In questi dipinti l'artista e' interessato a eccentuare la soffusa atmosfera alpina, nella quale solitudine e poesia sembrano diventare unico elemento poetico.
Se l’apertura prospettica è in quest’opera un evidente richiamo alla maniera del Carcano, il procedimento sintetico delle forme e del colore fa pensare assai ad uno dei momenti di più marcata maturità del pittore, cioè agli anni novanta dell’Ottocento.
Il realismo della veduta si stempera infatti in una essenzialità d’impianto e di modulazione cromatica, tenuta bassa per la volontà dell’artista di rendere appieno la soffusa atmosfera alpina ove solitudine e poesia sembrano diventare unico elemento poetico di rara e viva intensità.
Permane il colore ad impasto di tonalità sussurrata, alla maniera lombarda cioè, che non vedeva di buon occhio l’uso diretto e costante dei primari puri e dei secondari, ma tendeva all’impasto e ad una freschezza temperata, non aggressiva e non propriamente “impressionistica”.
Dario Gnemmi,
scheda per il dipinto Paesaggio di montagna (Passo del Sempione), olio su tela,
cm. 70x105.
Eugenio Gignous (Milano 1850 - Stresa 1906)
Figlio di un mercante di seta di origini lionesi, dimostra un precoce talento pittorico e
dal 1864 si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Brera dove frequenta la scuola di paesaggio di Luigi Riccardi e, in seguito, di Gaetano Fasanotti. Si avvicina all'ambiente della Scapigliatura milanese, stringendo una profonda amicizia con Tranquillo Cremona.
Fin dagli anni Settanta si dedica esclusivamente alla pittura di paesaggio, sperimentata en plein air, realizzando vedute delle campagne lombarde e piemontesi che espone costantemente alle principali rassegne nazionali. Verso la fine degli anni Settanta, matura la sua propensione per una pittura di paesaggio di impronta naturalista sulla suggestione delle coeve ricerche di Filippo Carcano. Con quest’ultimo si reca a dipingere sul Lago Maggiore nel 1879, inaugurando un repertorio tematico dedicato in prevalenza al Verbano, al Mottarone e alla Val d'Ossola.
Alcuni appunti biografici scritti da Matilde Gignous, moglie dell’artista, sembrerebbero confermare l’ipotesi di un viaggio a Parigi in compagnia di Filippo Carcano nel 1878, e testimoniano il rapporto d’amicizia con Vincenzo Vela che lo avrebbe ospitato a Ligornetto con grande frequenza.
Affermato caposcuola della pittura lombarda, dal 1887 al 1906 anno della sua scomparsa, risiede tra Stresa e la Riviera ligure con lunghi soggiorni a Venezia.
Nel 1907 la Biennale veneziana gli dedica una mostra retrospettiva.
Inaugurazione Martedì 6 novembre 2012, dalle ore 11,00 alle 13,00
L’École des Italiens – Museo Immaginario
Domodossola, via Mellerio