La mostra 'Matisse. La seduzione di Michelangelo' analizza - attraverso 180 opere tra dipinti, sculture, disegni, incisioni, gouaches decoupees - l'opera dell'artista francese in relazione con l'opera di Michelangelo. 'Ercole il fondatore. Dall'antichita' al Rinascimento' pesenta una selezione di opere archeologiche, medioevali e rinascimentali che rappresentano un'articolata campionatura dei temi legati alla figura di Ercole. L'esposizione rilegge in maniera sistematica il mito dell'eroe greco, considerato il fondatore della citta'.
MATISSE. La seduzione di Michelangelo
a cura di Claudia Beltramo Ceppi
Attraverso 180 opere - dipinti, sculture, disegni, incisioni, gouaches découpées - che coprono l’intera vicenda artistica di Matisse, si analizzerà l'opera del grande artista francese da un punto di vista mai tentato finora in un'esposizione: la relazione con l'opera di Michelangelo.
Infatti, benché Matisse abbia sempre affermato con forza la natura moderna della sua arte, come tutti i grandi geni, studiò e analizzò a lungo l'arte antica, in particolare l'opera di Michelangelo, traendone forza e suggestione nella sua ricerca di giungere a un'essenza assoluta della pittura.
Particolarmente affascinante sarà il confronto tra due delle opere più importanti di Matisse, provenienti dalla National Gallery di Washington, come il grande dipinto Pianista e giocatori di dama e la grandissima gouache découpée intitolata Venere che verrà affiancata da un disegno originale di Michelangelo raffigurante, per l’appunto, due Veneri.
Dopo il grande successo dell’iniziativa sugli Inca che ha portato in città oltre 283.000 visitatori, anche per il 2011, Brescia si appresta a diventare una delle capitali italiane dell’arte.
Al Museo di Santa Giulia è in programma, dall’11 febbraio al 12 giugno, l’esposizione MATISSE. La seduzione di Michelangelo che dimostrerà quanto profondo sia stato il legame intercorso tra l’artista francese e il genio italiano del Cinquecento, che portò Matisse alla formulazione di un’arte che fosse una semplificazione assoluta della pittura, alla luce del suo studio giovanile e poi maturo, proprio della scultura di Michelangelo.
L’arte di Michelangelo costituì per Matisse un riferimento e una continua fonte di riflessione che gli permise di lavorare sul perpetuo rapporto tra linea e volume, disegnando e dipingendo in maniera sculturale.
La mostra, curata da Claudia Beltramo Ceppi, coadiuvata da un comitato scientifico composto dai maggiori esperti di Matisse, promossa dal Comune di Brescia, prodotta e organizzata da Fondazione Brescia Musei e Artematica, col patrocinio della Regione Lombardia-Cultura e del Ministero degli Affari Esteri, presenterà 180 opere del maestro francese - dipinti, disegni, incisioni, gouaches découpées - in grado di seguire tutto il suo itinerario creativo, dalle prime opere fauve a quelle realizzate tra il 1908 e il 1914, a quelle del periodo di Nizza (dal 1918 in poi), fino alla parte finale della sua vita, dedicata alla scoperta poetica delle illustrazioni dei libri e della rivista Verve e all’invenzione rivoluzionaria delle gouaches découpées. A esse, si affiancheranno diversi calchi di alcune delle più importanti sculture di Michelangelo tra cui quelle delle Cappelle Medicee, oltre a un importante disegno originale raffigurante due Veneri.
Il percorso espositivo proporrà capolavori di Matisse, difficilmente concessi in prestito, come la grande scultura Lo Schiavo (Musée Matisse di Nizza), il piccolo gioiello del Brooklyn Museum di New York, un olio su tavola, Nudo nel bosco, cui si affiancherà il bronzo Piccolo busto accovacciato (Pierre and Tana Matisse Foundation di New York) che rappresenta quasi una citazione letterale di Michelangelo, ma ridotta alle stesse dimensioni della figura del dipinto, attraverso quel procedimento ‘a togliere’ che Matisse aveva ben studiato nel suo grande antesignano.
