Nobuyoshi Araki
Elena Arzuffi
Gea Casolaro
Rocco Dubbin
Albrecht Fuchs
Alessandro Gallo
Nan Goldin
Francesco Impellizzeri
Elke Kristufek
Marzia Migliora
Yasumasa Morimura
Sara Serighelli
Andrea Stagni
Thomas Struth
Daisuke Takiguchi
Antonella Gilioli
Maura Parodi
La mostra e' uno spaccato di fotografia contemporanea italiana e internazionale per quanto riguarda il modo di intendere il ritratto secondo quindici artisti. Primo evento collaterale inerente la mostra di fotografia contemporanea 'In faccia al mondo - Il ritratto contemporaneo nel medium fotografico' presso Villa Croce a Genova.
Collettiva di fotografia contemporanea
Artisti: Nobuyoshi Araki, Elena Arzuffi, Gea Casolaro, Rocco Dubbini, Albrecht Fuchs, Alessandro Gallo, Nan Goldin, Francesco Impellizzeri, Elke Kristufek, Marzia Migliora, Yasumasa Morimura, Sara Serighelli, Andrea Stagni, Thomas Struth, Daisuke Takiguchi
A cura di Antonella Gilioli e Maura Parodi
Inaugurazione: Lunedì 30 giugno 2003 dalle ore 18:00 alle 21:00
La mostra “Face to Face†è il primo evento collaterale inerente la mostra di fotografia contemporanea "In faccia al mondo - Il ritratto contemporaneo nel medium fotografico" ospitata dal 3 luglio al 18 settembre 2003 presso il Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce a Genova.
Rubati, consensuali, programmati, estemporanei, gli scatti fotografici mettono a confronto due posizioni contrapposte, un "faccia a faccia" che e' soggetto ad un numero elevatissimo di varianti. L'impossibile: e' qui che si cela lo scarto tra il previsto e il risultato; un cambio di luce, una ruga contratta, un movimento sopraccigliare fanno la differenza rendendo tutto poco scontato. Certo e' che nel caso di una elaborazione che si avvale di mezzi tecnologici l'imprevisto viene controllato e annullato.
Nella fotografia contemporanea il ritratto non corrisponde più soltanto al significato tradizionale di ripresa ravvicinata ed individuale di un soggetto statico, isolato dallo sfondo, consapevole di essere fotografato, messo in posa quale protagonista di un atto performativo. Esistono anche, per citarne alcuni tipi, l'autoritratto, spesso scattato durante performance, oppure il ritratto progettato e ottenuto tramite elaborazioni digitali e le fotografie scattate a gruppi di persone, spesso passanti ignari, inconsapevolmente caricate di significati concettuali.
La mostra “Face to Face†nasce con l'intento di mostrare uno spaccato di fotografia contemporanea italiana e internazionale per quanto riguarda il modo di intendere il ritratto secondo quindici artisti.
Gli artisti sono stati selezionati in quanto fotografi molto differenti fra di loro per nazionalità (Austria, Germania, Giappone, Italia, Stati Uniti), generazione (sono nati dagli anni Quaranta all'Ottanta), fama (appartengono già alla storia della fotografia contemporanea come Araki, Goldin, Morimura e Struth oppure sono assolutamente emergenti come Gallo), progettualità (accurata preparazione oppure casualità ), tecnica (tipo di stampa, uso del digitale), modalità nel ritrarre (in posa, primo piano, folla).
Nobuyoshi Araki (giapponese, generazione anni Quaranta) scatta forsennatamente, usando un'apparecchiatura fotografica semplice e, senza alcuna volgarità , ritrae soprattutto donne, giovani giapponesi non molto belle, poco vestite, legate o imbavagliate, in stanze allestite con cura meticolosa, illuminate da colpi di flash per ottenere un effetto più vero.
Elena Arzuffi (milanese, generazione anni Sessanta) attraverso le immagini fotografiche a colori di persone appartenenti alla vita quotidiana, mescola un senso di inquietudine alla calma apparente, come per insinuare che la realtà potrebbe essere senza certezze.
Gea Casolaro (romana, generazione anni Sessanta) riprende passanti lungo le strade cittadine, nella loro realtà naturale e quotidiana, ma insinua dubbi nello spettatore con evidenti tagli, riquadrature, montaggi, ma anche con quasi impercettibili scarti di messa in sequenza di vari scatti, a volte a creando spiazzamento col rapporto tra titolo e immagine.
