Un'iniziativa che nasce dalla fusione di Netmage con F.I.S.Co. e vede coinvolti 30 artisti in 6 diversi luoghi della citta'. Incentrato sulle live arts, intese come insieme eterogeneo di pratiche che ruotano intorno alla presenza, alla dimensione performativa e all'esperienza percettiva di suoni e visioni, l'iniziativa propone un programma internazionale che riflette una concezione dell'arte come esperienza, fatta di temporalita', posture e immaginari.
Xing presenta Live Arts Week, una nuova iniziativa che nasce dalla fusione tra le
esperienze di Netmage - International Live Media Festival e F.I.S.Co. - Festival
Internazionale sullo Spettacolo Contemporaneo.
Live Arts Week promuove l'intreccio tra discipline e forme di espressione, ed offre
momenti di coabitazione tra artisti e pubblici di diversa provenienza. Incentrato
sulle live arts, intese come insieme eterogeneo di pratiche che ruotano intorno alla
presenza, alla dimensione performativa e all’esperienza percettiva di suoni e
visioni, propone un programma internazionale che riflette una concezione dell’arte
come esperienza, fatta di temporalità, posture e immaginari. La scelta di lanciare
il nuovo evento come 'settimana' intende rompere con la concezione di un festival
visto come punta consumistica della vita culturale di una città. Si tratta piuttosto
di una coabitazione di forme diversificate per dimensione ed intensità - concentrate
in un tempo limitato che presentino l’arte come un fatto complesso ma coeso.
L'evento avrà luogo a Bologna dal 24 al 29 aprile e si svilupperà nell'arco di una
settimana in sei diversi luoghi del centro storico, con un programma che permette di
attraversare un insieme di spazi-mondo attivati da personalità di spicco della
ricerca contemporanea internazionale. Trenta artisti nel complesso, raggruppati in
'scene' e 'compagni di specie'. L'impianto suggerisce un evento cittadino diffuso
scandito in un palinsesto di accadimenti, performance, spettacoli, concerti e live
media con date uniche, produzioni e anteprime assolute, strutturando una poliedrica
sinusoide spazio/temporale. L'insieme propone una visione coerente e frammentata,
apprezzabile sia nel suo complesso sia che in aggregati componibili dallo
spettatore, offrendo la possibilità di 'frequentare' i progetti e seguirne le
evoluzioni: entrare/uscire, ritornare/abbandonare, insistere/sorvolare,
isolarsi/partecipare.
Elemento distintivo è l'eterogenità delle durate e delle densità degli accadimenti
raccolti, che contemplano messe in opera con tempi molto dilatati, lunghe e lente
successioni, o veloci colpi di frusta. Luoghi e situazioni contraddistinti da
strutture produttive aperte e in progress, formule ibride tra la conferenza
scientifica e l'azione, Salons di ricerca, e iper-metraggi di immagini e suoni.
Gianni Peng, nome che accompagnerà il festival nella sua crescita biologica, sta ad
indicare il momento di queste transizioni. E' un fenomeno, non una persona: un nuovo
soggetto identitario, improbabile ma reale, da trattare come un concetto astratto.
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Il progetto NOWHERE apre e chiude, come una larga parentesi, Il programma di Live
Arts Week inaugurando il 24 aprile per concludersi il 5 maggio con il passaggio di
testimone ad Angelica Festival Internazionale di Musica, partner dell'operazione
assieme al Teatro Comunale di Bologna per i 100 anni di John Cage. NOWHERE,
concepito e realizzato da Marino Formenti, artista di spicco nel panorama della
musica contemporanea internazionale, è un non-luogo nel centro della città. Per
dodici giorni il pianista Formenti siede al pianoforte, suona, vive, respira, dorme
nello stesso luogo, contemporaneamente ed impietosamente pubblico e privato. Sfuma
la divisione tra scena e vita, tra giorno e notte, annullando le convenzioni di
tempo, programma e luogo. Le giornate stesse diventano musica. La gente è invitata a
fermarsi, a tornare e riascoltare: un modo per vivere la musica in una dimensione
radicalmente diversa.