Dalla National Gallery of Australia di Canberra giungerà il grande dipinto Il ratto d’Europa, mentre dal MASP di San Paolo del Brasile arriverà il magnifico Busto in gesso, bouquet di fiori.
Verranno inoltre esposte le serie delle Odalische (tra cui il magnifico Nudo seduto su sfondo rosso di proprietà del Centre Pompidou di Parigi), esemplari di quella ricerca spasmodica tra tensione ed equilibrio che turbava Matisse, e Natura morta. Interno rosso a Venezia dei Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles, o la serie di nudi provenienti dal Musée Matisse di Nizza.
Dal Musée Matisse di Le Cateau Cambrésis proverrà il Grande nudo seduto, la più grande scultura mai realizzata da Matisse, e gli straordinari ed enormi pannelli di Oceania, mare e Oceania, cielo, rispettivamente di 176x395 cm e 177x370 cm.
Il percorso continuerà con la famosa serie di Jazz, dai colori raggianti di un album aperto per la prima volta in occasione della mostra, o un frammento autentico della vetrata della Cappella di Santa Maria del Rosario di Vence e, tra le gouaches découpées, alcuni importanti esemplari mai esposti in precedenza per il timore che la luce potesse danneggiare i fragilissimi colori.
Particolarmente suggestivo sarà il confronto tra due delle opere più importanti di Matisse, provenienti dalla National Gallery di Washington, come il grande dipinto Pianista e giocatori di dama e la grandissima gouache découpée intitolata Venere che verrà affiancata da un disegno originale di Michelangelo raffigurante, per l’appunto, due Veneri.
Il ricordo e la presenza di Michelangelo accompagneranno il visitatore per tutta la mostra, attraverso alcuni suggestivi calchi ottocenteschi delle opere di Michelangelo, tra cui soprattutto la statua di Ecate-Notte delle Cappelle Medicee, a grandezza naturale.
È proprio il rapporto tra scultura e pittura a esprimere al massimo l'urgenza di Matisse di superare continuamente i propri limiti, ed è la scultura il momento in cui egli si riallaccia più apertamente alla tradizione che lo ha preceduto.
Michelangelo è in questo il suo maestro supremo: “Si potrebbe far rotolare una statua di Michelangelo - affermava - dall’alto di una collina fino a far scomparire la maggior parte degli elementi di superficie: la forma rimarrebbe comunque intatta”, e ancora: “Sono ritornato studente… Disegno la Notte, studio il Lorenzo de’ Medici: cerco di impadronirmi della concezione chiara e complessa che è alla base della costruzione di Michelangelo”.
Del genio italiano condivise la passione sempre insoddisfatta per l'opera, mentre ne ammirò la capacità di sperimentare, fino all'equilibrio estremo, la forza e la tensione che distorcono i corpi.
Al capolavoro michelangiolesco L’Aurora - conservato nella chiesa di San Lorenzo a Firenze - Matisse si rifà esplicitamente nel realizzare quella statuetta del Nudo disteso che ricomparirà in tanti dipinti contemporanei. A Michelangelo tornerà per trovare nuove soluzioni spaziali nei tormentati anni Venti.
E non a caso, la sua più sofferta scultura sarà proprio quel meraviglioso Grande nudo seduto che si riferisce esplicitamente a Michelangelo e che Matisse trascorrerà ben sei anni a modellare e rimodellare, fino a considerarla la sua opera più importante.
Successivamente, altri saranno i problemi che lo coinvolgeranno, ma ancora, nella serie di dipinti dal 1921 al 1940, la figura centrale, a volte dipinta, a volte solo abbozzata, assumerà una profondità spaziale e monumentale di michelangiolesca memoria.
