Fabio Paris Art Gallery
Brescia
via Alessandro Monti, 13
030 3756139 FAX 030 2907539
WEB
La poesia nell'Art Brut
dal 18/7/2000 al 9/9/2000
030 3756139 FAX 030 2907539
WEB
Segnalato da

Fabio Paris



approfondimenti

Tarcisio Merati



 
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18/7/2000

La poesia nell'Art Brut

Fabio Paris Art Gallery, Brescia

Se una mostra riesce a spingere lo sguardo dello spettatore oltre il quadro, a traguardare l'humus di sogni e speranze che genera il prodotto artistico, assume la dimensione di evento culturale. È l'ambizione e il senso dell'omaggio a Tarcisio Merati (1934-1995), che la psicologa Maria Rita Parsi presenterà mercoledì 19 luglio alle 18,30 a Brescia, presso la "Fabio Paris Art Gallery" di via A.Monti 13 che ospita l’esposizione, in contemporanea all'Azienda Agrituristica Arriga Alta, a Lonato, dal 19 luglio al 9 settembre.


comunicato stampa

Se una mostra riesce a spingere lo sguardo dello spettatore oltre il quadro, a traguardare l'humus di sogni e speranze che genera il prodotto artistico, assume la dimensione di evento culturale.
È l'ambizione e il senso dell'omaggio a Tarcisio Merati (1934-1995), che la psicologa Maria Rita Parsi presenterà mercoledì 19 luglio alle 18,30 a Brescia, presso la "Fabio Paris Art Gallery" di via A.Monti 13 che ospita l’esposizione, in contemporanea all'Azienda Agrituristica Arriga Alta, a Lonato, dal 19 luglio al 9 settembre.
Le tempere su carta di Merati rispondono all'asserto di Guttuso, secondo il quale "l'opera d'arte è sempre testimonianza di una situazione umana" e gli uccelli, le trombette, i cactus, le turbine, gli areoplanini del Merati ci consegnano un documento umano crudo ed eloquente. Pittura grezza, prorompente, istintiva, che risulta naturale collegare a tanto primitivismo dell'arte contemporanea e in particolare all'Art Brut, che ha trovato nel geniale Jean Dubuffet il teorico e il promotore del Museo di Losanna, antesignano del "The American Visionary Art Museum" aperto a Baltimora dal 1995. Emarginati e dolenti, spesso analfabeti e inconsapevoli di norme e consuetudini, gli artisti "bruti" aprono uno spiraglio sulle pulsioni più nascoste dell'inconscio, le fanno materia attraverso un'espressione primordiale, non corrotta dal filtro dell'intellettualismo. Ma in fondo questa urgenza di esprimersi, tanto selvaggiamente urlata, non recupera all'arte le sue dinamiche più originali e feconde, connaturate all'arte tout court, che è sempre trasfigurazione della realtà sotto la lente di un occhio bambino o folle, come è proprio dell'artista che in sé sintetizza le due situazioni?
Certamente la follia segna la vicenda umana di Tarcisio Merati, nato a Bonate Sopra, in provincia di Bergamo da una famiglia disagiata e vissuto per venticinque anni nell'Ospedale Neuropsichiatrico provinciale di Bergamo con la diagnosi di schizofrenia delirante, mitomania; in manicomio, nel 1975, Merati scopre la pittura e il suo mondo cambia per accogliere nuovi strumenti e nuove forme di comunicazione: a chi gli chiede perché sia ricoverato, Merati risponde che è stato per consentirgli di scrivere e dipingere e non è casuale che la sua produzione abbia una parentesi di sette anni, dall' '83 al '90, nel periodo in cui vive in casa della sorella. Il "matto" Merati guarda al mondo con la carica emotiva del bambino, che misura lo scacco tra il suo Io megalomanico e la realtà e, non sapendolo razionalizzare, lo simbolizza in figure, colori, immagini ingenue. Come un bambino, muove dalla realtà popolata di farfalle, trenini, macchinette per scoprire che con l'immaginazione è possibile non già evadere, ma costruire un mondo migliore, che lui stesso crea ed esplora e vi accede secondo associazioni e catene semantiche in cui è lui a dare significato alle cose che da sole non esprimono nulla.
Folle e bambino, Merati è certamente artista, anzi artista proprio per questo, dotato di straordinario talento pittorico e di intensa sensibilità poetica: i suoi quadri mescolano oniricamente pensiero magico ed elementi di realtà, frammenti spontanei e mesti ricordi d'infanzia, coloratissime suggestioni e affascinanti geometrie. Uno stupore coinvolgente che rinvia sempre ad uno stato di sofferenza. Oggi il ricordo di Merati prosegue grazie all'opera di una Fondazione a lui intitolata, che organizza la mostra delle sue opere e punta, con i proventi delle vendite, a realizzare un atelier di pittura per malati di mente, affinché altri ospiti possano in tal modo esprimere la loro ansia di creatività e liberazione.

La "Fabio Paris Art Gallery", inaugurata nel maggio scorso, è uno spazio espositivo non ampio, ma sobrio e funzionale, nel cuore della città, nella quieta via A.Monti, al numero civico 13; la galleria si propone come l' "icona reale" di un più ampio patrimonio virtuale visitabile su Internet all'indirizzo www.fabioparisartgallery.com. Sul sito si possono ritrovare gli artisti che espongono nel corso dell'anno, corredati di notizie biografiche e immagini della loro produzione; periodicamente, le loro opere sono esposte in galleria.
La linea artistica della "Fabio Paris Art Gallery" è la promozione di artisti emergenti italiani ed europei, con l'intento di selezionare ed offrire ad un pubblico attento espressioni diverse di arte contemporanea, cercando insieme di dilatare verso nuovi fruitori l'espressione figurativa e scultorea. "Arte Accessibile, Arte Possibile" è la strategia della "Fabio Paris Art Gallery", ad indicare il tentativo di avvicinare all'arte di qualità, anche attraverso quotazioni contenute, chi diffida da logiche esclusivamente di mercato.
Fabio Paris

Fabio Paris Art Gallery
Via Alessandro Monti 13
25121 Brescia
Tel 0303756139 Fax 0302907539
Orari: 15-19 Domenica su appuntamento

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