Archiviare immaginari: Dreams' Time Capsule. Artista e curatrice parlano di questo progetto di ricerca itinerante e a lungo termine, dal carattere partecipativo. Nuovo incontro del ciclo di Mesopotamia.
Eva Frapiccini, in dialogo con Elisa Tosoni, introdurrà Dreams’ Time Capsule (2011- ), un progetto di ricerca itinerante ad ampio spettro e a lungo termine, dal carattere fortemente processuale e partecipativo. Nato come costola off-site ed espansione della personale Museo Caneira | la fisica del possibile (Galleria Alberto Peola, 2011), frutto di un’intensa collaborazione tra artista e curatrice, Dreams’ Time Capsule è un’iniziativa mobile che vive ormai indipendentemente dalla propria mostra-madre, andando ad abbracciare un pubblico variegato e fortemente internazionale, e coinvolgendo istituzioni e unità di ricerca in diversi continenti.
Sviluppato attraverso due anime – la prima, ovvero la raccolta diretta di sogni in un archivio audio, “sul campo”, la seconda invece fortemente teorica e declinata attraverso simposi e scritti – il progetto mira a creare una discussione intorno al sogno inteso sia come voce personalissima ed intima, che come serbatoio di immaginari che confluiscono nella formazione dell’inconscio collettivo, dell’identità, in una prospettiva fortemente storica e legata al presente, seppur caratterizzata da una temporalità totale, e trasversale. Attraverso un gran numero di testimonianze audio raccolte dall’artista presso svariati punti di raccolta in giro per il mondo, fino a formare un archivio di sogni rappresentativo di diverse culture, e grazie ad un network di esperti in diverse discipline, il progetto mira al contempo a decostruire e illustrare le peculiarità di ciascun luogo e comunità geografico-culturale, e a livello interculturale a discutere la presenza, variazione, o permanenza, di immagini archetipiche nei sogni.
Eva Frapiccini indaga il presente ed il passato attraverso sottili critiche della nostra storia e cultura, interrogandosi al contempo sul futuro. La sua è una ricerca focalizzata sull’invisibile, che vivifica sensazioni, narrazioni di storie, favole, sogni o punti di vista dimenticati, marginali, o inascoltati, e lo fa attraverso lunghi processi di filtrazione dell’esperienza diretta, comprovando o confutando teorie e sistemi, creando archivi reali o auctoritas immaginarie, muovendosi nel delicato territorio di confine tra diversi orizzonti spazio-temporali e tra quella che possiamo definire la realtà universalmente riconosciuta come tale, e le altre realtà possibili con diversi gradi di finzione. Con un linguaggio indagatore e al contempo intimista, che si dipana da voci e storie individuali, Frapiccini delinea i tratti umani dell’inconscio collettivo che contribuiscono alla creazione quotidiana della Storia.
www.dtcproject.wordpress.com
Eva Frapiccini (Recanati, 1978) vive e lavora a Torino, dove si diploma nel 2006 in Fotografia presso IED, dopo aver conseguito la laurea al DAMS di Bologna. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti: selezionata per il programma REsò / Fondazione Crt è stata in residenza presso Townhouse Gallery (Il Cairo) nel 2012, dopo aver trascorso gran parte del 2011 a Rotterdam ospite della residenza Stichting NAC; ha vinto inoltre lo Special Italia Prize (Fondazione Fotografia Modena, 2010) e il Passport for Art Prize (UniCredit & Art, 2005). Nel 2012, ha esposto il suo progetto di ricerca itinerante Dreams’ Time Capsule presso Townhouse Gallery (Il Cairo), e le istituzioni svedesi Arkitekturmuseet (che ha finanziato la struttura) e Botkyrka Konsthall (parte di Fittja Open). Tale progetto verrà ospitato nel biennio 2013-14 da istituzioni e spazi no-profit internazionali, quali The Nordic House (Reykjavik), kim? (Riga), 5533/IMҪ (Istanbul, parallel project della 13esima Biennale), Press to Exit (Skopje), Federation Square (Melbourne), RM Gallery (Auckland), Casa Tres Patios (Medellín) e Umeå 2014.
Tra le mostre personali si segnalano: Museo Caneira | la fisica del possibile, Galleria Alberto Peola, Torino; Muri di Piombo, Spazio Milano UniCredit, 2008. Tra le rassegne internazionali si ricorda la partecipazione (con Filippo Romano) alla 12° Biennale di Architettura di Venezia, nel Padiglione Italia, 2011; Rencontres Internationales de Photographie, Arles, 2008; PhotoEspaña, Madrid, 2006. Tra le numerose collettive: La Storia che non ho vissuto. Testimone indiretto, al Museo Castello di Rivoli, 2012; Essere deboli è umano e percio’ deve cessare, Goethe Institute, Torino, 2012; Angry, Young and Radical, Nederlands Fotomuseum, Rotterdam, 2011; Focus on Contemporary Italian Art, MAMbo, Bologna, 2008; Mutation I, Museum Auf Abruf, Vienna; Museo Bilotti, Roma; House of Photography, Mosca, 2007 e Maison de la Photographie, Parigi; Casino Luxembourg, Lussemburgo e Martin Gropius Bau, Berlino, 2006;
Le sue opere sono presenti in numerose collezioni istituzionali in Italia, come il Museo del Castello di Rivoli, GAM e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna, Fondazione Fotografa Modena e Cassa di Risparmio di Modena, oltre che in collezioni private. Dal 2009, Frapiccini è rappresentata dalla Galleria Alberto Peola di Torino.
