Auditorium Parco della Musica
Roma
viale Pietro de Coubertin, 10
06 80241281 FAX 06 80241212
WEB
Festival delle scienze
dal 18/1/2012 al 21/1/2012
06 802411

Segnalato da

Massimo Pasquini




 
calendario eventi  :: 




18/1/2012

Festival delle scienze

Auditorium Parco della Musica, Roma

Settima edizione del festival, dedicata al tema de Il Tempo, con lectio magistralis, dibattiti, conferenze, eventi per le scuole, mostre e spettacoli tra analisi scientifica, indagine filosofica e qualche incursione nella fantascienza. Ampio spazio e' dedicato a installazioni, performance e video con opere di Bill Viola, Gyoergy Ligeti, Valentina Vetturi...


comunicato stampa

Il tempo è ciò che accade quando non accade nient’altro.
(Richard Feynman)

Si fa presto a dire tempo. Perché proprio il concetto più pervasivo dell’indagine umana, la parte integrante della nostra realtà e della nostra quotidianità, resta uno dei misteri più insondabili. Da sempre. Tempus fugit, dicevano i latini. E infatti il tempo fugge e ci sfugge, nonostante l’uomo cerchi di afferrarne l’essenza. Indagandolo, misurandolo, spezzettandolo in ore, giorni e mesi: l’idea del tempo, infatti, è il risultato dell'intrecciarsi di una molteplicità di storie. Da quella dell'astronomia a quella della fisica, della biologia e della psicologia, da quella religiosa a quella delle invenzioni tecniche. E poi l’arte, la musica, la poesia, l’economia, la storia: il tempo le pervade, oggetto di indagine e soggetto, burattinaio che si fa beffe di calcoli e indagini filosofiche. Lasciandoci ancora, nell’era degli esperimenti con i neutrini e degli studi sul teletrasporto, mentre frughiamo nella nostra mente, nei neuroni e nell’universo, con la stessa identica domanda: cos’è, davvero, il tempo?

Tra analisi scientifica, indagine filosofica e qualche visionaria incursione nella fantascienza che è già qui, prende il via la settima edizione del Festival delle Scienze, in programma da giovedì 19 a domenica 22 gennaio 2012 all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Prodotto dalla Fondazione Musica per Roma, in collaborazione con Codice. Idee per la Cultura, il Festival sarà un viaggio attraverso lectio magistralis, incontri, dibattiti, caffè scientifici, eventi per le scuole, mostre, spettacoli, con i grandi nomi della ricerca scientifica italiana e internazionale. Ma anche con filosofi, storici e scrittori, che indagheranno il significato profondo di questa quarta dimensione che trascende quello che possiamo vedere e toccare. E che va a coinvolgere la nostra essenza più profonda.

Saranno le domande, tante e insolute, a pervadere questa edizione della manifestazione: il futuro e il passato sono reali come il presente? Passa il tempo quando nulla cambia? È possibile viaggiare nel tempo? Esisteva il tempo prima del Big Bang? Quali meccanismi neuronali spiegano la nostra esperienza del tempo? È, il tempo, infinito? Concepiamo tutti il tempo allo stesso modo?
Come parliamo del tempo nei nostri linguaggi? Quali formalismi logico-matematici modellano adeguatamente il ruolo che il tempo svolge nei nostri ragionamenti?

Ad affrontare questi e altri quesiti si alterneranno, tra gli altri, l’antropologo statunitense Ian Tattersall che parlerà del tempo profondo dell’evoluzione. Julian Barbour, fisico britannico che ha teorizzato in La fine del tempo (Einaudi, 2003) che, in realtà, il tempo non esiste affatto. John Richard Gott III, professore di astrofisica all’Università di Princeton che nel ’91 teorizzò la possibilità di creare una macchina del tempo basata sulle corde cosmiche. Peter Ludlow, professore di filosofia alla Northwestern University, che nei suoi studi spazia dalla linguistica al cyberspazio. O Carlo Rovelli, fisico che ha teorizzato la “gravitazione quantistica a loop” per descrivere le proprietà quantistiche del tempo e dello spazio. Fino a scrittori come Stefano Benni, che il tempo lo riescono a mettere in parole. E in musica.

L’inganno del tempo. Conferenze, dibattiti, laboratori tra teletrasporto, metafisica e cervello. Per rispondere alla domanda: ma il tempo esiste fuori o dentro di noi?

