Nell'anniversario dei 150 anni dell'Unita' d'Italia, la quinta edizione del Festival punta sull'utilizzo imprevisto di piazze, musei, teatri, sale da concerto, palcoscenici inediti per generi differenti sparsi per le due citta' coinvolte: dalla classica al pop, passando per il jazz, l'etnica, l'avanguardia. Il consueto omaggio a un paese straniero va ad Haiti.
Con l’impulso ormai diventato tradizione sui circuiti culturali di due città-mondo, entrambe
centro e motore di nuove forme, funzioni e regole del progetto urbano moderno, apre i
battenti la quinta edizione di MITO SettembreMusica, in scena dal 3 al 22 settembre. E,
ancora una volta, Milano e Torino si uniscono nella proposta di un Festival Internazionale
capace di suggerire al pubblico, italiano e non solo, nuovi itinerari di ascolto, passione per
la ricerca, affetto per la tradizione. Fedele alla propria identità, la manifestazione insiste
nello sforzo - perseguito fin dalle origini e poi per tutto un lustro - di immaginare nuovi
spazi ed esperienze musicali per il pubblico. MITO da sempre coinvolge il territorio,
puntando sull’utilizzo imprevisto di piazze, musei, teatri, sale da concerto, palcoscenici
inediti per generi differenti: dalla classica al pop, passando per il jazz, l’etnica,
l’avanguardia. Anche in quest’edizione molteplici sono i luoghi che tornano ad essere
crocevia, rete, sfondo per l’esperienza intrigante del sapere e dell’ascolto.
Nell’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia, forte è la scommessa sul servizio sociale
che la musica può svolgere in modo nobile e articolato, come ponte ideale capace di
mettere in comunicazione epoche e stili diversi. Del resto “mai celebrazioni hanno
conquistato autentica attenzione come questo 150esimo dell’Unità - dichiara Francesco
Micheli, presidente di MITO - e non perché questo fosse il desiderio di qualche regia: era
semplicemente un sentimento in atto. È bastato sollecitarlo. È accaduto per contrasto con
la melassa rissosa della nostra routine, ma in questo caso sia benvenuto il contrasto. E
siano benvenute le note che aiutano a pensare l’Italia in spirito di concordia”. Una triplice
prospettiva, tra passato, presente e futuro, guida la celebrazione della ricorrenza: in primo
luogo MITO SettembreMusica guarda avanti, al tempo che verrà, e si cimenta in
un’operazione di mecenatismo culturale. Grazie al sostegno del Comitato per i
festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia, la quinta edizione del Festival ha infatti
commissionato brani ad alcuni tra i maggiori compositori viventi, italiani e stranieri, che
verranno proposti al pubblico in prima esecuzione mondiale, sia a Milano che a Torino.
L’intenzione, in tutta evidenza, è quella di puntare su risorse intellettuali e creatività, sulle
infinite qualità che il nostro Paese ancora sa offrire al mondo: Salvatore Sciarrino, Fabio
Vacchi, Fabio Nieder, Ivan Fedele, Francesco Antonioni e Matteo Franceschini sono i sei
compositori italiani che hanno accettato la nostra sfida. Li affiancheranno l’inglese
Harrison Birtwistle, il francese Pascal Dusapin, l’americano Michael Daugherty, il
giapponese Toshio Hosokawa, il cinese Guo Wenjing, l’olandese Louis Andriessen e
l’estone Arvo Pärt.
Lo sguardo al passato e il recupero di quella musicalità italiana che, ovunque nel mondo,
ha conquistato lo status di categoria dello spirito, è un altro cardine cui ispirarsi per rendere
omaggio all’anniversario dell’Unità: il tributo a Claudio Monteverdi, che prevede tra gli
altri l’esecuzione de L’incoronazione di Poppea, ha il sapore di una vera e propria
provocazione. Perché ha il coraggio di indicare una precisa e definita identità culturale,
musicale e italiana, stabilita tre secoli in anticipo rispetto all’unità politica e storica del
Paese. Guardando alla grande tradizione, sarà poi il maestro Yuri Temirkanov, con
l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, a presentare al pubblico le musiche dei grandi
compositori russi che all’arte italiana hanno voluto rendere omaggio. Con il ciclo Dalla
Russia con amore al Festival approdano quattro grandi concerti con le musiche sublimi di
Čajkovskij, Rachmaninov, Prokof’ev e Stravinsky.
Da ultimo, sempre in tema di Unità d’Italia, si celebra anche l’epopea risorgimentale: “la
funzione patriottica, esortativa e di cronaca di tante musiche di quegli anni è ancora in
gran parte da studiare e l’onda di riflessioni storiche sollevata dai 150 anni porterà frutti
di grande importanza” dice Enzo Restagno, direttore artistico della manifestazione.
Accanto all’esecuzione di cori, inni e fanfare di epoca risorgimentale, si annuncia già come
un appuntamento imperdibile la riproposizione nella cattedrale di San Gaudenzio, a
Novara, della Messa da Requiem per il re Carlo Alberto scritta da Carlo Coccia e in quella
stessa chiesa eseguita nel 1849.