L'opening serale di apertura di Live Arts Week del 24 aprile avrà luogo al Teatro
Duse con la prima italiana di Low Pieces del coreografo francese Xavier Le Roy,
spettacolo presentato al Festival d'Avignon 2011, che vede impegnato uno
straordinario team di otto interpreti/autori internazionali. Low Pieces si interroga
su come percepiamo il corpo: rifiutando i codici dell'abito e sottraendo il
movimento alle abitudini sociali, Le Roy propone allo sguardo dello spettatore una
comunità svincolata della sua umanità. Animale? Meccanica? Vegetale? Davanti agli
occhi del pubblico una suite di passaggi coreografici suggerisce un altro modo di
essere al mondo.
Sede centrale di Live Arts Week è Palazzo Re Enzo, affacciato su Piazza Maggiore.
Snodo geografico e partecipativo della settimana, ospita il campo base per artisti e
pubblico. Si tratta di un ambiente realizzato e vissuto da Canedicoda e Mirko Rizzi
(Gabbianacci) e vedrà tra le altre cose anche l'emissione live e performance sonore
progettate da Ottaven con ospiti inattesi.
Sempre Palazzo Re Enzo ospita Flogisto, un'opera ambientale commissionata a Luca
Trevisani. Flogisto è una macchina misteriosa per la cattura delle tre dimensioni,
un Locus solus ricostruito sullo spazio planare di uno scanner che si espande nello
spazio. Trevisani è un artista che porta avanti un originale percorso di
reinvenzione degli ambienti percettivi innestando la tradizione del paesaggio con
quella delle macchine celibi,
Il salone principale del palazzo, ospita una programmazione disseminata lungo l'arco
della settimana che incrocia live media e live musicali. Saranno presentate comunità
e scene artistiche inedite accanto a riproposizioni di artisti sperimentali storici.
Immaginando nuove centralità, il programma esplora come e in che misura
un'attitudine diffusa di sguardo al passato – una 'retromania' che attraversa tanto
le arti visive quanto il mondo delle sonorità contemporanee - stia reinventando e
fondando nuove forme (Blues Control e Laraaji sono in questo senso esemplari di un
fenomeno globale di resurrezione e riappropiazione dell’intero genere new age). E'
un palinsesto che concentra l'attenzione su fenomeni dall'apparenza territoriale,
distretti in cui la creazione musicale e visiva sta determinando immaginari
destinati ad attraversare gusti e comportamenti, stili espressivi e modalità di
fruizione e di intrattenimento (è il caso della scena di Los Angeles con The Claw
composto da Kingdom, Total Freedom e Nguzunguzu, e dello scavo intergenerazionale
sulla scena belga di Anversa con Vom Grill, Yannick Val Gesto, Orphan Fairytale).
Live media e dimensione cinematica, sono invece indagati con progetti che segnano
una visione proiettata in avanti, rispettivamente con Floris Vanhoof, artista
poliedrico e musicista con affondi nello sperimentalismo cinematografico, e
Hieroglyphic Being, produttore dance asimmetrico e visionario.
L'invito ad Hartmut Geerken, musicista e filmmaker tedesco figura ponte di una
relazione con la grande tradizione dello sperimentalismo musicale, è all'insegna di
un confronto con chi ha saputo navigare nell'universo delle ricerche (da Sun Ra ad
Hachternbusch) trovandosi inevitabilmente a rilanciare spore di immaginario verso il
futuro. In questo caso Geerken è protagonista dell'attivazione degli spazi del
palazzo con The White Screen is a Red Cape, una sessione immersiva di otto ore
costituita dalla proiezione di rarissimi documenti video di azioni e performance
degli anni '70, girati con strano estro, e intarsi sonori realizzati dal vivo
dall'autore.
Altra sede cardine di Live Arts Week è lo Spazio Carbonesi, che ospita una mostra e
due progetti modulari articolati in capitoli. Dei Salons con lecture/performance,
tea time & guests che invitano a seguire l'avanzamento delle ricerche di Cristina
Rizzo e Lucia Amara con LOVEEEE - Primo, Secondo e Terzo discorso con esercizi di
grazia (25, 26 e 27 aprile) e di Antonia Baehr con Beginning with Abecedarium
Bestiarium (28 e 29 aprile).
Connubio tra coreografia (Cristina Rizzo) e pensiero teorico (Lucia Amara), Loveeee
vede il coinvolgimento di tre artisti invitati, Robert Steijn, Christine De Smedt e
Mattin. Punto di partenza per questa occasione di pensiero/pratica è il dispiegarsi
di un discorso e di esercizi attorno al tema della ‘grazia’ intesa come attitudine,
come politica del corpo, come economia della bellezza. La grazia è una categoria di
confine, lontana dalla perfezione sicura e statica del bello. La sintassi è quella
dell’impianto occasionale e provvisorio. Ciascuna apertura al pubblico proporrà
quindi un'articolazione di materiali e interventi parallelamente alla produzione
dell'ospite. Nel caso del performer, coreografo e drammaturgo olandese Robert
Steijn, il materiale di partenza sarà il solo Deer Dance. Steijn, sciamano
contemporaneo, cerca di riportare la magia nella vita e nel teatro. Il suoi
strumenti sono corpo e mente. Christine De Smedt, coreografa belga con un passato di
studi criminologici, è co-fondatrice della compagnia belga Le ballets C de la B.
Attualmente svolge ricerche sul ritratto personale/impersonale: il gesto impossibile
di interiorizzare i pensieri dell'altro. Mattin, musicista basco, lavora
sull’improvvisazione, il noise e l’architettura sociale dello spazio. Nel contesto
di Loveeee è invitato a mettere in discussione la relazione stereotipata tra il
performer 'attivo' e il pubblico 'passivo', e a praticare una fisicità radicata nel
contrasto.
Per proseguire, lo spazio Carbonesi ospita la performer e coreografa Antonia Baehr
con il progetto Beginning with Abecedarium Bestiarium. Se il chiodo fisso di Baehr è
esplorare la possibilità di separare un’espressione dal suo substrato emotivo, non
può che incuriosire l'avvio di un nuovo progetto non antropocentrico sulle affinità
in cui setaccerà sonorità, gesti e caratteri appartenenti a bestie e uomini.
Il primo Salon tenuto da Baehr si intitola D is for Dog, ed apre una nuova serie di
soli per un ABC performato sull'Animalità. Miscelando il concerto vocale, il record
spinning, la conferenza etnologica e la vetusta tecnologia del ricalco su lavagna
luminosa, questa performance è un invito ad entrare nell'intricata intimità
relazionale tra compagni di specie. Che linguaggio emerge dall'interminabile duetto
del tran tran quotidiano tra cane e padrone?
The ABC of Extinct Animals è il titolo del secondo Salon. Tutti i bambini conoscono
questo gioco in qualche forma: Baehr individua 15 specie di animali estinti
organizzandoli dalla A alla Z e ne studia meticolosamente le relazioni con
personaggi storici e con artisti suoi amici a cui ha commissionato delle partiture
sonoro-gestuali. Basandosi sul concetto di 'compagni di specie' le relazioni si
sviluppano tra la telepatia, il caso e la tenerezza.
Lo spazio Carbonesi accoglie inoltre la Mostra di Ritagli di Giornale di Claudia
Castellucci. "Una pesca che estrae dal torrente del reale figure ferme. Sono fori
fatti su una lastra di metallo specchiante. Sono punture sulla cotenna del
pachiderma."