Rocco Dubbini (romano, generazione anni Sessanta) nelle grandi stampe digitali, raffigura a colori un gran numero di visi inespressivi dalla fisionomia stravolta che guardano fissamente lo spettatore come per inviargli indecifrabili messaggi: si tratta di una nuova razza, sconosciuta, che si serve in modo naturale del corpo per mediare la realtà e per riportarci ad un'autentica umanità .
Albrecht Fuchs (tedesco, generazione anni Sessanta) ritrae artisti, cantanti famosi e personaggi dello spettacolo, in posa in ambienti chiusi oppure all'aperto, riportando in questo modo l'icona massmediologica nei binari della normale quotidianità .
Alessandro Gallo (genovese, generazione anni Ottanta) usa il bianco e nero elaborato in digitale per riprendere scene di vita quotidiana in cui inserisce, con sconcertante ironia, animali assolutamente improbabili e fuori contesto i quali, tuttavia, diventano parte integrante e "normale" della scena.
Nan Goldin (americana, generazione anni Cinquanta) usa la fotografia a colori come diario quotidiano per riprendere la cruda vita reale intorno a sé, sia affettiva (amici, amori, prostitute, transessuali) sia sociale (alcool, droga, aids). Fin da bambina ha usato la macchina fotografica come estensione di se stessa, ha studiato arte, è diventata fotografa di scena e ha iniziato a far conoscere i suoi lavori a partire dagli anni Ottanta.
Francesco Impellizzeri (romano, generazione anni Sessanta) porta la performance nella fotografia esprimendosi in modo ironico, divertente, spettacolare, frizzante, ambiguamente erotico, incanalato nella vocazione dell'artista a costruire personaggi in cui si cala con sorprendente spirito trasformista.
Elke Kristufek (austriaca, generazione anni Settanta) ricorre all'autorappresentazione durante le performances, ora ironiche ora violente, in una sorta di diario visivo intimo postfemminista; il privato del proprio corpo sfugge in aspetti androgeni fino a trasformarsi nel tentativo di cercare una definizione di identità femminile, interpretando copioni che collegano la sessualità al disordine del cibo, rasentando la pornografia.
Marzia Migliora (piemontese, generazione anni Settanta) dal 1995 al 1998 ha operato, fra l'altro, dentro gli spazi del Museo di Anatomia Patologica Cesare Taruffi di Bologna per fotografare corpi deformi, conservati in formalina, seguendo un processo complesso di progettualità e di ricerca, usando in questo caso anche una tecnica di stampa che ricorda la matrice ottocentesca dei musei di storia naturale: la stampa in bianco e nero, viraggio seppia e viraggio al selenio.
Yasumasa Morimura (giapponese, generazione anni Cinquanta) è famoso per i suoi autoritratti che fondono autore e soggetto, categorie maschile e femminile, Occidente e Oriente, tramite l'uso della tecnologia. Nelle sue performances, si cala nei panni di soggetti pittorici o cinematografici del passato, facendoli rivivere attraverso il suo corpo giapponese, con narcisismo ed ironia, senza fare caso al sesso del soggetto originale.
Sara Serighelli (milanese, generazione anni Settanta) ha realizzato serie di autoscatti all'interno di luoghi carichi di vita passata, entrando in rapporto con essi con la propria emotività , talvolta anche perdendovisi fino quasi a scomparire, dimostrando la propria sensibilità in rapporto alle percezioni di spazio e movimento in esso.
Andrea Stagni (milanese, generazione anni Settanta) ricerca l'identità filtrata dal movimento, dalla percezione dell'esistenza individuale attraverso la relazione con lo spazio intorno, dal proprio interagire, mobile e provvisorio, eppure prepotentemente fisico e reale.
Thomas Struth (tedesco, generazione anni Cinquanta) ritrae l'atmosfera quotidiana di grandi strade cittadine popolate dalla collettività , gli interni di musei affollati di visitatori oppure solitari paesaggi naturali, ma sempre con scatti semplici, descrittivi, immobili, profondamente freddi.
Daisuke Takiguchi (giapponese, anni Settanta) ha vinto nel 1999 il Premio Canon per i Giovani Fotografi con ritratti a colori di giovani in primo piano frammentati come se fossero formati da tanti fotogrammi ravvicinati.
Immagine: Rocco Dubbini, count-down, 2003
Orario: dal lunedì al venerdì - 16.00 - 19.30 – mattino e sabato su appuntamento
Marco Canepa Gallery - Via Caffaro 20 rosso - 16124 Genova
Tel./ Fax 010 24616171