Via Massimiano 2011. La caratteristica principale del lavoro dell'artista risiede nella continua rielaborazione del luogo in cui si trova ad operare. Vedendo le installazioni metonimiche messe in atto dall'artista - trapianti, innesti, condensazioni, elisioni - non puo' che venire in mente cio' che Gilles Deleuze scriveva a proposito dello spazio qualsiasi.
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Galleria Enrico Fornello è lieta di annunciare la prima personale italiana dell’artista olandese
Alien Oosting (1978, Meppel, Netherlands). La caratteristica principale del lavoro dell’artista
risiede primariamente nella continua rielaborazione dello spazio in cui si trova ad operare. Lo
spazio ospitante diviene in questo modo una sorta di medium poroso, un sonar anacronistico
che secerne all’interno la radicalità vibratile della propria dissonanza segreta. Questa catastrofe in divenire si infiltra nel tessuto preesistente, e vi mette in opera un dispositivo di differenze
proliferanti, un principio d’attrito, un lavoro dello spazio che lo fa retrocedere dove non è mai
stato, racchiudendolo in spazi che non si appartengono, estranei nella loro compresenza. Spazi
che pongono il nulla come propria sorgente, portatori sani del germe del proprio disfacimento
preventivo, moltiplicando così i sensi e i significati o, che è lo stesso, sospendendoli tutti.
Vedendo le installazioni metonimiche messe in atto dall’artista – trapianti, innesti, condensazioni, elisioni – non può non venire in mente ciò che Gilles Deleuze scriveva a proposito dello
spazio qualsiasi. Uno spazio assolutamente singolare che ha soltanto perduto la propria omogeneità, cioè il principio dei propri rapporti metrici o il raccordo delle proprie parti, tanto che
le articolazioni possono farsi in modo infiniti. La strategia parassitaria di Oosting diviene così
motore di congiunzioni virtuali, puri eventi di una passibilità che tende a smantellare le determinazioni di luogo, effetti di una sconnessione radicale che sancisce in questo modo che non
esiste misura degna di questo nome, se non è, fondamentalmente, misura dell’impossibilità di
misura.
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Alien Oosting
Via Massimiano 2011
Galleria Enrico Fornello is pleased to announce the first solo show in Italy of the dutch artist
Alien Oosting (1978, Meppel, Netherlands). The main focus of her work primarily lies in the
endless reworking of the space where she happens to act. The hosting space becomes a sort of
porous medium, an anachronistic sonar that secretes the vibrating radicality of its most inner
and secret dissonance. This catastrophe in continuous evolution penetrates in the pre-existing
tissue, enabling a device of proliferating gaps, a principle of friction, an ongoing activity that
keeps on retrograding the space where it has never been, enclosing it in spaces that don’t belong to each other, extraneous in their coexistence. Spaces that assume nothingness as their
own source, spaces that turn out to become the immune carriers of the germs of their own preventive decomposition, increasing senses and meanings or inversely, suspending them all.
Watching the metonymic installations engaged by the artist – transplants, grafts, compressions,
elisions - it comes in a flash what Gilles Deleuze wrote about the any-space-whatever. A
perfectly singular space, which has merely lost its homogeneity, that is, the principle of its
metric relations or the connections of its own parts, so that the linkages can be obtained in
several manners. Oosting’s parasitictal strategy becomes the engine of virtual conjunctions,
grasped as pure liable events that tend to dismantle any determination of locus, consequence
of a radical disjointedness that never stops sanctioning the fact that there is no measure worthy
of this name if it cannot reveal, fundamentally, the measure of the impossibility of measure.
Inaugurazione: Martedì 10 maggio 2011 ore 18
Galleria Enrico Fornello
via Massimiano, 25 - Milano
Orario di apertura: Martedì-Sabato 14-19
ingresso libero