Ayreen Anastas
Rene Gabri
Imre Bukta
Amilcar Cabral
Filipa Cesar
Critical Art Ensemble
Emory Douglas
Fernando Garcia-Dory
Piero Gilardi
Daniel Halter
Adelita Husni-Bey
Bonnie Ora Sherk
Claire Pentecost
Marjetica Potrc
RozO
Philippe Zourgane
Severine Roussel
Nomeda e Gediminas Urbonas
Marco Scotini
Articolata sul doppio registro di storia e attualita', la mostra mette insieme, e sullo stesso piano, interventi artistici e architettonici di 13 artisti internazionali, documenti di figure pionieristiche delle prime rivoluzioni ecologiche e apparati scientifici provenienti dal mondo botanico.
a cura di Marco Scotini
Ayreen Anastas & Rene Gabri, Imre Bukta, Amilcar Cabral, Filipa César, Critical Art Ensemble, Emory Douglas, Fernando García-Dory, Piero Gilardi, Daniel Halter, Adelita Husni-Bey, Bonnie Ora Sherk, Claire Pentecost, Marjetica Potrč, RozO (Philippe Zourgane & Séverine Roussel), Nomeda e Gediminas Urbonas.
Venerdì 30 maggio, alle ore 18.30, nellʼambito del programma artistico 2014 Commons Art,
il
PAV
inaugura
Vegetation as a political agent, mostra
collettiva curata da
Marco Scotini.
Lʼesposizione intende indagare le implicazioni storiche e sociali del mondo vegetale alla luce della
sempre più frequente rivendicazione del “verde” quale agente di cambiamento dei processi
economici in atto
e la crisi
attuale.
Attribuire a una pianta un tempo storico significa analizzare
lʼelemento vegetale non solo nella sua componente biologica, ma anche in relazione agli aspetti
sociali e politici che lo vedono già al centro delle prime forme di globalizzazione economica. Nel
XVII e XVIII secolo, attraverso le piantagioni
coloniali e i mercati via mare, si definivano infatti i
primi sistemi di controllo delle specie e prendevano forma condizioni di espropriazione e
sfruttamento territoriale nella lotta per il monopolio delle spezie. Allʼinterno di questa storia la
mostra i
ntende evidenziare quelle tappe in cui lʼelemento vegetale ha rappresentato un segno di
emancipazione sociale.
Articolata sul doppio registro di storia e attualità,
Vegetation as a political agent
mette insieme, e
sullo stesso piano, interventi artistici
e architettonici di tredici artisti internazionali, documenti di
figure pionieristiche delle prime rivoluzioni ecologiche e apparati scientifici provenienti dal mondo
botanico. Insieme alle opere e alle installazioni, la mostra comprende una vasta serie di
illustrazioni e campioni vegetali, materiali dʼarchivio e manifesti prodotti in unʼampia varietà di
contesti culturali differenti. La geopolitica che ne fa da sfondo va dallʼOceano Indiano (Isole
Mauritius e Réunion) alla Guinea
-
Bissau, dal Sudafrica al territorio messicano.
La sezione storica e documentale della mostra nasce dalla collaborazione con lʼOrto
Botanico di Torino che, grazie alla supervisione scientifica dellʼEx Direttrice Rosanna Caramiello,
ha permesso lʼindividuazione di alcune
specie pedemontane protette e in via di estinzione (la
Peonia e la Marsilea, tra le altre) esposte nella serra del PAV. Accanto alle tavole degli erbari tratti
dai volumi di Carlo Ludovico Allioni (che fu direttore dellʼOrto Botanico presso il Castello del
Valentino nella seconda metà del Settecento e in stretto contatto con Linneo per la definizione dei
sistemi di classificazione) sono esposte immagini, manifesti ed estratti di testi che sottolineano le
possibili narrazioni del mondo vegetale sul piano nor
mativo, conservativo e sullʼimpiego officinale
di piante come la China e la Coca.
Allʼ
interno e allʼ
esterno del PAV sono inoltre indagati i rapporti tra agricoltura e movimenti
popolari nei documenti relativi alla figura di
Amilcar Cabral, agronomo e
politico guineense
che
portò
la Guinea
-
Bissau e le isole di Capo Verde allʼ
indipendenza dal Portogallo; vengono
esplorati
il ruolo dellʼ
attivismo ecologico attraverso la figura di
Mel King
nel progetto di
Nomeda
e
Gediminas Urbonas,
i murales di
Emory
Doug
las, uno tra gli esponenti del
Black Power movement
americano a difesa del proletariato rurale, e i campi di protesta treesitting nel Regno
Unito indagati da
Adelita Husni
-
Bey. Il rivoluzionario modello di riciclaggio dei rifiuti proposto dal
pioniere
Geor
ge Chan
è invece al centro della ricerca di
Fernando
García
-
Dory.