Ultimo spazio abitato da Live Arts Week è la Sala Farnese di Palazzo d'Accursio, che
ospiterà il nuovo lavoro del coreografo e regista francese Yves-Noël Genod, Une
pièce encore sans titre pour Bologne. Creatore pluri-disciplinare, Genod realizza
spettacoli ispirati ai contesti, fabbricandoli sul corpo delle persone come un
sarto: haute couture a partire dagli interpreti, dai luoghi e dai pubblici. Grande
attenzione quindi sulla 'presenza', siano danzatori, attori, cantanti,
professionisti, amatori, tecnici. La creazione che presenta a Bologna cerca di dare
risposte invisibili alla domanda "Qu’est-ce que la danse?".
Al programma della settimana si affianca Accademie Eventuali, il nuovo progetto
formativo offerto da Fondazione Carisbo e Fondazione Furla in collaborazione con
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e Xing. Luca Trevisani e Giovanni Anceschi -
l'uno artista visivo e l'altro importante teorico e progettista del design italiano
- sono la coppia di autori invitati a condurre la 1a edizione del laboratorio
dedicato a studenti di Accademie di Belle Arti che muovono i primi passi nel mondo
dell'arte. L'esito del laboratorio, dal titolo Ambienti plurali, partiture somatiche
e frutta di stagione, sarà presentato nel programma di Live Arts Week il 26 aprile a
Palazzo Pepoli.
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Con: Marino Formenti (I/A), Luca Trevisani (I), Giovanni Anceschi (I),
Canedicoda/Mirko Rizzi (I), Xavier Le Roy (F/D), Luís Miguel Félix (PT), Krõõt
Juurak (Est), Jan Ritsema (NL), Saša Asentić (Srb), Anne Juren (F/A), Christine De
Smedt (B), Salka Ardal Rosengren (Sw), Floris Vanhoof (B), Hartmut Geerken (D),
Ottaven (I), Cristina Rizzo/Lucia Amara (I), Robert Steijn (NL/A), Blues
Control/Laraaji (USA), Hieroglyphic Being (USA), Mattin (Basque Country), Claudia
Castellucci (I), Yves-Noël Genod (F), Antonia Baehr (D), Vom Grill (B), Orphan
Fairytale (B), Yannick Val Gesto (B), The Claw (Kingdom, Total Freedom, Nguzunguzu)
(USA).
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Live Arts Week è ideato e realizzato da Xing, network nazionale che progetta,
organizza e sostiene eventi, produzioni e pubblicazioni contraddistinti da uno
sguardo interdisciplinare intorno ai temi della cultura contemporanea, con una
particolare attenzione alle tendenze generazionali legate ai nuovi linguaggi.
Live Arts Week è realizzato con il sostegno di: Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Ambasciata del Regno dei Paesi
Bassi, Institut Français, Goethe Institut Mailand, Fondazione Nuovi Mecenati,
Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Partners: AngelicA Festival
Internazionale di Musica, Teatro Comunale di Bologna, Fondazione Carisbo, Fondazione
Furla, MAMbo Museo d'Arte Moderna di Bologna, Spazio Carbonesi, Accademia di Belle
Arti di Bologna, Università di Bologna. Media partners: The Wire, Mousse, Cura,
Nero, Blow Up, Rolling Stone, Edizioni Zero, Alias, Il Manifesto, Undonet, Città del
Capo - Radio Metropolitana. Live Arts Week fa parte della Rete dei Festival del
Contemporaneo di Bologna.
sede organizzativa:
Xing - Via Ca' Selvatica 4/d Bologna
www.liveartsweek.it
Il programma completo è sul sito
Ufficio stampa: tel 051.331099 mob 328.9781241
pressoff@xing.it
luoghi:
Palazzo Re Enzo - Piazza Nettuno
Sala Farnese/Palazzo d'Accursio - Piazza Maggiore 6
Teatro Duse - Via Cartoleria 42
Spazio Carbonesi - Via De' Carbonesi 11
Nowhere - Bologna
Palazzo Pepoli/Accademie Eventuali - Via Castiglione 8