Dal 2011, insegna presso l’Istituto Europeo di Design di Torino e l’Accademia di Belle Arti di Bologna dal 2011 e dal 2013, è tutor al Master di Alta Formazione sull’Immagine Contemporanea della Fondazione Fotografia di Modena.
Elisa Tosoni, curatrice indipendente, e occasionalmente critico e chef, attualmente vive e lavora a Zurigo, dove è ospite della residenza freiraum di Index e OG9/Kunsthaus Aussersihl. Secondo capitolo del progetto http://oneyearofcuratorialresidencies.wordpress.com one|year|of|curatorial|residencies, una piattaforma online atta a documentare, e in un secondo tempo riscrivere sotto forma di pièce radioteatrale, le proprie esperienze come curatrice in residenza presso quattro diversissime istituzioni (oltre a quella già citata a Zurigo: nkd – Nordic Artists’ Centre Dale, in Norvegia; BAC – Baltic Art Centre, in Svezia e Incheon Art Platform, in Corea). Il progetto si colloca nella cornice di un sogno – ovvero l’apertura di un programma di residenza internazionale multidisciplinare e basato su solidi principi etici – e di una ricerca a lungo termine su format e modelli residenziali, ospitalità e migrazioni artistiche.
Contemporaneamente, oltre a dedicarsi alla ricerca sul campo e a lunghe studio visits, lavora a Tense: un progetto curatoriale volto a sviluppare strumenti per una tassonomia della temporalità, declinato attraverso un programma di mostre, discussioni, proposals e progetti di arte pubblica, e pensato per un’ipotetica istituzione in continuo flusso. La discussione di diverse accezioni e percezioni temporali si basa su una serie di piattaforme e nuove produzioni sviluppate con artisti emergenti e mid-career il cui lavoro esplora, espandendole, tematiche legate direttamente al concetto di tempo, ma anche di scienza e del rapporto tra verità, finzione e autorità. Tra queste, ricordiamo W0°6’ E18°06’ (Anastasios Logothetis (SE), Mariana Calò e Francisco Queimadela (PT), 2012); Museo Caneira | la fisica del possibile e Dreams’ Time Capsule (Eva Frapiccini (IT), 2011- attuale).
Formatasi come artista alla University of East London, e sul campo come curatrice, specializzandosi poi presso la Stockholm University, è attiva in ambito curatoriale dal 2006. Tra il 2006 e il 2008, ha lavorato come freelance a Londra, dove nel biennio 2006-2008, ha contribuito alla creazione dell’artist-run Elevator Gallery e curato in spazi no-profit mostre collettive e eventi con artisti internazionali emergenti, spesso introducendoli al pubblico inglese. Nel 2008, è stata assistente curatoriale di Raqs Media Collective e D. Isaia per Tabula Rasa, progetto speciale di Manifesta7, e ha collaborato con Bucharest Biennale 3; nel 2008-2009, è stata coordinatrice e assistente curatoriale di Cardi Black Box, sotto direzione di Sarah Cosulich Canarutto; mentre nel 2011, ha lavorato come assistente presso lo Iaspis di Stoccolma. Ha curato mostre collettive e personali, e progetti speciali per istituzioni in Svezia (Arkitekturmuseet, Botkyrka Konsthall), spazi indipendenti nel Regno Unito (Elevator Gallery, Red Gate Gallery, AVA Gallery, Ada Street) e gallerie private in Italia (Galleria Alberto Peola). Suoi articoli, interviste e saggi sono stati pubblicati da Arte e Critica, undo.net e luxflux.
Mesopotamia è un ciclo di incontri sull'arte contemporanea.
Mesopotamia è uno studio, ma anche un momento di approfondimento.
Mesopotamia sono 70mq vuoti, da riempire con presentazioni di artisti, critici e curatori.
Mesopotamia è un cinema ma anche uno spazio espositivo.
Mesopotamia è un vizio di Alessandro Nassiri Tabibzadeh e Matteo Zarbo
Immagine: sognatori all’interno dell’installazione a Stoccolma e Il Cairo, 2012. ©Eva Frapiccini
Martedì, 16 Aprile 2013, ore 19
A fine incontro ci fermeremo a cena insieme a Eva e Elisa.
Per chi fosse interessato prenoti il suo posto a info@mesopotamia.eu
Mesopotamia
via Emilio Gola 4
- 20143 Milano
in cortile a destra in fondo, sotto l'ulivo