L'Associazione Culturale "Sussurri e grida" presenta la quinta edizione. Thinking Plague rappresenta uno dei più validi esempi di moderno ensemble oggi in attività che riesca ad accostare intelligentemente il linguaggio elettrico e pulsante del rock ad elaborate orchestrazioni di tipo sinfonico, inglobando forme espressive provenienti anche dal folk, dal jazz e dalla tradizione cameristica contemporanea. Il sestetto di Tallinn ha animato a lungo le cronache del rock d'oltrecortina. Chi ha già potuto seguire i Ne Zhdali dal vivo ben ne conosce l'esuberanza, la frantumata, le danze a ruota libera, le parodie e le giocose intese con il pubblico che sono i segni distintivi di ogni loro concerto.
L'Associazione Culturale "Sussurri e grida" presenta la quinta edizione di
"Musiche di Post-Collisione"
THINKING PLAGUE
(Stati Uniti)
ROCCAMORICE (Pescara)
1 agosto 2000 piazza Belvedere - ore 22:.00
INGRESSO GRATUITO
Deborah Perry: voce
Mike Johnson: chitarra
Mark Harris: sassofoni, clarinetti, flauto
Matt Mitchell: tastiere
Dave Willey: basso elettrico, fisarmonica
David Kerman: batteria
Thinking Plague rappresenta uno dei più validi esempi di moderno ensemble
oggi in attività che riesca ad accostare intelligentemente il linguaggio
elettrico e pulsante del rock ad elaborate orchestrazioni di tipo sinfonico,
inglobando forme espressive provenienti anche dal folk, dal jazz e dalla
tradizione cameristica contemporanea.
Il gruppo, attivo ormai da 18 anni, propone canzoni rock aperte ad ogni tipo
di contaminazione che sfociano in lunghe parti strumentali caratterizzate
dall'incredibile tecnica dei musicisti e da un impatto molto simile a quello
di certo rock progressivo dei primi anni '70, senza però mai scadere nel
banale o nel virtuosismo fine a se stesso.
NE ZHDALI
(Estonia)
ROCCAMORICE (Pescara)
2 agosto 2000
piazza Belvedere - ore 22:.00
INGRESSO GRATUITO
Leonid Soybelman: chitarra, voce
Ilya Komarov: basso elettrico
Vadim
Veeramaa: sax, tromba, oggetti
Victor Bitlovsky: voce, sax, oggetti
Oleg
Davidovitch: voce, trombone, chitarra
Vitaly Redchits: batteria
In occidente si è iniziato a saperne qualcosa solo a inizio anni novanta ma
il sestetto di Tallinn ha animato a lungo le cronache del rock
d'oltrecortina, deciso a trarre dall'isolamento culturale e politico ragioni
per una propria originale identità creativa, triturando attitudini punk,
fanfare jazz e canzonacce a squarciagola in una formula esplosiva che nulla
ha da spartire con le sciatte contraffazioni inseguite a frotte dai
conterranei. Chi ha già potuto seguire i Ne Zhdali dal vivo ben ne conosce
l'esuberanza, la frantumata, le danze a ruota libera, le parodie e le
giocose intese con il pubblico che sono i segni distintivi di ogni loro
concerto. Nelle loro esibizioni scorrono irresistibili baldanze rock e
cadenze rhythm'n'blues da balera tardosovietica, marcette funebri e
intraducibili nonsense poliglotti, arie da ballo e suggestioni dalle culture
greca, ungherese, tedesca e cinese rilette con umorismo imprudente e sprazzi
di controllata follia.