido) Moriyama nasce a Ikeda-cho, Osaka, nel 1938. Il padre è impiegato per una società di assicurazioni e a causa del suo lavoro la famiglia si trasferisce in diverse città del Giappone. Nel 1961 Moriyama è a Tokyo per aderire al collettivo di fotografi VIVO che si scioglie però a distanza di breve tempo. Dopo aver lavorato come assistente di Eikoh Hosoe, nel 1964 inizia la carriera di freelance e tre anni più tardi vince il premio come artista emergente della Japan Photo-Critics Association. Negli stessi anni inizia a collaborare con diverse riviste, la più importante delle quali, benchè uscita in tre soli numeri, è PROVOKE, fondata da Takuma Nakahira, Takahiko Okada, Yutaka Takanashi e Koji Taki.
Oltre alle due celebri serie realizzate per PROVOKE - l'una notturna, scattata in un love hotel, l'altra realizzata in un drugstore ad Aoyama durante gli scontri del 1968 tra polizia e oppositori dell'Ampo - tra gli anni Sessanta e Settanta Moriyama realizza importanti lavori quali Japan: a photo theater, Scandal, Pantomime, Accident, Farewell photography, Hunter.
Negli anni Novanta arriva il successo internazionale che lo porta ad esporre in diverse gallerie e musei di tutto il mondo tra cui: San Francisco Museum of Modern Art (1999, 2009); Metropolitan Museum di New York; Fotomuseum di Winterthur (1999), White Cube, Londra (2002), Fondation Cartier pour l'art contemporain, Parigi (2003), Kunsthaus di Graz; Museum of Contemporary Art di Vigo, Spagna (2005), Museum of Contemporary Art, Tokyo (2008).
Tra le principali pubblicazioni: Japan: A Photo Theater, Muromachi Shobo (1968), The Japanese Box, Edition 7L/Steidl (2001), transit, eyesencia, (2002), Daido Moriyama Complete Works vol.1, Daiwa Radiator (2001), Memories of a Dog, Nazraeli Press; Daido Moriyama Complete Works Vol.2/Vol.3/Vol.4, Daiwa Radiator (2004), Moriyama/Shinjuku/Araki, Heibonsha; Buenos Aires, Kodansha press (2005), Farewell Photography, Power Shovel Books, Tokyo (2006), To another country, Asahi Shimbun Publications inc.; Hokkaido, Rat Hole Gallery (2008).
Catalogo Skira, a cura di Filippo Maggia
Sito dell'artista: http://www.moriyamadaido.com/english
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Anni '60: Modena e l'Italia del boom
a cura di Stefano Bulgarelli
Il 17 settembre 2010, presso l'ex ospedale Sant'Agostino di Modena, il Fotomuseo Giuseppe Panini inaugura Anni '60: Modena e l'Italia del boom, oltre 100 foto degli anni Sessanta: scatti che riflettono una stagione cruciale della storia d'Italia; un decennio che fra tutti è forse il più presente nell'immaginario collettivo per la densità degli eventi.
La rassegna, realizzata dal Fotomuseo Giuseppe Panini di Modena, a cura di Stefano Bulgarelli, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, è allestita nei rinnovati locali dell'ex ospedale Sant'Agostino e sarà aperta al pubblico a partire da venerdì 17 settembre, nell'ambito del festivalfilosofia, che avrà quest'anno per tema la fortuna; ed è proprio quest'ultima al centro di alcune sezioni della mostra.
Tra le fotografie esposte, realizzate dai maggiori studi fotografici di Modena e attualmente custodite negli archivi del Fotomuseo Panini, sono anche presenti degli scatti realizzati dai fotografi Franco Vaccari, Franco Fontana e Beppe Zagaglia, oltre che significativi fotoamatori attivi in quegli anni.
La mostra intende offrire uno spaccato della Modena negli anni Sessanta, caratterizzata prima di tutto dal boom economico, sempre più diffuso grazie all'aumento dell'industrializzazione, che significa occupazione e conseguente benessere alla portata di tutti. Elettrodomestici, automobili, televisioni, giradischi e libri tascabili, entrano definitivamente nelle case degli italiani e modificano gli stili di vita. È l'Italia che si sposta sulla nuova Autostrada del Sole, dei grandi esodi estivi e che davanti alla TV segue i fatti più tragici ed euforici del periodo, come l'uccisione di J.F.Kennedy e lo sbarco dell'uomo sulla Luna, che Modena vive da protagonista e in maniera partecipativa. Le fotografie esposte parlano di tutto questo, così come della nuova immagine che negli anni 60 si ritagliano i giovani, che diffondono la nuova moda, la musica beat (di cui la città emiliana è stata capitale grazie alla presenza di gruppi come i Nomadi e l'Equipe 84), fino alla volontà estrema di rompere col sistema anche attraverso il viaggio verso l'oriente. Sono sempre i giovani che organizzano cortei di protesta (per il diritto allo studio e per la fine di tutte le guerre, tra cui quella in Vietnam, che scotta di più) e che nel cosiddetto "autunno caldo" del 1969, marciano assieme agli operai, scesi nelle piazze e nelle strade per la difesa del posto di lavoro. L'aggregazione collettiva è visibile anche attraverso lo sport, tra cui spicca il calcio, che diviene sempre più un fenomeno di massa.
Ancora le fotografie testimoniano il modo in cui le istituzioni pubbliche locali si sono mosse per diffondere un innovativo welfare state, rivolto ai cittadini attraverso servizi e politiche sociali, al fine di creare le condizioni idonee all'incremento economico del territorio. In questo modo si spiega la nascita dei "villaggi artigiani", di scuole e istituti professionali che educavano giovani specializzati in ambito industriale e commerciale, dei quartieri popolari, delle biblioteche e della cultura in genere, anche attraverso l'arte contemporanea e i festival del libro economico, che diffondeva la lettura nelle case e nelle fabbriche. Attraverso tutto ciò, si interpreta simbolicamente un'altra immagine drammatica del periodo: in quello stesso autunno 1966 che ha visto l'alluvione a Firenze, si allagarono le campagne modenesi, provocando un vasto numero di danni. Ancora, un richiamo ad un argomento tristemente attuale, al punto che le fotografie che si presentano rimandano immediatamente alle calamità naturali che in questi anni hanno colpito il Paese.
Fermare una calamità naturale così come creare delle condizioni sociali positive ai cittadini che a sua volta arginino le degenerazioni di protesta, ben esprime la particolarità del "caso Modena", offrendo un'interessante chiave di lettura della mostra che sarà realizzata nell'ambito del Festival Filosofia di Modena avente come tema "La fortuna", interpretabile in questo caso come una volontà ideale e pratica di allontanare pericoli prevedibili e non.
Assieme alle foto, alcuni oggetti simbolici del periodo consentiranno una maggiore penetrazione degli anni 60, oltre che rendere il percorso di mostra più eterogeneo e coinvolgente.La mostra intende offrire uno spaccato della Modena negli anni Sessanta, caratterizzata dal boom economico, sempre più diffuso grazie all'aumento dell'industrializzazione, che significa occupazione e conseguente benessere alla portata di tutti. Elettrodomestici, automobili, televisioni, giradischi e libri tascabili, entrano definitivamente nelle case degli italiani e modificano gli stili di vita. È l'Italia che si sposta sulla nuova Autostrada del Sole, dei grandi esodi estivi e che davanti alla TV segue i fatti più tragici ed euforici del periodo, come l'uccisione di John Kennedy e lo sbarco dell'uomo sulla Luna. Le fotografie esposte parlano di tutto questo, così come della nuova immagine che negli anni 60 si ritagliano i giovani, che diffondono la nuova moda, la musica beat (di cui Modena è stata capitale grazie alla presenza di gruppi come i Nomadi e l'Equipe 84), fino alla volontà estrema di rompere col sistema anche attraverso il viaggio verso l'oriente. Sono sempre i giovani che organizzano cortei di protesta (per il diritto allo studio e per la fine di tutte le guerre, tra cui quella in Vietnam, che scotta di più) e che nel cosiddetto "autunno caldo" del 1969, marciano assieme agli operai, scesi nelle piazze e nelle strade per la difesa del posto di lavoro. L'aggregazione collettiva è visibile anche attraverso lo sport, tra cui spicca il calcio, che diviene sempre più un fenomeno di massa anche grazie al successo delle figurine Panini.
Ancora le fotografie testimoniano il modo in cui le istituzioni pubbliche locali si sono mosse per diffondere un innovativo welfare state, rivolto ai cittadini attraverso servizi e politiche sociali, al fine di creare le condizioni idonee all'incremento economico del territorio. In questo modo si spiega la nascita dei "villaggi artigiani", di scuole e istituti professionali che educavano giovani specializzati in ambito industriale e commerciale, dei quartieri popolari, delle biblioteche e della cultura in genere, anche attraverso l'arte contemporanea e i festival del libro economico, che diffondeva la lettura nelle case e nelle fabbriche. Attraverso tutto ciò, si legge simbolicamente un'altra immagine drammatica del periodo: in quello stesso autunno 1966 che ha visto l'alluvione a Firenze, si allagarono le campagne modenesi, provocando un vasto numero di danni. Ancora, un richiamo ad un argomento tristemente attuale, al punto che le fotografie che si presentano rimandano immediatamente alle calamità naturali che in questi anni hanno colpito il Paese.
Fermare una calamità naturale così come creare delle condizioni sociali positive ai cittadini che a sua volta arginino le degenerazioni di protesta, ben esprime la particolarità del "caso Modena", offrendo un'interessante chiave di lettura della mostra che sarà realizzata nell'ambito del Festival Filosofia di Modena avente come tema "La fortuna", interpretabile in questo caso come una volontà ideale e pratica di allontanare pericoli prevedibili e non.
Assieme alle foto, alcuni oggetti simbolici del periodo consentiranno una maggiore comprensione degli anni 60, oltre che rendere il percorso di mostra più eterogeneo e coinvolgente.
promosso da
Fotomuseo Giuseppe Panini e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
catalogo
Skira
Informazioni Fondazione Fotografia
c/o Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Via Emilia Centro 283, Modena
Tel 059 239888 - Fax 059 238966
info@mostre.fondazione-crmo.it
http://www.mostre.fondazione-crmo.it
Ufficio Stampa
Cecilia Lazzeretti, Claudia Fini
tel. 059 239888 - fax 059 238966
ufficiostampa@fondazione-crmo.it
Conferenza stampa giovedì 16 settembre 2010, ore 11
Inaugurazione venerdì 17 settembre 2010, ore 18
Ex Ospedale Sant'Agostino
Largo Porta Sant'Agostino 228, Modena
orari di apertura: dal martedì alla domenica dalle 11 alle 19
ingresso gratuito