La conseguenza del suo intenso interrogarsi sulla plasticità dei corpi in rapporto con il loro sfondo decorativo, troverà infine una soluzione inattesa nella geniale invenzione delle gouaches découpées, che riconcilieranno finalmente l'elemento pittorico e quello scultoreo dell'opera in un procedimento di fusione di cui Matisse stesso dirà: “Ritagliare a vivo nel colore mi ricorda il procedimento diretto della scultura”.
Egli giunse così al definitivo superamento dell’aspetto bidimensionale e di quello tridimensionale dell’opera fino a creare un nuovo universo di forme colorate che di entrambe hanno mantenuto la capacità di sintesi e la tensione.
Accompagna la mostra, un catalogo GAmm Giunti.
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ERCOLE IL FONDATORE Dall’antichità al Rinascimento
a cura di Marco Bona Castellotti e Antonio Giuliano
Per la prima volta, un’esposizione rilegge in maniera sistematica, dall’antichità pagana al Rinascimento, il mito dell’eroe greco, considerato il fondatore della città.
Ercole torna nella città che la tradizione vuole abbia fondato.
A Brescia, dall’11 febbraio al 12 giugno 2011, al Museo di Santa Giulia si terrà la mostra ERCOLE IL FONDATORE. Dall’antichità al Rinascimento che, per la prima volta ne rileggerà il mito, dalle fatiche agli amori, dall’antichità pagana al XVI secolo.
L’esposizione, curata da Marco Bona Castellotti e Antonio Giuliano, coadiuvati da un comitato scientifico composto da Marco Bona Castellotti, Matilde de Angelis d’Ossat, Lucilla de Lachenal, Vincenzo Farinella, Paola Faroni, Irene Favaretto, Antonio Giuliano, Elena Lucchesi Ragni, Carla Maria Monti, Francesca Morandini, AngeloTartuferi, promossa dal Comune di Brescia, prodotta e organizzata da Fondazione Brescia Musei e Artematica, col patrocinio della Regione Lombardia e del Ministero degli Affari Esteri, presenterà una preziosa selezione di opere archeologiche, medioevali e rinascimentali che rappresentano un’articolata e rara campionatura dei temi legati alla figura di Ercole. Sarà, ad esempio, la fronte del sarcofago conservata a Palazzo Altemps di Roma, tra gli esemplari più belli dell’avanzata età imperiale, a illustrare il mito delle dodici fatiche erculee.
La rappresentazione della leggenda di una tra le più conosciute figure della mitologia greco-romana si trova anche su oggetti d’uso, come la Coppa d’argento del Museo Nazionale di Napoli, mentre il suo ritratto a figura intera appare in uno dei pezzi più preziosi fra quelli conservati in Italia, il bronzo ritrovato nel santuario di Sulmona e oggi nel Museo Nazionale Archeologico di Chieti. Altre opere che testimoniano le fatiche provengono dai Musei Vaticani, come il frammento di lastra in terracotta raffigurante Ercole e l’Idra, conservato al Museo Gregoriano Etrusco.
La mostra di Brescia, nuova nel suo genere e argomento, analizza il passaggio fra il mito pagano di Ercole e il recupero che avvenne in sede cristiana nel Medioevo, e poi nel Rinascimento. Per visualizzare questo capitolo, così complesso e profondo dal punto di vista concettuale, si ricorrerà ad apparati fotografici presenti nel catalogo. Le raffigurazioni di Ercole di età cristiana compaiono, infatti, essenzialmente sulle facciate di alcune cattedrali, come quella di San Marco a Venezia e del Duomo di Fidenza. Si tratta di rilievi duecenteschi, nei quali l’eroe è ritratto come vincitore, capace di superare ogni ostacolo. Tra i rarissimi oggetti nostrani con rappresentazioni erculee, si segnala il prezioso Cofanetto duecentesco con le Storie di Ercole sbalzate su lamina d’argento, concesso in prestito dal Duomo di Anagni.
