Galleria Wikiarte ufficio stampa
Davide Corseri
Maurizio Virgili
Raffaela Quaiotti
Gregorio Prada Castillo
Deborah Petroni
Rubens Fogacci
Inaugurano le mostre: "Gli spazi della mente", con gli esseri mostruosi e deformi di Davide Corseri, "Tanti sguardi, tanti specchi" di Gregorio Prada Castillo, la personale del pitto-scultore Maurizio Virgili e "First collection" della pittrice veneta Raffaela Quaiotti.
A cura di: Deborah Petroni e Rubens Fogacci
La moltiplicazione degli spazi dedicati alla cultura cresce quotidianamente e perde,
sempre di più, i riferimenti istituzionali. La progressione inarrestabile di novità
nell’ambito dell’immagine costringe l’intero mondo culturale a seguire dinamiche
repentine, puntando su efficienze subitanee e non durature. Il ruolo della galleria,
uno dei pochi luoghi di assoluta dedizione artistica, diventa sempre più complesso e
chiamato a rispondere a esigenze crescenti e variabili. Per la Galleria d’arte
contemporanea Wikiarte questa è una provocazione e la galleria bolognese dimostra la
coerenza all’attuale correre del tempo con una programmazione estremamente vivace.
Quattro nuove mostre personali, dall’otto al venti giugno, animano la galleria con
espressioni nuove come vuole la frenesia contemporanea.
I toni cupi, gli esseri mostruosi o deformi, le visioni raccapriccianti, l’
inquietudine d’incubo della pittura nera di Goya o di Blake sembrano essere i
riferimenti formali per il lavoro di Davide Corseri. La sua interpretazione
dell’affascinante e pericoloso mondo occulto rientra nella storica tenebrosità
cromatica ma la supera con uno sguardo nuovo, analitico e dissacrante. Le immagini,
da buie composizioni, si trasformano in negativi di se stesse, memorie dell’immagine
latente con valori coloristici invertiti. Al posto di tonalità scure e spente si
estendono colori chiarissimi, quasi bianchi che, paradossalmente, costruiscono
quella che la storia dell’arte chiama “pittura nera”. Il lavoro di Corseri dimostra
come una semplice protesi tecnologica, la fotografia, dona un punto d vista nuovo e
rivoluzionario per il creativo che è capace a coglierlo e svilupparlo nel linguaggio
eterno della pittura.
Maurizio Virgili, l’artigiano dell’arte, della pittoscultura fa tesoro di ogni
tecnica artistica non pittorica e usa la tela come “trampolino” per spingersi al di
fuori o dentro lo spazio delle due dimensioni. La tecnica sfiora l’informale nella
sua cifra espressiva ma si libera dall’”obbligo della materia-colore” coinvolgendo
la presenza fisica oggettuale. Il risultato è la “narrazione” dell’azione artistica
intenta a “contattare” lo spettatore e coinvolgerlo in un dialogo personale, anche
se pubblico. In tal senso le tematiche che interessano Virgili sono incentrate
sull’uomo, sul suo vivere, pensare e sentire, senza cadere in sillogismi
esistenzialisti, ma dedicarsi allo scorrere della vita. L’attenzione dunque va di là
dalla semplice attrazione della percezione per i colori vivaci e le sporgenze
plastiche. L’interesse è richiamato da un’arte “fisica” e consapevole della propria
corporalità, come lo è unicamente il suo creatore, l’uomo.
Raffaela Quaiotti impegna vetro, acrilico, acquarello, vino e caffè in una ricerca
artistica ricca di riferimenti storici, di maestria accademica ma anche d’inventiva
dinamica. La linea scorre su i volumi e gli accarezza come guidata dalla mano di
Modigliani, la forma si scompone e ricompone in strutture angolose di stampo
cubista, il colore si estende in definite campiture simbolista e la narrazione è
irreale nella fantastica atmosfera metafisica. Quaiotti dispone della ricchezza
dell’artista erudito e l’unicità della creatività, capace a costruire un linguaggio
personale dall’espressione “poliglotta”. I lavori della pittrice veneta portano
l’eleganza e l’emotività del sentire femminile, donando alla raffigurazione una
“melodicità” coinvolgente lo sguardo in un percorso visivo poetico che sfiora
l’onirico e permette all’occhio, come all’anima, di abbandonarsi ai dolci suoni
della pittura.
Il disegno, la linea curvilinea, il tratto descrittivo sono le prime espressioni
pittoriche. La roccia, il tessuto, la pelle sono le prime tele degli artisti
primordiali. Il colore, di tonalità primarie, è organico e vive nel tempo
trasformazioni cromatiche. Non esiste uno stile figurativo o astratto, ma solo una
narrazione -decorazione, un atto di raccontare con la bellezza di cui è capace
l’essere umano. Gregorio Prada Castillo conosce bene questo mondo e lo celebra con
una ricerca dedicata alle prime forme artistiche e in stretto contatto con loro.
L’artista si avvale di supporti, colori, materie, iconografie che permettono un
dialogo tra passato e presente che genera risultati definibili Primitivismo, ma
anche Astrattismo formale o Naif, il che dimostra quanto le etichette storiche sono
restrittive sia per l’arte di oggi, come per quella di ieri.
Denitza Nedkova
Presentazione a cura del Critico Denitza Nedkova
Sponsorizzata da:
www.virtualstudios.it
www.genzianariccicomunicazione.it
www.ilpensieroartistico.eu
www.paolobalsamo.it
www.lavoriedilionline.it
Intervento a cura di Irene Gianello per l’Artista Raffaela Quaiotti
Inaugurazione: sabato 8 giugno 2013 ore 18.00
Galleria Wikiarte
via San Felice, 18, Bologna
Orari: da martedì al sabato dalle 11.00 alle 19.00 orario continuato
domenica e lunedì chiuso
Ingresso libero