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Marco Santolisier e Marisa Settembrini
dal 24/1/2011 al 8/9/2011
lun-dom ore 9.00-19.00

Segnalato da

Carlo Franza



 
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24/1/2011

Marco Santolisier e Marisa Settembrini

Plus Berlin, Berlin

L'alfabeto del dopo / Novecento e oltre. ''Marco Santolisier si racconta, perso in un'insonnia fatale, con un frasario pittorico essenziale, facendo come lievitare una realta' nuova, una nuova figurazione assoluta''. ''La bellezza di questi dipinti della Settembrini, i ritratti effervescenti, l'arduo gioco della sua invenzione, la modernita' assoluta del linguaggio, stanno proprio nella commistione di lacerti di colore e di segno'' (Carlo Franza).


comunicato stampa

Marco Santolisier - L'alfabeto del dopo

a cura di Carlo Franza

“Strade d'Europa” si campiona ad essere, in una città come Berlino, cuore d'Europa, lo specchio di un’arte di frontiera, assolutamente in movimento, ipermoderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. Il progetto è locato in un edificio neogotico – già nobile scuola di grafica - con cent'anni di storia alle spalle, a ridosso del più lungo tratto superstite dell'ex Muro di Berlino, nel quartiere di Friedrichshain, la zona più movimentata della città, ricca di art cafè, locali, negozi di abiti vintage, antiquariato, musica e altro. E’ con questo progetto, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, figura di piano internazionale, che si vuole indicare e sorreggere l’arte nuova e, dunque, protagonisti e bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell'eterno. Il terzo millennio che fa vivere i processi creativi in un clima di saccheggiamento della realtà, perchè il futuro è ora, fra rappresentazioni e interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza. Con l'arte vogliamo aprire finestre sul mondo, con l'arte vogliamo aprire stagioni eroiche, con l'arte vogliamo inaugurare una nuova civiltà. Strade d'Europa è un punto di partenza. Con “Strade d'Europa” si troveranno ad essere coinvolti, ogni volta, sei artisti con sei mostre personali. I sei di questo capitolo sono Salvatore Cacciatore, Tiziano Cappelletti (Fatmira), Alessandro Nastasio, Marco Santolisier, Marisa Settembrini, Tony Tedesco.

Scrive Carlo Franza nel testo: “Segni, forme, l'attimo eterno degli echi, un riprodurre memorie senza polvere dove tutto è come ritagliato senza troppa retorica e decorazione. Marco Santolisier si racconta, perso in un'insonnia fatale, con un frasario pittorico essenziale, facendo come lievitare una realtà nuova, una nuova figurazione assoluta, una testualità artistica d'eccellenza che assorbe il passato e lo reinventa, portandosi con una metafora fluida delle cose e del mondo a delineare scenografie di tracce, spicchi e fioriture di sogni e poesie, fermenti di macchie e colore, ritmi e respiri musicali che inseguono un percorso di flussi. La sua non è una pittura stagionale, quella di Marco Santolisier si fonda come per anatomia della sintassi in uno sperimentalismo alto, in una generosa riattivazione della bellezza di natura matissiana. Egli si porta in una costruzione dell'esistere a declinare con simboli coraggiosi e riquadri di colore la complessità delle idee e delle emozioni, e a frantumare persino l'ordine dei ritmi tra musicalità di segni e nuovi alfabeti di forme. Ogni dipinto così è come attraversato da infinite civiltà o momenti di trasparenza riflessiva, e in ognuno alitano come un vento pagine personali, in cui la lingua della pittura è lingua di fede ma anche segno di luce, contemplazione di cui ognuno si nutre, esplosione che tocca il cuore. Con questo orizzonte di simboli Marco Santolisier si avvia non solo a dar vita a nuove immagini ma a far lievitare la storia che poi colora, recuperando memoria primitiva, rigore compositivo e perizia costruttiva”.

Cenni biografici dell’artista

Marco Santolisier nasce a Cagliari nel 1963, dove vive e lavora dirigendo un liceo paritario da lui stesso fondato e intitolato a Dante Alighieri. Figlio e nipote d'arte, discepolo del nonno materno “Vincenzo Farci” storico ceramista sardo, e del padre che ha percorso una strada artistica costellata di successi e onorificenze. Opera con mostre personali e collettive fin dal 2007. Nel maggio 2010 l' illustre Storico dell'Arte Prof. Carlo Franza lo invita nel progetto “Balconata Romana” a tenere una mostra Personale (Percorso di flussi) al Centrale Ristotheatre di Roma, poi a Firenze al progetto “Scenari” (Per un più visibile cielo) al Plus Florence nel novembre 2010, nel 2011 al Plus Berlin a Berlino con “L'alfabeto del dopo”, ancora a Firenze a Palazzo Borghese nell'ottobre 2011 e a Milano nel 2012. Candidato dal Prof. Carlo Franza al Premio delle Arti Premio della Cultura al Circolo della Stampa di Milano, risulta vincitore nell'edizione 2010. Nel 2011 uscirà un servizio sulla sua arte nelle riviste “Leadership Medica” e “Leadership for Chemist” con la firma di Carlo Franza.


Biografia del curatore

Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994,il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008.