Una sezione significativa è quella che esamina la persistenza del mito di Ercole nel Rinascimento, specialmente in ambito fiorentino. In questo caso, l’Ercole e l’Idra di Antonio del Pollaiolo degli Uffizi, prestito che va considerato assolutamente eccezionale nel panorama delle mostre internazionali, rappresenta un’opera d’arte tra le più eloquenti di tale ripresa culturale dell’antico. Questo capolavoro verrà messo a confronto con alcune placchette in bronzo di proprietà dei Musei di Brescia. Inoltre, saranno esposti la Stregoneria di Dosso Dossi degli Uffizi, che si rifà a un mito di Ercole, e i due eccezionali tondi di bronzo di Jacopo Alari Bonacolsi detto l’Antico, prestati dal Museo Nazionale del Bargello di Firenze.
È proprio nel Quattrocento che a Brescia si innesta la questione della celebrazione del mito di Ercole, in ossequio a una tradizione che dura almeno dal XIII secolo. Il racconto della fondazione della città verrà rilanciato in epoca più tarda da alcuni eruditi e archeologi che si apprestavano a scrivere le prime storie in latino della città, in relazione con l’area del Foro, dove si trovarono testimonianze archeologiche di epoca romana.
La seconda parte della mostra è dedicata quindi al fondatore di Brescia e mette al centro l’area del Capitolium, entro la quale si scoprirono numerose vestigia erculee.
Anche per quanto riguarda la decorazione pittorica, a partire dal Quattrocento la città di Brescia e alcune zone limitrofe vengono decorate con scene che ritraggono Ercole; risalgono a questo periodo gli eccezionali affreschi della chiesa di Sant’Antonio di Anfo, in val Sabbia, con due scene erculee la cui presenza in una chiesa nei pressi del lago d’Idro è motivata dal fatto che l’eroe, secondo la tradizione, avrebbe sconfitto l’Idra, il mostro a nove teste, proprio in quella zona. Più tarde sono le pitture di Lattanzio Gambara e di Romanino nel palazzo del Capitano in Broletto, oggi parzialmente perdute dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, ma documentate dalle fonti antiche di Brescia.
Catalogo Electa.
info e prenotazioni: Numero Verde 800 775083
www.matissebrescia.it
Uffici stampa
CLP Relazioni Pubbliche - Manuela Petrulli, tel. 02.433403; press@clponline.it
Artematica - Paola De Troia, tel. 0422.410886; press@artematica.tv
Comune di Brescia - Luca Nobilini, tel. 030.2977282; ufficiostampa@comune.brescia.it
Immagine: Henri Matisse, Il lanciatore di coltelli, tav. 15, Jazz, Paris, Tériade, 1947, tavola a pochoir realizzata con gouache di Linel, 42 x 65 cm, Le Cateau-Cambrésis, Musée départemental Matisse, © Succession H. Matisse by SIAE 2010,Photo Philip Bernard
Inaugurazione 10 Febbraio 2011
Museo di Santa Giulia
via dei Musei 81/b, Brescia
Orari: lunedì – giovedì: 9.00 - 20.00; venerdì e sabato: 9.00 - 21.00; domenica: 9.00 - 20.00.
Biglietti: Intero € 14,00
Ridotto € 11,00: studenti universitari fino a 26 anni con tessera o libretto, over 60, soci TCI, soci FAI e altre categorie convenzionate.
Speciale Famiglia: ridotto € 11 per gli adulti (per nuclei formati da 2 adulti e almeno 1 minorenne).
Ridotto speciale € 8,00: fino a 18 anni non compiuti.
Ridotto speciale Brescia Musei € 6,00: titolari card “Brescia Musei Desiderio”
Ingresso gratuito: bambini fino a 5 anni, disabili con accompagnatore, soci ICOM.
Ridotto gruppi (solo su prenotazione):
€ 9,00: da 15 a 25 persone (ingresso omaggio per il capogruppo).
Ridotto scuole (solo su prenotazione):
€ 6,00: fino a 25 alunni (2 ingressi omaggio per gli accompagnatori).
Diritto di prevendita di € 1,50 su ogni ingresso prenotato ad esclusione delle scolaresche.