Pennelli diversi. Nei dipinti di Gherardi la densita' del colore a olio crea geometrie e arabeschi, mentre Montanari realizza quadri-sculture di grandi dimensioni.
Una mostra che mette a confronto due stili pittorici in cui il colore si fa materia.
Nei dipinti di Giovanni Gherardi la densità del colore a olio crea geometrie e arabeschi di segni mentre in Maurizio Montanari velature di materia, materiali e colore si sovrappongono a creare “quadri-sculture” di grande dimensione.
Estratto dal testo critico a cura di Annalisa Mombelli:
“I “ quadri-sculture” di Maurizio Montanari sono opere costrette in un contorno e su una superficie ma colore e materia escono come per avvolgere l'osservatore e continuano su più dimensioni fisicamente e nelle nostre menti. Le grandi misure delle tele sembrano infatti non bastare per contenere la portata di tale contemplazione della Natura. Sono frammenti di “Apeiron”.
“Apeiron” è un termine greco che significa letteralmente “non limite”. Secondo il filosofo Anassimandro l' Apeiron è una materia infinita, eterna, indistruttibile ed in continuo movimento e proprio grazie al suo movimento rotatorio “ le cose presero a separarsi a coppie di contrari dando origine al cosmo: così dall' Apeiron uscirono luce e tenebre, notte e giorno, vita e morte...”.
Così in queste opere la forza ordinatrice dell'artista plasma la materia e rende vive e solide le visioni di paesaggi reali, animati in opposizioni: Africa e Antartide, Europa e Amazzonia. (...)
È un omaggio alla nostra Madre Terra e al legame ancestrale dell'uomo con essa che l'artista forse ci invita a ritrovare.”
Estratto dal testo critico a cura di Marzio Dall' Acqua:
“... in ogni opera di Giogher abbiamo un delicato, ma non per questo non complesso e calcolato equilibrio, tra forze centripete e centrifughe, tra tensioni ad evadere dalla tela e cornici che ne ribadiscono i limiti, la ridefiniscono, tuttavia - e questo è importante sottolinearlo in quadri apparentemente staticamente geometrici – rifiutando la simmetria, che avrebbe ucciso quel segreto e minimo dinamismo interno, che è apertura sull'ignoto, sull'invenzione, su un'inquietudine che è soffio, increspatura di vita in questa artificiosità...(...)
La sua pittura: un'invenzione concettuale che non impedisce la sorpresa, non annulla l'emozione, il piacere della fantasia.”
Inaugurazione sabato 27 ottobre 2012 ore 17.00
Ex Chiesa di Sant'Andrea
Via Cavestro, 6 - Parma
Orari di Apertura: da martedì a sabato 10-12 e 16-19 domenica 16-19 lunedì chiusura
Ingresso libero