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Marisa Settembrini

“Strade d'Europa” si campiona ad essere, in una città come Berlino, cuore d'Europa, lo specchio di un’arte di frontiera, assolutamente in movimento, ipermoderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. Il progetto è locato in un edificio neogotico – già nobile scuola di grafica - con cent'anni di storia alle spalle, a ridosso del più lungo tratto superstite dell'ex Muro di Berlino, nel quartiere di Friedrichshain, la zona più movimentata della città, ricca di art cafè, locali, negozi di abiti vintage, antiquariato, musica e altro. E’ con questo progetto, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, figura di piano internazionale, che si vuole indicare e sorreggere l’arte nuova e, dunque, protagonisti e bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell'eterno. Il terzo millennio che fa vivere i processi creativi in un clima di saccheggiamento della realtà, perchè il futuro è ora, fra rappresentazioni e interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza. Con l'arte vogliamo aprire finestre sul mondo, con l'arte vogliamo aprire stagioni eroiche, con l'arte vogliamo inaugurare una nuova civiltà. Strade d'Europa è un punto di partenza. Con “Strade d'Europa” si troveranno ad essere coinvolti, ogni volta, sei artisti con sei mostre personali. I sei di questo capitolo sono Salvatore Cacciatore, Tiziano Cappelletti (Fatmira), Alessandro Nastasio, Marco Santolisier, Marisa Settembrini, Tony Tedesco. Scrive Carlo Franza nel testo : “E' dentro il Novecento che si stempera l'arte contemporanea , o meglio si conforma dentro la storia di un secolo da noi e da molti vissuto attraverso segni e segnali di paradiso e inferno, distruzione e speranza, quasi una faccia bipolare che si sfoglia e campiona eventi e volti di scienza e sapienza, di letteratura e di arte, di rivoluzione e di ritorno all'ordine.

Non poteva essere altrimenti e non poteva ciò sfuggire a molti artisti contemporanei che in questo contesto hanno avviato, vivacizzato e colto la loro sfera iconica e/o aniconica. Dico ciò per togliere di mezzo subito ogni parola vuota, ogni fuorviante attenzione verso scelte estetiche fini a se stesse, e operare quella scelta di individuazione della realtà e della storia capaci da sempre di sorreggere, come d'altronde è stato, l'arte dei secoli. L'arte deve e può esistere dentro la storia, e la deve raccontare per immagini, catturate dall'io e dalle emozioni ma anche dalla realtà. Lo sosteneva anche il mio illustre maestro e collega Giulio Carlo Argan che mai distaccò la sua lezione dalla storia e in essa avvolse le sue pagine di critica più vive. Così mi pare abbia da tempo operato Marisa Settembrini, e vi insiste ancora oggi con questo capitolo pittorico tutto organizzato sul “novecento e oltre”. La bellezza di questi dipinti della Settembrini, i ritratti effervescenti, l’arduo gioco della sua invenzione, la modernità assoluta del linguaggio, stanno proprio nella commistione di lacerti di colore e di segno, in cui vive l’umanità allo specchio, amalgamati da una materia che rompe lo spazio profondo cristallizzando proprio quello sguardo che si mostra di un’assoluta preziosità. E’ anche un modo nuovo di porgere con tecniche diverse, l’immagine dello sguardo in relazione alla letteratura, alla filosofia del nostro tempo, uno sguardo eroico che diventa dono, freddo e scolpito, reale e indimenticabile, intellettivo e colto. Da anni Marisa Settembrini sembra riscrivere a colori un’ Anabasi, cose viste, cose catturate, mescolando cronaca e cultura, arte e mestiere. Il tempo passa ma l’Avanguardia non è fuggita, così Marisa Settembrini vive la sua Avanguardia in un modo che sa d’altramodernità, portandosi verso orizzonti nuovi senza tralasciare le vecchie orme che si leggono persino nel segreto delle parole, dei segni e delle onde di colore, dalle nuvole laboratoriali che stringono l’immagine, le immagini del mondo, fermate proprio in quella fissità che reclama sia la potenza espressiva, sia il senso intimo dell’apparizione, sia l’espressione del bello che racchiude l’immagine in cornice, sia l’espressione suggestiva della riflessione filosofica. Cenni biografici dell’artista Marisa Settembrini è nata a Gagliano del Capo (Lecce) nel 1955. Dopo aver frequentato l’Accademia di Brera e la Kunst Akademie di Monaco di Baviera, oggi è titolare della cattedra di Discipline Pittoriche al Liceo Artistico di Brera, a Milano, città dove vive e che alterna con i riposi nella cittadina salentina di Alessano. La sua attività parte dal 1976 con l’invito alla mostra “La nuova figurazione italiana” al Palazzo dei Congressi di Roma, per conto della Quadriennale Romana.

Numerose le mostre personali e le installazioni in Italia (Roma, Firenze, Alcamo, Lecce, Todi, Milano, Erice, San Vito Lo Capo, Pavia, Brescia, Sondrio, Loreto, Teglio) e all’estero (New York, Monaco di Baviera, Dusseldorf), e le partecipazioni a importanti rassegne. E’ presente in vari Musei stranieri (Berlino, Montreal, New York) e italiani. Ha inoltre elaborato in coedizione con alcuni scrittori varie cartelle di grafica. E’ stata segnalata da Jean Pierre Jouvet nel Catalogo Comanducci n. 14 e da Domenico Montalto nel n. 27. Della sua arte hanno scritto critici e scrittori italiani e stranieri, da Argan a Carluccio, da A. Del Guercio a Fabiani, da Ferguson, a Carlo Franza, da Armando Ginesi a Virgilio Guzzi e a Montalto, dalla Muritti a Ponente, da Russoli a Sanesi, da Evelina Schatz a Walter Schonenberg,da Fulvio Papi a Marco Valsecchi. Cenni biografici del Curatore Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994,il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008.

Inaugurazione 25 gennaio ore 18

Plus Berlin
Warschauer Platz, 6-8 - Berlin
lun-dom ore 9.00-19.00
Ingresso libero

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