Non manca, nel programma per i 150 anni dell’Unità d’Italia, uno sguardo alla musica
popolare e alle diversità linguistiche che caratterizzano il nostro paese. Una preziosa
anticipazione di questa parte del cartellone si presenta già il 14 aprile, data successiva alla
conferenza stampa, con un grande concerto in Piazza della Scala a Milano, che vede sul
palco 8 gruppi provenienti da 8 regioni italiane.
Il ritmo intenso della negritude e la passione della cultura negro-africana animano il
consueto omaggio di MITO SettembreMusica a un paese straniero. È infatti Haiti, l’isola
devastata dal sisma il 12 gennaio 2010, la nazione ospite della manifestazione. Antillana,
africana, prima colonia bianca in America, Haiti è terra da sempre al centro di mutazioni ed
esperienze traumatiche. MITO nella sua scelta, ha voluto fare proprie le parole che
pronunciò dopo il terremoto lo scrittore haitiano Dany Laferrière: “Quando tutto cade,
quando tutto sfugge di mano, resta la cultura”. Ecco allora il desiderio di portare ad
esempio per il futuro dei popoli una tradizione complessa, capace di fare tesoro anche delle
ferite subite: le musiche haitiane sono il mosaico esploso dall’incontro del colonialismo
con l’Africa. In scena, dunque, generi e stili diversi: voci, percussioni, l’arte di Beken,
l’Ensemble Erol Josué, la performance graffiante di Moonlight Benjamin. Il Focus Haiti si
arrichisce con il ciclo della rassegna cinematografica milanese: La terra trema - cinema da
Haiti e verso Haiti presenta film d’autore che raccontano la cultura, la ritualità e l’anima
meticcia dell’isola caraibica.
Come nel 2010 il Festival dedica, a Milano, un’intera giornata alla musica africana. Sul
palco si alternano, dal pomeriggio alla sera, artisti di spicco come Lokua Kanza dal Congo,
Boubacar Traoré dal Mali e l’Orchestra National de Barbes, con musicisti provenienti da
Algeria, Francia e Marocco.
Al Festival non mancheranno, come d’abitudine, i grandi nomi della musica sinfonica. Tra
generi e stili differenti resta la qualità, come ideale comune denominatore, a dettare la
linea. Due grandi ricorrenze hanno ispirato gli organizzatori: i duecento anni dalla nascita
di Franz Liszt e i cento dalla morte di Gustav Mahler. L’Ottava Sinfonia (dei Mille) del
grande compositore austriaco, scomparso un secolo fa a Vienna, inaugurerà il Festival a
Torino il 3 settembre, schierando due orchestre e due cori: Orchestra e Coro del Teatro
Regio e Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai con il Coro del Maggio Fiorentino, diretti
da Gianandrea Noseda all’Auditorium Giovanni Agnelli Lingotto. Sarà invece Daniel
Barenboim, nella duplice veste di direttore e pianista, il 4 settembre, ad avviare il cartellone
milanese con la Filarmonica della Scala: in programma, al Teatro alla Scala, musiche di
Mozart, Beethoven e Rossini.
Non resteranno certo delusi dal seguito del programma gli appassionati di classica. Ce n’è
davvero per tutti i gusti: nelle due città arrivano - il 16 a Torino e il 17 a Milano - i
concerti di grande musica sinfonica a prezzo popolare (che l’anno scorso permisero di
coinvolgere oltre 30.000 persone) con i Carmina Burana di Carl Orff e Le Sacre du
printemps di Igor Stravinsky, eseguiti dalla Südwestdeutsche Philharmonie e dal Coro dei
Bamberger Symphoniker, diretti da Vassilis Christopoulos. Una notizia nella notizia: per la
prima volta a Milano, una grande orchestra sinfonica si esibirà al Mediolanum Forum di
Assago, accettando da subito la sfida di coniugare qualità del suono e vasta platea. Da
segnalare poi, per gli amanti della tradizione verdiana, una serata particolare: il 13
settembre, a Torino, un grande concerto a tema con l’Orchestra e il Coro del Maggio
Musicale Fiorentino diretti da Roberto Abbado, promette di fare rivivere alcune delle
pagine migliori del compositore di Busseto.
Le musiche di autori provenienti da paesi che si affacciano sul Baltico animano un curioso
appuntamento milanese da non perdere con la Baltic Youth Philharmonic diretta da
Kristjan Jarvi.
La musica di Gustav Mahler approda ancora al Festival con la Israel Philharmonic
Orchestra diretta da Zubin Mehta, a Milano e a Torino, con l’esecuzione della Sesta
Sinfonia, con Philharmonia Orchestra diretta da Lorin Maazel. Saranno inoltre presenti in
cartellone la Budapest Festival Orchestra con Ivan Fischer, Salvatore Accardo, Uto Ughi e
l’Orchestra di Praga diretta da Latham Koenig con Fazil Say, senza dimenticare un
doveroso omaggio al compositore e didatta Sergio Liberovici, nel ventennale della
scomparsa.