Non ultimo,
sono presentate
forme di
espressione e immaginari collettivi
sui temi della rivoluzione verde
palesate
nelle maschere e
ne
i costumi
disegnati da
Piero Gilardi
e indossati
nelle
animazioni
teatrali
contro
lʼimpiego di OGM
nelle coltivazioni di mais (O.G.M. Free, 2014).
Nella corte del PAV prendono forma le due installazioni ambientali create per l
ʼ
esposizione
dai gruppi RozO (Philippe Zourgane & Séverine Roussel) e Critical Art E
nsemble.
RozO
mette a
punto
Salle verte
, un
ʼ
architettura di tipo vernacolare che diventa un rifugio vegetale percorribile
realizzato in bambù e foglie di palma (intrecciate in loco da un contadino delle Isole della Réunion).
L
ʼ
installazione ospita una serie di documentazioni video sulle ex
-
colo
nie francesi del Vietnam,
Algeria e delle Isole della Réunion. A chiusura della corte, il collettivo americano
Critical Art
Ensemble
realizza invece
Sterile field
. Si tratta di una porzione di terreno, in parte ricavata da un
lembo di strato erboso del par
co del PAV e reso disponibile per l
ʼ
operazione, lavorata con il
metodo
roundup ready, procedimento chimico di diserbo invasivo che, su lunga durata, distrugge
la biodiversità.
In relazione al mondo vegetale,
Vegetation as a political agent
solleva infine
degli
interrogativi circa la rivendicazione della soggettività creativa attraverso pratiche di ortocoltutra,
come nelle ricerche e nelle sperimentazioni degli artisti
Ayreen Anastas
&
Rene Gabri
con
lʼimmissione nel mercato di semi biologici per il ri
-
equ
ilibrio del suolo;
Claire Pentecost
con
lʼ
indagine del mais transgenico in Messico;
Marjetica
Potrč
che, impegnata in progetti comunitari
partecipati, ha dato vita allʼ
orto comunitario auto
-
organizzato allʼ
Ubuntu Park
in un quartiere
-
villaggio di Soweto in
Sudafrica (2014). Figure come lʼ
ungherese
Imre Bukta
e la californiana
Bonnie Ora Sherk
sono infine testimoni degli anni
ʻ
70 di forme pionieristiche del rapporto tra arte
e agricoltura sotto le opposte polarità della Guerra Fredda.
Nell
ʼ
ambito della
mostra, le Attività Educative e Formative del PAV
presentano
al pubblico
una serie di workshop
,
il cui calendario sarà pubblicato sul sito
www.parcoartevivente.it
, c
ondotti
da
gli artisti
in prima persona
. A in
iziare da
Daniel Halter
,
coinvolto insieme
a
Marjetica
Potr
č
nel
comune progetto
internazionale
Nine Urban Biotopes
, il programma
vedrà
l
ʼ
artista sudafricano
,
impegnato in una residenza a Torino
(
Miraf
iori sud),
in un
ʼ
azione collettiva di
urban gardening
.
La
slovena
Potr
č
, invece,
porterà gli esiti d
el
progetto
Community space
realizzato con la scuola
Design for the Living World
di
Soweto. In seguito,
Ayreen Anastas
&
Rene Gabri
saranno al PAV
per
sperimentare la
loro ricerca inerente la
raccolta e
diffusione dei semi
, bene imprescindibile
oggi
a rischio
a causa del
monopolio
mondiale detenuto da un gruppo ristretto di
aziende.
Per quanto riguarda i
laboratori
per le famiglie
, domenica 15 giugno (ore 15
-
17) la rassegna
DOMENICA=WORKSHOP prevede il l
aboratorio
New Alliances,
metodo messo a punto con il
Critical Art Ensemble, pratica di alleanza tra i cittadini e le specie vegetali a protezione assoluta,
che oggi prosegue
con la collaborazione dellʼOrto botanico di Torino.
Per
le scuole e i Centri
estivi, i temi della mostra saranno approf
onditi in
Erbario minimo
, esperienza di raccolta e catal
ogazione delle specie botaniche, coltivate e pioniere, scelte tra le
varietà presenti nel parco.
Immagine: Felipa César, Conakry, 2012, still da video
Inaugurazione venerdì 30 maggio, ore 18.30
PAV
via Giordano Bruno 31, 10134 Torino
Orari: venerdì, 15-18; sabato e domenica, 12–19
Ingresso: 4 euro; ridotto: 3 euro; gratuito: Abbonamento Torino Musei, Torino+Piemonte Card, minori di 10 anni, over 65, persone con disabilità