Laura della Gatta e Pino Giampa' formano un duo artistico dal 1991 con il nome di Matia, che deriva dal titolo di una loro mostra: Telematia. A due anni dalla loro prima personale a Roma alla Galleria Mascherino propongono una nuova serie pittorica ancor piu' visionaria della precedente. Con questi lavori gli artisti confermano un'intenzionalita' a giocare concettualmente sull'equivoco.
Inaugura a Roma, sabato 5 ottobre 2002 alle ore 18.30, presso la Galleria
d'arte Mascherino, la mostra personale dei Matia 'MATIAland', a cura di
Barbara Martusciello.
Laura della Gatta e Pino Giamp?ormano un duo artistico dal 1991 con il nome di MATIA, che deriva dal titolo di una
loro mostra: Telematia.
A due anni dalla loro prima personale a Roma alla Galleria Mascherino propongono una
nuova serie pittorica ancor pi? visionaria della precedente.
Con questi lavori gli artisti confermano un'intenzionalit?
giocare concettualmente sull'equivoco.
Questa volont? sottolineata dalla tecnica con cui ?ostruito il loro lavoro. I
Matia dipingono, ma la loro pittura rimanda all'immagine fotografica tanto che spesso si confonde con essa.
Il legame
con la fotografia ?utta una questione linguistica: si manifesta a partire dalla perizia della realizzazione pittorica,
quasi iperreale, e si evidenzia con la resa dei fuori fuoco e dell'eccesso di fuoco spinto fino al limite estremo. Il
richiamo alla fotografia non ?er? pedissequo ma ? tratti alterato tanto da rendere l'immagine atipica, caricata da
un uso teatrale e artificiale della luce e da effetti scenografici.
La composizione che ne risulta ?nteramente dipinta
ma ha forti legami tecnologici: il pi? delle volte, per esempio, mantiene una labile traccia di elaborazione al computer
a bassa risoluzione sotto gli strati della materia pittorica; il pi? delle volte, si ?etto, ma non sempre, e tale
alternanza acuisce l'ambiguit?ella loro pittura.
Il procedimento su cui si fonda il lavoro dei Matia ?omplesso, prevede molti passaggi per giungere al prodotto
definitivo. Dopo avere organizzato i set che costituiscono la base per i loro quadri, li fotografano per poi rielaborare il
tutto al computer con variazioni e ripensamenti; altre volte, come nel caso dei nuovi lavori, compongono direttamente
l'immagine usando il computer: in entrambi i casi trasferiscono con ausilii digitali tali immagini su tela oppure le
riproducono con metodi tradizionali, ''a mano''.
A questo punto la pittura segue ci? che ?tato tracciato, ancora una
volta con la libert?i ripensare alcuni dettagli, di modificare luci e ombre, di reinterpretare singoli particolari
giungendo a un'immagine finale anomala ma perfettamente credibile.
Anche il tema dei loro quadri (il viaggio, la
fantascienza, il mito, la natura, personaggi anomali, rimandi simbolici, strane storie) riflette il senso della loro ricerca.
Nell'attuale serie abbiamo un gran numero di opere che si rifanno al genere bucolico tanto in voga nell'arte del
passato; ma che tipo di paesaggio ?l loro' Le loro vedute si rivelano il risultato di una selezione del ''meglio di'' tanti
paesaggi ideali, i pi? belli e perfetti, quasi da cartolina, incontaminati dalla normale presenza umana.
Tra colti
richiami simbolici e sturm und drang, atmosfere visionarie e surreali, riferimenti a certa fotografia pittorialista, citazioni
fantasy, ricordi di letteratura e cinematografia fantastica, episodiche connessioni con ambiti psichedelici e ironico
ricorso alla fantascienza, le loro campionature manipolate ad hoc costruiscono panoramiche plausibili ma irreali,
inquietanti e accattivanti; immerse in una dimensione spaziotemporale sospesa, straniante, artificiale, di richiamo
tecnologico, sembrano in attesa del manifestarsi di un accadimento soprannaturale di lovecraftiana memoria.
La
chiave pi? profonda per la comprensione del quadro ?asciata dagli artisti nelle mani di chi guarda e dunque sar?soggetta a pi? letture e a diverse interpretazioni, mai definitive n?erte: si noteranno infatti ogni volta minimi
particolari sfuggiti, piccoli misteri irrisolti, un dettaglio scoperto all'ultim'ora, una frase che non torna...
E' questo il
territorio dei Matia, MATIAland, dove le tematiche delle opere sono relative cos?ome lo sono i titoli, che giocano a
richiamare e a confondere i soggetti rappresentati...
Perch?uel che conta ?a loro ricerca, costruita sull'analisi e
sull'uso dei codici della pittura, della fotografia, del computer e dei molti altri modelli utilizzati, basata sulla sintesi e
sull'indistinzione delle tecniche e dei riferimenti.
Il loro lavoro si colloca dunque nell'ambito artistico concettuale,
come ogni lavoro sul linguaggio che si rispetti, e pi? precisamente in quell'area del concettuale dove progettualit?
razionalit?i aprono in parte alle emozioni.
Inaugurazione: sabato 5 ottobre 2002 alle ore 18.30
Orario di apertura: dalle 16.30 alle 19.30 (escluso luned? festivi)
Galleria d'arte
MASCHERINO
Via del Mascherino 24, 00193 ROMA
Tel.-fax 06/6880382