Una nutrita schiera di giovani pianisti sarà protagonista del ciclo dedicato a Franz Liszt,
che offrirà uno straordinario repertorio pianistico con sei appuntamenti in entrambe le città.
Come da tradizione proseguono anche le proposte, ampie e differenziate, di musica sacra e
barocca così come gli appuntamenti per gli amanti della musica contemporanea: Berio,
Petrassi, Donatoni, sono solo alcuni dei compositori che verranno riproposti a settembre, in
un Concerto Promenade, che permette di seguire attraverso le sale del Museo del
Novecento i percorsi della musica e delle arti nel “secolo breve”.
Da sempre modello per nuovi equilibri e proposte, il Festival si apre anche a contributi e
generi diversi. A Torino una sezione jazz sarà segnata dall’incontro e dall’esibizione di
band nate da esperienze differenti, ma tutte valorizzate dal talento di giovani musicisti. A
Milano invece spazio ai break in jazz con artisti che si affacciano alla scena, tra cui spicca
il nome di Alessandro Lanzoni. Art Blakey, Benny Golson, Wayne Shorter, Hank Mobley,
Valery Ponomarev, sono solo alcuni dei numi tutelari del genere che vedranno le loro
musiche riproposte. Nel ventennale della scomparsa omaggio a Miles Davis in entrambe le
città con Enrico Rava, Stefano Bollani, John Scofield e Dave Douglas. A Milano arriva
Stacey Kent, uno degli astri nascenti del panorama jazz mondiale, un’artista unica che
unisce lo swing delle proprie origini americane alle influenze stilistiche e linguistiche
europee.
Un posto importante in cartellone spetta anche alla musica elettronica, al crossover e alle
contaminazioni con altri generi. Christian Fennesz, porterà al pubblico torinese la sua arte
complessa e raffinata. Sempre in questo ambito a Torino il siriano Omar Souleyman con la
sua “jihadi-techno”, gli Emeralds, il trio di Cleveland dall’attitudine improvvisativa e
psichedelica di matrice elettronica e gli A Certain Ratio dall'esplosiva miscela rock-dance
della scena di Madchester. A Milano arrivano Alva Noto e Blixa Bargeld, presenti con
Mimikry, l’islandese Ólafur Arnalds, l’elettro-pop di The Naked and Famous e la voce di
Diamanda Galas. I grandi nomi della musica pop, come di consueto, entrano nel
programma di MITO. A Milano, Ornella Vanoni e Peppe Servillo sono presenti con un
programma in cui si intrecciano le tradizioni musicali milanesi con quelle partenopee e la
Banda Osiris non mancherà di divertire il pubblico del Teatro Franco Parenti. Nei due
capoluoghi, al Palasport Olimpico Isozaki a Torino e al Teatro Smeraldo a Milano, si
esibirà in un doppio concerto Massimo Ranieri. Al Palasport Olimpico di Torino tappa del
tour 2011 di Franco Battiato Up Patriots to Arms. In sintesi: come di consueto sono la
contaminazione e la moltiplicazione di generi a segnare la cifra del Festival.
Portando avanti un filo rosso che già aveva segnato le precedenti edizioni, il Festival rende
protagonisti, tra gli spettatori, anche i bambini e i ragazzi. I numeri parlano chiaro: nei
week end torinesi e milanesi sono molteplici gli incontri con gli autori, i concerti, gli
spettacoli destinati al pubblico più giovane. Diverse anche le strade intraprese per
avvicinare i piccoli al mondo delle note: l’Open Trios riscopre la formula del concerto
raccontato per guidare i bambini all’ascolto di Mozart, Brahms, Donizetti e Stravinsky,
accostati a composizioni popolari siciliane e pizziche salentine.
Proseguono anche i progetti educational del Festival. Accanto alle iniziative rivolte alle
scuole, il Festival propone ogni anno, con la preparazione di materiale didattico specifico,
quest’anno un percorso di avvicinamento alla musica per giovani e adulti: cuore
dell’iniziativa sono gli incontri e lezioni-concerto con alcuni dei maggiori artisti presenti. A
Milano Alfred Brendel propone una lezione-concerto sul carattere musicale partendo dalle
sonate di Beethoven.
MITOFringe/MITO per la città, il Festival off con tanti appuntamenti musicali gratuiti,
tornerà per la terza volta nelle due città, con una grande novità a Milano, dove comincia già
a fine maggio, anticipando il cartellone in tutta la città, con giovani artisti ed ensemble.
Per la chiusura della quinta edizione del Festival arriva in entrambe le città Pierre Boulez
con l’Ensemble Intercontemporain. In programma Pli selon Pli, monumentale riflessione
del compositore sul pensiero di Mallarmé. E a Milano, il 22 settembre, MITO dà
l’arrivederci alla sesta edizione con una grande festa musicale e danzante.
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