Omaggio a Giorgio Vasari in occasione dei 500 anni della nascita. Un festival che omaggia la musica coniugando quella antica con la moderna e contemporanea, la canzone d'autore con il flamenco e il tango, i canti e i suoni celtici con le strutture eleganti del 700 toscano, l'intensita' romantica di Brahms con la trasparenza di Cherubini.
Nell’edizione 2011 di uno dei rari festival invernali, grandi pagine sacre si alternano alla musica contemporanea; la canzone napoletana si coniuga con il flamenco e il tango nella rivisitazione dell’ensemble Flamenco Tango Neapolis; le eleganti architetture musicali che furono lo sfondo sonoro delle serate del Granduca Pietro Leopoldo faranno qui da sfondo ad una sorprendente Festa della Toscana; il Concerto di Natale presenterà magicamente i suoni del mondo: quelli delle arpe celtiche fusi con gli strumenti dell’orchestra moderna, ma anche con la tromba di Mr. Bucci e la voce di Ryoko Kashima. E poi l’incontro con Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte già direttore della Scuola Normale di Pisa, che con Riccardo Chiaberge converserà sul tema del degrado ambientale e presenterà il suo libro “Paesaggio Costituzione Cemento”
Il Festival di Arezzo I Grandi Appuntamenti della Musica sembra conservare il progetto di fondo: sorprendere soprattutto i residenti e portarli a (ri)scoprire le loro chiese o un posto magico come Ca’ de Frati, ribadendo il concetto che se il periodo scelto è quello autunnale, l’obiettivo è di arricchire soprattutto la vita culturale degli aretini. E perciò il Festival autunnale ha più corpo e sostanza rispetto a quello estivo che comunque è portato a strizzare l’occhio ai turisti. Si potrebbe dire che l’edizione che sta per essere inaugurata è caratterizzata, per i motivi che si è detto, da una superiore “serietà d’intenti” .
Un Festival senza sede fissa è un festival insieme disgraziato e fortunato. È costretto ad aguzzare l’ingegno, a prendere in considerazione decine di sedi alternative e – infine – si può permettere il lusso di scartare due splendide chiese di Arezzo utilizzate un po’ da tutti ma che hanno un’acustica orribile. Può usare la civetteria di realizzare due degli eventi più ghiotti in provincia sì ma in uno dei teatri più belli e sonori della Toscana, quello dei Ricomposti di Anghiari. Infine, può definire con un imprenditore illuminato come Fabrizio Niccolai della Residenza e Vivaio Ca’ de Frati di utilizzare un già esistente Spazio Eventi dell’azienda per farlo diventare la Serra Eventi. Non è una forzatura, è una vera serra. Anzi, lo era. Oggi è una grande sala perfettamente illuminata, riscaldata e attrezzata, a nostro parere rappresenta la perfetta integrazione tra parte nobile (la dimora padronale che nemmeno lontanamente lascia immaginare l’attività di residence) e parte agricola (la Serra Eventi comunica con il punto vendita aziendale e il bellissimo vivaio). Se si arriva con un po’ di anticipo, c’è la possibilità di acquistare le mele rugginose o i ceci piccoli della Valdichiana. Un vero lusso.
Un Festival deve essere estroso, forse un po’ pazzo. E proporre nella stessa edizione due capolavori sacri d’età vasariana affidati alla direzione del grande Walter Testolin ma anche gli arrangiamenti terribilmente musicali con cui i musicisti e la danzatrice del Flamenco Tango Neapolis riescono a sposare la canzone napoletana con il flamenco e il tango. E proporre l’elegante Settecento toscano nel corso di una Festa della Toscana che rinuncia ai discorsi d’ordinanza e si affida alle musiche che furono la colonna sonora delle serate del Granduca Pietro Leopoldo, affidandole agli ottimi Auser Musici, che hanno reso prezioso il progetto regionale Tesori Musicali Toscani. E ricordare anche i 150 anni dell’Unità d’Italia con un unico ma sfizioso concerto nel corso del quale il glorioso Trio Chitarristico Italiano suonerà “solo musiche italiane” (ma lo scorso anno il Festival, in anticipo sulla ricorrenza del centocinquantenario, dedicò l’intera edizione alla nostra festa nazionale). Per terminare con un Natale che ci farà ascoltare i suoni magici dei canti medievali celtici e bretoni insieme a ninnenanne secentesche, gighe irlandesi e brani originali, un delirio sonoro dovuto alla fantasia dell’arpista, compositore e direttore Fabius Constable, un musicista che si è inventato l’orchestra d’arpe più grande del mondo, la Celtic Harp Orchestra. Qui ad Arezzo la presenterà con il coro, altri strumenti dell’orchestra moderna e due star della musica giapponese, il trombettista Mr. Bucci e la cantante Ryoko Kashima, barbie dalla voce portentosa.
Il Festival ama davvero i giovani. Dopo avere saggiato il reale entusiasmo dei docenti, ha proposto con successo al preside dell’Istituto Tecnico Economico Buonarroti e del Liceo Scientifico Redi un progetto continuato e impegnativo che permetterà agli studenti – scelti a rotazione ma privilegiando quelli del Laboratorio Musicale annesso allo Scientifico e diretto da Laura Mori – di ascoltare in anteprima, nella loro Aula Magna, gli artisti del Festival che hanno voluto suonare per loro e dialogare con loro.
I giovani fino ai diciotto anni non pagano il biglietto. Che senso ha proporre un ridotto con qualche euro in meno quando c’è l’urgenza di recuperare un pubblico distratto e di creare il pubblico di domani? Per cosa poi, qualche centinaio d’euro in più? No, i ragazzi non devono avere alibi alcuno, ma poter venire, ascoltare e…decidere se tornare. Ad ogni modo, qualcosa resterà anche a loro dopo avere ascoltato il Brahms intenso di Matteo Fossi e Marco Gaggini o il Cherubini del Quartetto Savinio o il Ligeti del Terpsycorsedes.
Quest’anno il Festival aveva voglia di tanta musica e di poche parole, così ha invitato un solo autore ma è nientemeno che Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte di fama internazionale, già direttore della Scuola Normale di Pisa, famoso anche per avere sbattuto la porta in faccia a più di un politico insensibile alla cultura, alla storia e all’ambiente. Qui presenterà il volume di gran successo “Paesaggio Costituzione Cemento”: la serata darà la scossa al Circolo Artistico di Arezzo perché ospiterà il Comitato Alta Tensione animato da Ricciarda Malaspina e da Gioachino Chiarini (pacifico docente di latino dell’Università di Siena ma bellicoso difensore dell’ambiente), che tanto filo da torcere sta dando a Terna e al suo progetto di costruire l’elettrodotto in Valdichiana, Valdarno e nel Chianti. L’incontro sarà moderato da Riccardo Chiaberge. Noblesse oblige.
Per informazioni e programma completo:
T 0575 453841
info@arezzocittadelvasari.it
www.arezzocittadelvasari.it
Concerto inaugurale:
Le piace Brahms?
Matteo Fossi e Marco Gaggini, due pianoforti
Teatro dei Ricomposti di Anghiari, 15 Novembre ore 21
I Grandi Appuntamenti della Musica
Diverse sedi - Arezzo
Biglietti: da gratuito fino a 7 euro