Ad inaugurare il programma di conferenze del Festival, giovedì 19 gennaio alle 19 in Sala Petrassi, sarà l’astrofisico, scrittore e poeta francese Jean Pierre Luminet, esperto di fama mondiale di cosmologia e buchi neri e autore di testi come L’invenzione del Big Bang. Storia dell’origine dell’Universo (Dedalo, 2006) e di La parrucca di Newton (La Lepre edizioni, 2011). Introdotti da Vittorio Bo, si svolgeranno anche gli interventi di Francesco Profumo, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, di Aurelio Regina, Presidente della Fondazione Musica per Roma e di Carlo Fuortes, Amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma.

Se il tempo, nel cosmo, diventa un concetto relativo e flessibile, ci si domanda: il tempo è dunque morto? Si può teorizzare una “fine del tempo”, proprio come Francis Fukuyama proclamava la “fine della storia”? Il più convinto teorico della fine del tempo, Julian Barbour, sarà domenica 22 gennaio alle 21 in Sala Petrassi per dialogare con il filosofo, matematico ed epistemologo Giulio Giorello durante l’incontro Esiste il Tempo?. E aprire uno squarcio verso concetti come i mondi multipli, i viaggi nel tempo, l’immortalità, l’illusione del moto. Perché con il tempo si può giocare, in un certo senso. Andare oltre, con uno sguardo alla metafisica, come farà Ned Markosian, professore alla Western Washington University in È possibile viaggiare nel Tempo?, venerdì 20 gennaio alle 16 in Sala Petrassi, introdotto da Vittorio Bo. O sfidarlo, apertamente. Aprendo spiragli che sanno di fantascienza. Come Il viaggio nel Tempo nell’universo di Einstein, lectio magistralis di John Richard Gott III, che domenica 22 gennaio alle 12 in Sala Petrassi introdotto da Amedeo Balbi spiegherà la sua teoria di macchina del tempo, che funzionerebbe grazie alla tensione antigravitazionale delle ipotetiche corde presenti nell’universo.

Ma il tempo, allora, è un concetto “flessibile”, “violabile” in un certo senso, oppure oggettivo e misurabile? Come si fissano, allora, le “convenzioni” che lo riguardano? Lo spiegherà Dava Sobel, divulgatrice scientifica statunitense, nella lectio Come il Tempo è riuscito a mettere il mondo al suo posto sabato 21 gennaio alle 11 in Sala Petrassi, con un’introduzione di Armando Massarenti. E cosa resterebbe del "nostro" tempo se non ci fosse nessuna oggettiva nozione di simultaneità? Sulle diverse nozioni del concetto di tempo interverrà Giovanni Amelino Camelia, uno dei principali studiosi italiani di gravità quantistica, proponente della “Doubly Special Relativity”, nell’incontro Una breve storia del Tempo: prima, durante e (forse) dopo Einstein sabato 21 gennaio alle 17, con un’introduzione di Giovanni Spataro. Ma il tempo, oltre a essere un concetto matematico, è tutt’altro che astratto. Imprime i segni del suo passaggio, sul nostro pianeta e negli esseri viventi. Sarà l’antropologo statunitense Ian Tattersall - autore di Il cammino dell’uomo (Garzanti, 2004), con cui ha vinto il prestigioso premio “W. W. Howells” dell’American Anthropologican Association – sabato 21 gennaio alle 16 in Sala Petrassi a parlare de Il Tempo profondo dell’Evoluzione introdotto da Telmo Pievani.

Ma il tempo è anche velocità, capacità di andare oltre, di spingersi sempre al di là dei propri limiti. A Tempo: record e limiti umani è dedicata il dialogo di sabato 21 alle 21 in Sala Sinopoli tra il giornalista Oliviero Beha, l’atleta Andrew Howe, detentore del record italiano di salto in lungo e Stefano Tamorri, presidente dell’Associazione Italiana Psicologia dello Sport. Tempo e Stress sarà invece l’argomento della lectio magistralis di Ronald D. Siegel, psichiatra americano docente presso la Harvard Medical School ed esperto di mindfulness meditation, che si terrà domenica 22 gennaio alle 16 in Sala Petrassi introdotto da Letizia Gabaglio. Mentre domenica alle 18 in Sala Petrassi si scoprirà che il tempo è sì relativo. Ma anche a seconda delle diverse latitudini: a discutere di Geografia del Tempo: la concezione del tempo tra le culture e tra gli individui saranno Robert V. Levine (autore di Una geografia del tempo, Fioriti, 1998) e l’antropologo Marco Aime, con una animazione video di Philip Zimbardo e introduzione di Vittorio Bo.

Se il modo di percepire il tempo cambia da individuo a individuo, l’indagine ci porta sempre più lontano. Non nel cosmo, verso nuovi mondi. Ma dentro di noi. Come percepiamo l’esperienza del tempo? Come ne parliamo? Il professore di filosofia Peter Ludlow e Yael Sharvit, professore di Linguistica all’Ucla University, venerdì 20 gennaio alle 18 in Sala Petrassi discuteranno di Il tempo nel linguaggio e il linguaggio del Tempo, introduce Sandro Zucchi. Mentre sabato alle 18 in Sala Petrassi si entrerà nei recessi profondi della psiche, con Il Tempo nella mente e il Tempo nel cervello, con Lera Boroditsky, studiosa di linguistica cognitiva, introdotta da Alberto Oliverio. Fino ad affermare: Il Tempo non esiste, domenica 22 gennaio alle 17 al Teatro Studio con il fisico Carlo Rovelli introdotto da Jacopo Romoli.

Proprio sul concetto di relatività, sull’antinomia tra il “tempo della scienza” e il tempo percepito, si basa il Caffè Scientifico (Bart) Tempi della scienza e Tempi dell’uomo: una conversazione sul concetto di Tempo, a cura di Giunti Editore, sabato 21 gennaio alle 18.30 con Mauro Dorato, docente di Filosofia della Scienza all’Università di Roma 3, e Sergio Doplicher, docente alla Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali all’Università La Sapienza di Roma, introduce Emiliano Ricci. Il tempo si fa dunque racconto, narrato da chi, attraverso registri diversi, ne comunica al grande pubblico la complessità: domenica 22 gennaio alle 19 al Teatro Studio lo scrittore e giornalista Bruno Arpaia, il genetista e antropologo Francesco Cavalli Sforza e la sociologa Stefania Polvani (modera Elisa Manacorda) dialogheranno sul tema Raccontare il Tempo e i Tempi della scienza, a cura del Master SGP - Le scienze della vita nel giornalismo e nei rapporti politico istituzionali – Università La Sapienza, Roma, in collaborazione con Pfizer.

Il tempo si fa spettacolo. Tra record, metronomi e sinfonie. Con brio.

Il tempo come sinfonia. Larghissimo, lento, andante, allegro. L’Auditorium si trasformerà in un grande metronomo, dove si girerà il mondo a suon di fischi e tic tac, si ripercorrerà il secolo “breve” e ci si chiederà Che ore sono attraverso le parole di Stefano Benni. Messe in musica, per scoprire che il tempo delle lettere d’amore è variabile e che certe tragedie hanno l’orologio. Perché il tempo non è solo questione di record e di cronometri. Ma (anche) di ritmo. Non resta che farsi trasportare.

La sera dell’inaugurazione del Festival, giovedì 19 alle 21, in Sala Sinopoli ci sarà il reading musicale di e con Stefano Benni Che ore sono, accompagnato al pianoforte da Umberto Petrin (suono di Fabio Vignaroli e luci di Viviana Dominici). Protagonista sarà la musica anche sabato 21 alle 19.30 nello Spazio Ascolto Studio 3, dove verrà presentato Lezioni di Tenebra di Lucia Ronchetti, primo disco della serie Contemporanea del Parco della Musica Records: con la compositrice interverranno Stefano Catucci e Oscar Pizzo.

Il senso del tempo e del suo scorrere sarà reso anche attraverso suggestive performance, video, racconti visionari e voci dilatate trasformate in memoria. Come il video-concerto Three Tales (video di Beryl Korot; musiche di Steve Reich) interpretato dal PMCE Parco della Musica Contemporanea Ensemble con la direzione di Tonino Battista, che si terrà venerdì 20 gennaio alle 21 in Sala Sinopoli. Mentre dalle 18 di sabato 21 fino alle 18 di domenica 22 gennaio nello Spazio Risonanze sarà possibile assistere alla performance no stop Vexations 24 ore di musica perpetua di Erik Satie. Inoltre domenica 22 gennaio alle 11 presso il Teatro Studio il pubblico potrà partecipare al laboratorio/concerto Lab in time, a cura di Antonio Caggiano con i percussionisti del PMCE Parco della Musica Contemporanea Ensemble.

Per tutta la durata del Festival, poi, nella Sala Ospiti sarà possibile vedere il video continuo Hatsu-Yume (First Dream), (1981, per Daien Tanaka) di Bill Viola, mentre nel Guardaroba della Sala Sinopoli ci sarà il video Bikini di Steve Korot & Steve Reich. Nel Foyer della Sala Petrassi il pubblico potrà vedere le installazioni I am sitting in a Room di Alvin Lucier e Cerimoniale musicale per 100 metronomi, il Poéme Symphonique di György Ligeti (in collaborazione con CIAMPI). Non mancheranno gli exhibit: nel Foyer della Sala Sinopoli ci saranno infatti L’uomo e il tempo. Una gara eterna: lo startometro a cura di ScienzAttiva e Cronografie: alla ricerca di una definizione di Tempo a cura di dmostra. Presso AuditoriumArte ci sarà la videoinstallazione Serie Panorama di ZimmerFrei e l’installazione La Macchina che Produce il Tempo di Valentina Vetturi.

