Impermanence. L'artista presenta quattro installazioni site-specific che, come fotografie istantanee, colgono per qualche attimo l'impermanenza della realta' che ci circonda e delineano una geografia normalmente sottratta alla percezione.
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Giovedì 16 marzo si inaugura presso la galleria Ciocca Arte Contemporanea la personale dell'artista Arianna Vanini dal titolo Impermanence. L’artista presenta quattro installazioni site-specific che, come fotografie istantanee, colgono per qualche attimo l’impermanenza della realtà che ci circonda e delineano una geografia normalmente sottratta alla percezione. Arianna Vanini, attraverso l’utilizzo del suono o di materiali familiari come sale, grafite e fiammiferi, conduce lo spettatore in un microcosmo costituito di strutture che si possono empaticamente sentire, che sono in qualche modo, “vicine” alla vita umana. Eppure non rassicurano, sono esseri fragili e precari, talvolta evanescenti, composti della stessa materia del mondo. Sintassi – Altra Sintassi accoglie lo spettatore all’ingresso della galleria: la parete bianca diviene una “lavagna” sulla quale l’artista riscrive, attraverso un alfabeto “matematico”, l’omonimo testo di Carlos Castaneda. Ad un primo sguardo il contenuto non sembra intelligibile, come se l’artista chiedesse idealmente allo spettatore uno sforzo per scardinare i sistemi mentali e sintattici abituali.
L’operazione di riscrittura – così come quella di “rilettura” – diviene così una forma di azione, una sorta di comportamento rituale che non si esaurisce nell’azione ma, attraverso la matematica, tenta di elaborare una forma poetica di conoscenza. Al centro della galleria si incontra Bright Vibration, una grande installazione a pavimento che ricrea una mappatura della salinità degli oceani. L’artista utilizza il sale marino e riflette così sulla dimensione simbolica di questo elemento naturale che nel tempo ha mantenuto immutati significati e significanti, quali vita e morte, conservazione e purificazione, e che è stato soggetto di superstizioni e simbolo di ospitalità. Quello che interessa all'artista nell'utilizzo di un materiale così fortemente simbolico come il sale ci viene suggerito dalla sua stessa etimologia, che contiene i termini “vibrazione” e “onda luminosa”, sottolineando così la sua capacità di creare e preservare la vita, o al tempo stesso di distruggerla; la geografia emotiva che si crea è qualcosa di mutevole e sfuggente, una sorta di “negativo” in cui le terre emerse si costruiscono per sottrazione.
Potential Self-portrait (Lat N 45° 37' 12.00", Long E 8° 50' 24.00", 29.01.1977, 14:00) è una grande installazione a parete composta di centinaia di fiammiferi, ognuno dei quali rappresenta una stella della volta celeste: un'architettura apparentemente fragile ed innocua che, come la vita di un uomo, può consumarsi in pochi secondi. Il titolo dell'opera Potential Self-portrait (Lat N 45° 37' 12.00", Long E 8° 50' 24.00", 29.01.1977, 14:00) ci riporta alle coordinate di un tempo e di un luogo “altri”, rivelando così quella che per l'artista è una mappatura potenziale, una riflessione personale sulla relatività del concetto di tempo. Ma se ciò che sembra reale non è nient’altro che un’elaborazione di informazioni, allora l’interrogativo sul tempo comporta inesorabilmente una riflessione sull’essere? L’ultimo lavoro presente in mostra è 80AU, un’installazione che diffonde negli spazi della galleria suoni misteriosi. L’artista in questo caso ha rielaborato le registrazioni delle onde elettromagnetiche prodotte dai pianeti del sistema solare, riconducendole a una frequenza udibile per l’orecchio umano.
Il titolo dell’opera fa riferimento all’unità di misura astronomica (AU = Astronomic Unit) normalmente utilizzata per definire la dimensione del sistema solare in rapporto alla distanza tra terra e sole. Il suono in questo lavoro viene utilizzato come una materia scultorea che definisce una geografia nello – e dello – spazio. Come nei precedenti lavori, anche qui l'artista attua un ribaltamento di piani, così da offrire allo spettatore un’altra prospettiva, ponendolo al centro di un nuovo sistema di riferimento. Le opere di Arianna Vanini hanno lo stesso carattere effimero del mondo, in continuo mutamento, dove, mentre qualcosa emerge, il resto scompare. Sono raffigurazioni tecniche come lo sono le cartografie vere e proprie, cioè rappresentazioni di un concetto che non intercede per nulla con la realtà effettiva. Lo spazio della creazione si muove sui binari della geografia astronomica e fisica, sul connubio che può derivare da un’arte che scelga di rappresentare poeticamente il “disordine” scientifico dell’universo conosciuto.
Accompagnerà la mostra un testo critico di Matteo Bergamini.
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On Wednesday the 16th of March will be inaugurated at the Ciocca Arte Contemporanea gallery a solo artist exhibition of artist Arianna Vanini titled ‘Impermanence’. The artist has four site-specific installations that, like snapshots, capture a moment of the impermanence of reality that surrounds us and outline a geography that is usually removed from our perception. Arianna Vanini, through the use of sound or of familiar materials such as salt, graphite and matches, leads the viewer in a microcosm consisting of structures that you can feel empathy with, which are somehow "close" to human life. Yet they do not reassure, they are fragile and precarious, sometimes evanescent, composed of the same material as the earth. ‘Sintassi – Altra Sintassi’ welcomes the viewer at the entrance of the gallery: the white wall becomes a blackboard on which the artist rewrites through a mathematical alphabet, the homonymous text of Carlos Castaneda. At first glance, the content does not seem intelligible, as if the artist is asking visitors, ideally, an effort to disrupt the usual syntactical and mental systems. The process of rewriting - as well as that of "reading" - thus becomes a form of action, a kind of ritual behavior that does not end in action, but through mathematics attempts to develop a poetic form of knowledge.
At the center of the gallery visitors will find ‘Bright Vibration’, a large floor installation, which recreates a mapping of the salinity of the oceans. The artist uses sea salt and thus reflects on the symbolic dimension of this natural occurring element that has remained unchanged over time in significance and meanings, such as life and death, conservation and purification, and which was the subject of superstitions and a symbol of hospitality. What interests the artist in using such a highly symbolic material like salt is suggested to us by its own etymology, which contains the words "vibration" and "lightwave", underlining its ability to create and preserve life or at the same time to destroy it; the emotional geography which is created is something that is changeable and elusive, a kind of "negative" in which the lands that have emerged are being built by subtraction. ‘Potential Self-portrait’ (Lat N 45 ° 37 '12.00 ", Long E 8 ° 50 ' 24.00", 29.01.1977, 14:00) is a large wall installation composed of hundreds of matches, each of which represents a star in the sky: an architecture apparently fragile and harmless which, like the life of a man, can be consumed in few seconds.
Inaugurazione mercoledi', 16 marzo 18.30
Ciocca Arte Contemporanea
via Lecco 15 -20124 Milano
Orario: 14:00-19:00 chiuso domenica e lunedi
ingresso libero