Museo Civico del Santo
Padova
piazza del Santo 12
049 8757893 FAX 049 8753259
WEB
Camillo Boito
dal 1/4/2000 al 25/5/2000
WEB
Segnalato da

Sergio Campagnolo, Studio Esseci




 
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1/4/2000

Camillo Boito

Museo Civico del Santo, Padova


comunicato stampa

La definizione di uno "stile nazionale" per l'architettura della nuova Italia unita: questo il tema attorno al quale si sviluppa l'ampia e documentata mostra che Padova dedica, nel Museo al Santo, a Camillo Boito (Roma 1836 - Milano 1914), architetto ma anche critico d'arte e narratore.

Non è casuale il fatto che sia proprio Padova a dedicare una mostra al grande architetto: in questa città Boito lasciò molte delle sue opere fondamentali, cercando di imprimere in esse quell'"italianità" nell'architettura, al cui linguaggio stava cercando di contribuire con una teoria sua propria.

Camillo, fratello di Arrigo, studiò a Padova e all'Accademia di Venezia dove nel 1856 fu chiamato da Pietro Selvatico come professore aggiunto alla cattedra di architettura; dal 1860 al 1908 insegnò architettura a Brera e, dal 1865, per quarantatré anni, anche al Politecnico di Milano.

Padova, all'indomani dell'annessione al Regno d'Italia, affronta la questione urbanistica dotandosi di un nuovo piano regolatore che prevede l'adeguamento della città alle "esigenze della moderna civiltà". In questo contesto Boito viene chiamato a dare il suo contributo su varie questioni specifiche e gli viene affidato il difficile e delicato compito di intervenire nell'area medioevale del Palazzo della Ragione con la progettazione del Palazzo delle Debite. Altri suoi contributi in città sono la realizzazione di una scuola-modello, la sistemazione del convento antoniano a sede del Museo Civico (ed ora sono proprio i locali da lui progettati ad accogliere la mostra), l'ampliamento del camposanto e soprattutto gli interventi sulla chiesa-simbolo della città: la Basilica di sant'Antonio.

Teorico di un "restauro rispettoso della storia" ovvero delle successive stratificazioni, ebbe modo di mettere in pratica le sue teorie in imprese importanti come il restauro della Pusterla di Porta Ticinese a Milano, città dove realizzò anche il progetto per la Casa di riposo dei Musicisti "Giuseppe Verdi".

Ripercorrere, come fa la mostra, la vicenda padovana del Boito consente di conoscere i principali temi da lui affrontati nella sua molteplicità di interessi di storico, di critico e in generale di studioso del mondo delle arti. Temi legati alla valorizzazione dei monumenti del passato, alla definizione del nuovo stile, alla realizzazione di nuovi tipi edilizi con rimandi anche a quella storia dell'architettura e delle arti da lui spesso evocata.

La mostra, curata da Guido Zucconi, coadiuvato da un ampio comitato scientifico, e diretta da Gian Franco Martinoni e Davide Banzato, indaga, nelle sei ampie sezioni, altrettanti momenti dell'attività boitiana, dagli anni della formazione "tra Venezia e l'Europa", all'attività a Padova, all'indomani dell'annessione della città al Regno, che coincise con la volontà di rinnovarsi della città nella sua fisionomia urbanistica, nei servizi e nella stessa architettura dei palazzi pubblici. Una terza sezione è riservata ai "Grandi Progetti" che videro Boito impegnato come progettista ma anche come consulente o membro di Giuria. Sono progetti che si collocano soprattutto nel campo dell'edilizia civile e comprendono una serie molto estesa di temi, dal cimitero, all'edificio scolastico, al grande immobile a destinazione residenziale e commerciale.

I "precetti" enunciati e realizzati dal Boito influenzarono l'architettura e gli architetti del suo tempo: il riferimento al Medioevo nazionale come fonte di ispirazione viene ripreso in non pochi progetti di quegli anni, come da conto la sezione intitolata a "La maniera".

Una importante selezione di dipinti, soprattutto di scuola veneta, introduce alla dimensione di "Boito critico d'arte".

Infine il rapporto tra l'architetto e la Basilica del Santo: nel grande complesso antoniano egli ha modo, a partire dagli anni Novanta, di affrontare molti temi di carattere architettonico e decorativo, a cominciare dalla famosa risistemazione dell'altare del Donatello, dopo che le sculture erano state disperse nei vari settori della basilica.

"CAMILLO BOITO. Un'architettura per l'Italia unita". Padova, Museo Civico di
Piazza del Santo (Piazza del Santo).
Orari: 9,30 - 12,30 / 15 - 18; lunedì chiuso. Biglietti: intero lire 5 mila,
ridotto lire 3 mila. Mostra promossa ed organizzata dall'Assessorato alla
Cultura del Comune di Padova, curata da Guido Zucconi e diretta da Gian Franco Martinoni e Davide Banzato. Segreteria organizzativa: Fiorenza Scarpa.

E.mail: scarpaf@comune.padova.it.
Catalogo edito da Marsilio Editore.
Informazioni: tel. 049.8204544 fax 049.8204545.
Prenotazione visite guidate: tel. 049/8204562, fax. 049.8204545
VERNICE PER LA STAMPA: giovedì 30 marzo 2000, ore 11-13,30.

Ufficio stampa: Studio ESSECI - Sergio Campagnolo tel.049.663499 fax 049.655098

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