Anche per questa settima edizione del Festival delle Scienze, infine, i microfoni di Radio3 Scienza tornano all'Auditorium Parco della Musica di Roma per dare voce, con collegamenti quotidiani dal 19 al 22 gennaio, ai suoi protagonisti.

PROGRAMMA MOSTRE, INSTALLAZIONI, PERFORMANCE E VIDEO

In occasione della settima edizione del Festival delle Scienze ampio spazio sarà dedicato a mostre, installazioni, performance, video ed exhibit che affronteranno il concetto di tempo pervasivo e parte integrante della nostra realtà.

PERFORMANCE
Erik Satie
Vexations
Spazio Risonanze
No stop da sabato 21 ore 18.00 a domenica 22 ore 18.00
Ingresso libero

Vexations, di Erik Satie, (1893) è una delle più straordinarie composizioni del musicista francese, non tanto dal punto di vista musicale, quanto per la performance che la sua esecuzione richiede: 35 battute ripetute sempre di continuo, da un alternarsi di centinaia di pianisti, tutto dal vivo e per la durata di un giorno. Una sorta di meditazione temporale senza eventi.

VIDEO
Video Beryl Korot
Musiche Steve Reich
Bikini
Guardaroba Sala Sinopoli
Da giovedì 19 a domenica 22 dalle ore 10.00 alle ore 21.00
Ingresso libero

Basato sull'esperimento atomico nell'atollo del Pacifico, Bikini di Beryl Korot & Steve Reich è il secondo movimento di Three Tales, la cui esecuzione integrale sarà in scena il 20 gennaio in Sala Sinopoli alle ore 21.00. Il count-down del cronometro verso lo zero viene dilatato, sospeso, retrogradato, ricordandoci (inutilmente) l'importanza della creazione umana secondo la Genesi.

VIDEO
Bill Viola
Hatsu-Yume (First Dream)
Sala Ospiti
Da giovedì 19 a domenica 22 dalle ore 10.00 alle ore 21.00
Ingresso libero

Oggetto del video di Bill Viola è il tempo di una città, Tokio. L'occhio della macchina da presa compie un itinerario attraverso i paesaggi del Giappone, dalle zone rurali dell'estremo nord - con la "terra dei morti" presso il Monte Osore - al mondo sotterraneo delle strade della Tokyo notturna, con le sue mille luci. La struttura dell'opera segue il ciclo del giorno - la linea di separazione tra luce e buio, antico e nuovo, natura e città, oggetto e soggetto, pensiero razionale e intuizione inconscia.

INSTALLAZIONE
Alvin Lucier
I am sitting in a room
Foyer Sala Petrassi
Da giovedì 19 a domenica 22 dalle ore 10.00 alle ore 21.00
Ingresso libero

I am sitting in a room di Alvin Lucier (1969) indaga sulla parola che, ripetuta nel tempo e sempre più lontana, si fa man mano meno intelligibile, e diviene pura creazione artistica, puro suono, infinito gorgoglio.

INSTALLAZIONE
György Ligeti
Poème Symphonique
Guardaroba Sala Petrassi
Da giovedì 19 a domenica 22 dalle ore 10.00 alle ore 21.00
Ingresso libero

Cerimoniale musicale per 100 metronomi, il Poème symphonique di György Ligeti (1962) è una sorta di 'grado zero' della riflessione sul tempo nella musica. La meccanica di 100 metronomi calibrati con tutte le gradazioni temporali possibili creano una foresta ritmica prossima all'entropia per disvelarsi con il tempo in una micidiale macchina del silenzio.

LABORATORIO/CONCERTO
Lab in time
A cura di Antonio Caggiano
Con i percussionisti della PMCE
Parco della Musica Contemporanea Ensemble
Teatro studio
Domenica 22 ore 11
Ingresso 2 euro

Questo laboratorio tenuto dai giovani percussionisti del PMCE vuole esplorare alcuni concetti del tempo musicale: Tempo metrico, Tempo come ritmo nello spazio, Tempo come memoria e il Tempo presente, con un viaggio nel mondo colorato dei timbri e dei ritmi degli strumenti a percussione, attraverso opere di importanti compositori del novecento tra i quali: J. Cage, S. Reich., E. Toch. In questo laboratorio i partecipanti saranno coinvolti attivamente dai percussionisti che, con attività interattive e ludiche, li condurranno nel mondo magico delle percussioni in un gioco di suoni e ritmi. I partecipanti avranno altresì la possibilità di esplorare e di ri-conoscere innumerevoli suoni del paesaggio sonoro che li circonda attraverso performances in cui sono utilizzati oggetti di uso quotidiano come : tavoli, sedie bicchieri, posate, posacenere. etc. Il laboratorio prevede tre fasi: nella prima il pubblico, guidato dai percussionisti con giochi musicali nel mondo magico delle percussioni, eseguirà piccoli pezzi composti per l'occasione. Nella seconda fase il pubblico collaborerà all'esecuzione di brani eseguiti dai percussionisti e nella terza saranno spettatori di un piccolo concerto per strumenti a percussione e voce.

VIDEOINSTALLAZIONE
ZimmerFrei
Panorama
AuditoriumArte
Da giovedì 19 a domenica 22 dalle ore 10.00 alle ore 21.00
Ingresso libero

La serie dei Panorama - ritratti di città incentrati sulla complessa dimensione temporale dell'immagine in movimento - prende avvio nel 2004 a Roma a Piazza del Popolo. "Lo spazio percorso è passato, il movimento è presente", dichiara ZimmerFrei. L'intento di visualizzare la materia tempo e il suo indissolubile legame con lo spazio è il tema della serie dei Panorama, girato ognuno in una città diversa. In questi lavori video la sovrapposizione di piani temporali diversi altera le consuete coordinate spazio-temporali, aprendo a ciò che gli artisti definiscono 'un paesaggio temporale parallelo', un paesaggio immaginario che ci porta a interrogarci sulla supposta naturalezza spazio-temporale della nostra realtà.

INSTALLAZIONE AUDIO
Valentina Vetturi
La Macchina che Produce il Tempo
AuditoriumArte
Da giovedì 19 a domenica 22 dalle ore 10.00 alle ore 21.00
Ingresso libero

Una installazione sonora che è ricordo di parole sul tempo raccolte e filtrate dalla memoria dell'artista, le parole danno luogo ad un'esperienza dilatata, continua, fisiologica: la possibilità di prendere Tempo. L'indagine sul tempo soggettivo, su cosa sia il tempo per ognuno di noi, sull'unicità della percezione e della memoria rispetto al tempo, sono le questioni affrontate nell'installazione audio di Valentina Vetturi, La Macchina che Produce il Tempo. La voce dell'artista che reitera la domanda 'cosa è il tempo per te' acquista una presenza scultorea che permea e satura lo spazio altrimenti vuoto, sollecitando lo spettatore alla riflessione sul proprio senso del tempo.

EXHIBIT
L'uomo e il tempo: una gara eterna.
Lo startometro.
Foyer Sala Sinopoli
Giovedì 19 e venerdì 20 mattina riservato alle scuole, chiuso al pubblico
Sabato 21 e domenica 22 dalle ore 9.00 alle ore 21.00
Ingresso libero

Nell'installazione verrà calcolato il tempo di reazione in una gara sportiva. Un commento audio simulerà il giudice di gara prima dello sparo. I 'corridori' reagiranno a questo start e compiranno una breve corsa. Il tempo intercorso tra lo sparo e lo stacco, verrà calcolato e trasmesso come filmato sul monitor posto nella zona dell'installazione.

EXHIBIT
Cronografie
Alla ricerca di una definizione di tempo
Foyer Sala Sinopoli
Giovedì 19 e venerdì 20 mattina riservato alle scuole, chiuso al pubblico
Sabato 21 e domenica 22 dalle ore 9.00 alle ore 21.00
Ingresso libero

Un'installazione, che e' anche un percorso di gioco, per capire cosa e' il tempo. Grazie a bravi audio, video, immagini, citazioni, canzoni, opere d'arte e film, i tanti volti nei quali l'uomo riconosce il concetto di tempo diventano piccole domande e l'allestimento si trasforma in un gioco-spettacolo.

Ufficio Stampa Fondazione Musica per Roma
tel. 06-80241574-228-261-583
www.auditorium.com

Inaugurazione giovedì 19 gennaio ore 19.00 - Sala Petrassi - Auditorium Parco della Musica. Con la partecipazione di Jean Pierre Luminet, Vittorio Bo e Carlo Fuortes

Auditorium Parco della Musica
viale Pietro de Coubertin, 10 - Roma
L’ingresso agli eventi, salvo dove diversamente indicato, è a pagamento al costo di 2 euro

IN ARCHIVIO [238]
Giami Piacentile
dal 7/12/2015 al 9/1/2016

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede