Societa' Dante Alighieri
Roma
piazza Firenze, 27
06 6873722 FAX 06 6873691
WEB
Dale Haven Loy
dal 19/11/2002 al 7/12/2002
06 6873694 FAX 06 6873685
WEB
Segnalato da

Maria Bonmassar



approfondimenti

Dale Haven Loy
Cornelia Lauf



 
calendario eventi  :: 




19/11/2002

Dale Haven Loy

Societa' Dante Alighieri, Roma

Per la prima volta si potranno ammirare in Italia circa venti opere di Dale Haven Loy, che rappresentano il lavoro recente, in buona parte prodotto durante il suo soggiorno italiano. Un’occasione immancabile per conoscere l’opera di questa artista, quasi sconosciuta in Italia.


comunicato stampa

L’ambasciata degli Stati Uniti d’America e la Società Dante Alighieri hanno il piacere di annunciare l’apertura della mostra dedicata alla pittrice Dale Haven Loy.

Nel cinquecentesco Palazzo Firenze sarà allestita l’esposizione organizzata e curata da Cornelia Lauf, storica dell’arte e curatrice dell’American Academy in Rome.

Per la prima volta si potranno ammirare in Italia circa venti opere di Dale Haven Loy, che rappresentano il lavoro recente, in buona parte prodotto durante il suo soggiorno italiano. Un’occasione immancabile per conoscere l’opera di questa artista, quasi sconosciuta in Italia.

Dale Haven Loy lavora da trent’anni e ha tenuto importanti mostre a Washington D.C., Los Angeles e New York. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni private come quella di Madeleine Albright e di collezioni pubbliche come la Corcoran Gallery of Art e il Long Beach Museum of Art. Molti scrittori e poeti americani, come Mark Strand e Peter Sacks, hanno scritto di lei.

In un’epoca in cui tutto si consuma velocemente, in cui la comunicazione diventa globalizzazione, l’artista Dale Haven Loy dipinge quadri che sono visioni apocalittiche e atemporali.

Le sue opere sono di piccole dimensioni e realizzate con tecniche molto preziose: olio su tela, su tavola, su gesso. Tutte sono caratterizzate da una ricerca della luce che ricorda la meticolosità dei pittori primitivi senesi, come il Sassetta.

Come dice Mark Strand nell’invito: “I nuovi dipinti tendono a essere piccoli e con temi essenziali. I solidi densi, isolati o in gruppo, sono alti e decentrati su una superficie che talvolta pare essere una tavola e talvolta un tratto di terra nuda. Lo sfondo di solito è scuro e sembra che siano i solidi a generare la propria luminosità. E’ così che i dipinti di Dale Loy appaiono a prima vista. Si qualificano come “a fecund minimum”, per usare un’espressione di Wallace Stevens. Più li guardiamo, più diventano evocativi. La modestia si trasforma in grandeur, la presenza in una forma di sopravvivenza. La loro luce, che dapprima sembra misteriosa e inquietante, in modo inusitato e inspiegabile diventa celebrativa. Sono la prova di quanto la potenza della semplicità, addirittura del rigore, possa affascinare. In questo è la loro grandezza”.

Cornelia Lauf, da parte sua afferma: “Ho deciso di organizzare la mostra di Dale Haven Loy perché trovo molto profondo il suo lavoro. Mi piace promuovere il lavoro delle artiste donne. Mi piace operare sia nel pubblico che nel privato. Mi piace lavorare a Roma e sento che collaborando con istituzioni del calibro dell’ambasciata degli Stati Uniti d’America e della Società Dante Alighieri la cultura viene proiettata in un ambiente che dovrebbe essere la sua collocazione naturale: la diplomazia e la politica. Infatti è solo negli ultimi 200 anni che l’arte e la politica sono diventate estranee l’una all’altra. La dicotomia si ricompone facendo il curatore in questo ambiente e lavorando con artisti come Loy, che crea visioni dell’eterno gioco fluttuante fra la speranza e la disperazione.

Penso inoltre che per portare avanti una pratica post concettuale, come la critica o la storia dell’arte, sia necessario usare determinati prototipi, sia che essi esistano in formati locali o nello stile dei biglietti di invito, sia che si trovi il modo di lavorare con le istituzioni ancora esistenti per trasformarle in luoghi per l’arte. In questo modo si può recuperare la pittura, perfino dopo la morte proverbiale del post-Pop, attraverso un’inquadratura e con la ricognizione del potere intrinseco di un prodotto ben fatto

Nell'immagine: UNTITLES N. 1, 2001, olio su tavola, cm. 25 x 25

DURATA E ORARI MOSTRA:
20 novembre - 7 dicembre 2002
da lunedì a venerdì, dalle 16.00 alle 19.00

Società Dante Alighieri
Piazza Firenze 27, Roma
tel 066873694/5

IN ARCHIVIO [4]
Abruzzo un viaggio nel tempo
dal 26/11/2013 al 5/12/2013

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede