Palazzo delle Esposizioni
Roma
via Nazionale, 194
06 39967500
WEB
Due mostre
dal 8/11/2010 al 26/2/2011
dom-gio 10-20, ven-sab 10-22.30, lunedi chiuso

Segnalato da

Barbara Notaro Dietrich




 
calendario eventi  :: 




8/11/2010

Due mostre

Palazzo delle Esposizioni, Roma

Carlos Amorales - Remix e' la prima mostra in Italia dell'artista messicano che propone sei grandi installazioni (2006-2010) derivanti dal suo 'Archivio liquido'. Il 9 novembre ore 18,30 incontro con l'artista. La mostra di Amorales, curata da Daniela Lancioni, si svolge nell'ambito di una serie di iniziative dedicate alla cultura messicana in occasione dei 150 anni della Indipendenza del Paese. Teotihuacan - La citta' degli Dei e' una raccolta di piu' di 450 oggetti provenienti principalmente dal Museo Nazionale di Antropologia della Citta' del Messico e dai due Musei di Teotihuacan, oltre che dal Museo Anahuacalli, per dare una visione completa di questa antica civilta'.


comunicato stampa

Carlos Amorales. Remix

a cura di Daniela Lancioni

“Remix” è il titolo dato da Carlos Amorales alla sua prima mostra in Italia. Il giovane artista messicano, attualmente al centro di un grande interesse internazionale, utilizza un termine del linguaggio musicale per tradurre la speciale commistione che lega le opere scelte per questa mostra: sei poderose installazioni, datate tra il 2006 e il 2010, si susseguono senza soluzione di continuità nello spazio e, pur mantenendo ciascuna la propria fisionomia e riconoscibilità, si fondono per dare vita a un inedito insieme, secondo una prassi che Amorales sperimenta per la prima volta.

Su gran parte dello spazio espositivo del primo piano del Palazzo, via Milano 9 A, corre il disegno a matita El estudio por la ventana (2010) che segna l’inizio di una nuova riflessione sullo studio inteso come mente dell’artista. Nella galleria grande, fa da sfondo alle settecentocinquantuno stelle nere di Drifting Star (2010) o a quelli che sembreranno i settecentocinquantuno frammenti di un’esplosione colti in un impressionante fermo immagine. Black Cloud (2007), uno dei lavori più noti di Amorales, è un impressionante sciame di farfalle nere, la cui presenza può essere interpretata come una minaccia o come il segno di una forza collettiva: un’opera monumentale, seducente e avvolgente, che ha la solidità di una massa e la leggerezza dell’ala impalpabile di un lepidottero. Un’intera sala è tappezzata dai manifesti di Why Fear the Future? (2006) le silhouette di uccelli neri dalle ali spiegate, una presenza minacciosa se si pensa al film di Hitchicock, ma Amorales affronta la paura del futuro con un interrogativo che potrebbe cancellarla. The Skeleton Image Constellation (Liquid Archive) (2009) sono le cartoline con oltre mille immagini prelevate dal personale archivio di Amorales, chiamato Archivio líquido (Liquid Archive). Ciascuna di queste opere è accostata, lambita o sfiorata, da Spider Galaxy, una creatura dalle sembianze di un uccello esotico animata, inizialmente, da Galia Eibenschutz.

Tutte le opere in mostra derivano dal poderoso Archivio líquido, l’archivio digitale avviato da Amorales alla fine degli anni Novanta e di continuo arricchito di nuovi elementi, cui l’artista attinge per la realizzazione di ogni suo nuovo lavoro. Sono immagini ricavate da riviste, cataloghi, libri, foto dello stesso Amorales o scaricate da Internet, lavorate dall’autore attraverso un processo inventivo che prevede la prassi della ibridazione. Tradotte nei lavori, diventano disegni, diapositive, video, collage, dipinti, sculture, installazioni, copertine di dischi.

L’Archivio líquido è un sorta di glossario ed è importante per Amorales che altri lo possano interpretare, estendendone il significato. Le sue immagini hanno un potere simbolico talvolta immediatamente condivisibile, ma più spesso riferibile a realtà complesse in bilico tra condizioni o stati d’animo opposti. Il più delle volte sono espressione della paura che le attuali condizioni di vita generano. Ma la sensibilità di Amorales, pur non ignorandole, non fa delle dinamiche sociali il tema dei suoi lavori.

Il suo desiderio, secondo le dichiarazioni dello stesso autore, è quello di evocare ciò che non esiste.

Durante la realizzazione di El estudio por la ventana alcuni studenti sono stati chiamati a interpretare il lavoro. La loro collaborazione si è svolta nell’ambito di un seminario istituito dal Professor Claudio Zambianchi docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso la Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

La mostra è curata da Daniela Lancioni, curatore senior del Palazzo delle Esposizioni.

La mostra di Amorales si inserisce nell’ambito di una serie di iniziative dedicate alla cultura messicana in occasione dei 150 anni della Indipendenza del Paese. Ad Amorales è affidato il compito di testimoniare l’attuale - e perdurante - vigore della cultura messicana.

Catalogo: Skira

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Teotihuacan. La città degli Dei

a cura di Felipe Solís Olguín

La mostra, nella quale saranno esposti più di 450 oggetti straordinari, per la prima volta in Italia, darà una visione completa dell’arte, della vita quotidiana e della religione di questa importante e per certi versi enigmatica civiltà dell’antico Messico: Teotihuacan.

Si potranno ammirare sculture monumentali, vasi policromi, sculture in pietre pregiate, maschere e figurine fittili, oltre a eccezionali esempi di pitture murali che, sebbene antiche di 1500 anni, conservano ancora i brillanti colori originali.
I 15 grandi frammenti di pitture murali sono esposti per la prima (e probabilmente ultima) volta al di fuori del territorio messicano, mentre molti degli oggetti in mostra sono il frutto delle più recenti campagne di scavo condotte nelle rovine della grande città.

La città
Nel corso del cosiddetto periodo Classico (tra il 100 a.C. e il 650 d.C.), Teotihuacan era la più grande e potente città del continente americano. Le sue rovine, dichiarate dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità sin dal 1987, si trovano ad appena 50 chilometri a nord di Città del Messico e sono oggi dominate dalle possenti moli delle piramidi della Luna e del Sole; quest’ultima, con i suoi 215 metri di lato e i 63 metri di altezza è uno dei più grandi edifici mai costruiti nell’America precolombiana. Recenti scavi al di sotto della Piramide della Luna hanno invece messo in luce una straordinaria sequenza di ceste contenenti numerosi uomini e animali sacrificati, oltre a eccezionali manufatti in giadeite, ossidiana e conchiglia. Le due piramidi sono unite dall’ampia strada processionale del Viale dei Morti, che conduce sino alla Cittadella, un complesso architettonico al cui centro sorge il Tempio del Serpente Piumato o Quetzalcóatl, decorato da sculture policrome dell’importante divinità messicana ed eretto al di sopra di una serie di fosse contenenti più di duecento individui sacrificati. Attorno al centro monumentale centinaia di complessi residenziali quadrangolari e ortogonali si estendono su una superficie di oltre 20 chilometri quadrati. Tutti gli edifici della possente capitale erano ricoperti di intonaci raffinati, gran parte dei quali decorati da pitture policrome. Quando, all’apice della sua fioritura, ospitava più di 150 mila abitanti, Teotihuacan era una delle più grandi e sfarzose città del mondo intero. La presenza di quartieri abitati da gruppi di stranieri come Maya e Zapotechi testimonia non solo il carattere multietnico della sua popolazione, ma anche l’ampiezza delle reti politiche e commerciali che facevano capo alla metropoli messicana.

Una potenza dell’antica Mesoamerica
Capitale indiscussa del Bacino del Messico, Teotihuacan estese la sua influenza su gran parte della Mesoamerica, dal Messico centro-settentrionale all’Honduras. Un possente esercito e il controllo del commercio di beni come la pregiata ossidiana verde del Messico centrale permisero la creazione di una vasta e capillare rete politico-commerciale. Tra il IV e il V secolo d.C. importanti personaggi di vera o presunta ascendenza teotihuacana giunsero a salire al trono di importanti e splendide città maya come Tikal e Copán, dove esibirono con orgoglio i loro legami con la metropoli dalla quale emanava una sorta di legittimità regale superiore. Dalle regioni lontane, pregiate materie prime come giadeite, mica, minerali di ferro, piume di quetzal e pelli di giaguaro affluivano a Teotihuacan dove gli artigiani locali le trasformavano in beni di lusso il cui uso testimoniava lo sfarzo e il potere cittadino.

La caduta di Teotihuacan e la persistenza della sua memoria
Alla metà del VII secolo un grande incendio che devastò il centro monumentale segnò il punto di non ritorno di un declino inarrestabile che mise fine allo splendore teotihuacano. La caduta della città innescò una sorta di “crisi pan-mesoamericana”che culminò con il celebre “collasso” maya nel corso del IX secolo. Dopo essere stata popolata per qualche secolo da poche migliaia di occupanti stranieri, Teotihuacan fu definitivamente abbandonata allo scadere del I millennio, ma non fu mai dimenticata. Il ricordo della grande e sfarzosa città fu ammantato da un’aura mitica, dando luogo al diffuso mito mesoamericano di Tollan, “il Luogo delle Canne”, la meravigliosa città governata da Quetzalcóatl che divenne un modello ideale per molte delle capitali che nei secoli successivi dominarono il Messico centrale. Quando gli Aztechi, nel XIV secolo, osservarono le rovine della città abbandonata da quasi mille anni, le diedero il nome di Teotihuacan – il “Luogo Dove gli Uomini Diventano Dei” e immaginarono che proprio lì gli Dei si fossero riuniti per creare il Quinto Sole, cioè l’astro che illumina il mondo attuale.

La mostra
Nella mostra, organizzata dall’Instituto Nacional de Antropología e Historia (INAH), sono esposti tesori provenienti principalmente dal Museo Nazionale di Antropologia della Città del Messico e dai due Musei di Teotihuacan; per la prima volta, sono inoltre esposti oggetti provenienti dal Museo Anahuacalli, nato dalla collezione privata del celebre artista messicano Diego Rivera.

La mostra è suddivisa in 7 sezioni. Il Giaguaro di Xalla, straordinaria scultura policroma rinvenuta di recente, accoglie i visitatori nella Rotonda del Palazzo delle Esposizioni. Il percorso inizia poi con una sezione dedicata alla struttura urbanistica e architettonica della città, con modelli, sculture, fregi e pitture murali; figurine e vasi in terracotta, gioielli di giadeite e sculture in pietra compongono invece la seconda sezione dedicata ai temi della politica, dell’economia e della guerra. Il sacrificio è il tema della terza sezione, dove sono esposti gli eccezionali oggetti provenienti dalle sepolture sacrificali del Tempio del Serpente Piumato e dai recenti scavi nella Piramide della Luna. La quarta sezione è dedicata poi alla religione, con sculture e raffigurazioni delle principali divinità cittadine come il Dio della Pioggia e il Dio del Fuoco. La vita quotidiana e l’artigianato sono invece i temi della quinta e della sesta sezione, mentre la settima è dedicata alle relazioni tra Teotihuacan e le altre regioni mesoamericane, esemplificate mediante l’esposizione di alcuni tra le più eccezionali opere d’arte dell’antica Mesoamerica.

In memoria di Felipe Solís Olguín (1944–2009)
Iniziatore e curatore di questa mostra era Felipe Solís Olguín, già curatore della mostra “Aztechi” giunta a Roma nel 2004. Specialista di arte e archeologia del Messico centrale e direttore del Museo Nacional de Antropología di Città del Messico, Solís Olguín è morto nell’aprile del 2009, poche settimane prima che la grande esposizione su Teotihuacan fosse inaugurata a Città del Messico. Questa mostra è dedicata alla sua memoria.

Il catalogo della mostra “Teotihuacan. La Città degli Dei”, ricco di foto a colori e corredato da saggi dei maggiori specialisti di arte e archeologia teotihuacana, sarà pubblicato da Skira.

Immagine: Black Cloud, 2007. Farfalle ritagliate nella carta nera. Misure variabili. Collezione Diane e Bruce Halle

Informazioni e prenotazioni:
singoli, gruppi e laboratori d’arte tel. 0639967500;
scuole 0639967200

Ufficio Stampa Azienda Speciale Palaexpo:
Barbara Notaro Dietrich tel. 0648941212; cel. 3666608600; e-mail: b.notarodietrich@palaexpo.it
Piergiorgio Paris tel. 06 48941206; e-mail p.paris@palaexpo.it
Dario Santarsiero, segreteria, tel.0648941205; e-mail d.santarsiero@palaexpo.it

Martedì 9 novembre ore 18.30
Incontro con Carlos Amorales che racconterà la genesi delle sue straordinarie installazioni e contribuirà a svelare le suggestioni della sua ricerca artistica.
Sala Cinema - scalinata di via Milano 9A Ingresso libero fino a esaurimento posti

Palazzo delle Esposizioni
via Nazionale, 194 (Livello 1) - Roma
Orari: dom-gio 10-20, ven-sab 10-22.30, lunedi chiuso
Biglietto: intero euro 12,50; ridotto euro 10
Permette di visitare tutte le mostre in corso al Palazzo delle Esposizioni.
Biglietto integrato Palazzo delle Esposizioni e Scuderie del Quirinale, valido per 3 giorni:
Iintero euro 18, ridotto euro 15

IN ARCHIVIO [167]
Tre mostre
dal 14/10/2015 al 13/2/2016

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