Antonio Pizzolante. I punti cardini si possono ritrovare nella relazione tra spazio e opera e i valori sinergici, e al contempo estetici che ne conseguono, ma soprattutto il percorso è motivato da forti e intense riflessioni sulla condizione dell'uomo oggi, intrise di precarietà costante.
myopen.art gallery, consolidato e ormai noto spazio espositivo per l'arte contemporanea, presenta, con inaugurazione il 4 febbraio 2004, ore 19.00, l'opera recente di Antonio Pizzolante.
L'artista di origine pugliese, residente in Lombardia, con questa presenza a Milano conferma le direzioni della sua ricerca già in atto da tempo. I punti cardini si possono ritrovare nella relazione tra spazio e opera e i valori sinergici, e al contempo estetici che ne conseguono, ma soprattutto il percorso è motivato da forti e intense riflessioni sulla condizione dell'uomo oggi, intrise di precarietà costante.
Da questo punto la mostra milanese è caratterizzata da una sorta di volontà capace di autocritica delle proprie visioni, supportata dal coraggio di svoltare e approdare per altri lidi per altre lune. Navigazioni e rotte mentali, ma anche reali, che danno origine ad opere definite dallo stesso artista 'entità a sé con la vocazione di far parte di un tutto'. Corpose, decise, determinate, queste sculture murali percorse e consunte dal tempo si presentano con ambivalenze cromatriche, graffi corrosi, forme scabre, minimali, incisive, sempre però, equilibrate da un'unità compositiva e propositiva, premessa su cui riflettere e strutturare le nostre scelte.
Antonio Pizzolante è nato nel 1958. Le prime esperienze sono caratterizzate da una pittura figurativa di matrice espressionista, legata a temi e contenuti della sua terra: la Puglia. In questa direzione allestisce le prime personali agli inizi degli anni '70, conseguendo nello stesso periodo la maturità artistica e frequentando poi, i corsi di scenografia presso l'Accademia di Belle Arti di Lecce. Questa ultima scelta è la premessa sintomatica che lo condurrà verso la scultura attraverso una metamorfosi graduale sollecitata da esperienze materiche prima, in seguito dal bisogno di una sostanziale chiarificazione tra spazio reale e illusorio. 'L'istituzione' della forma e il conseguente rapporto tra orizzontalità e verticalità , sono l'epicentro teorico delle opere degli anni '80, pensate e impaginate in una sorta di 'spettacolarità scenica', tesa ad appropriarsi di un vissuto sociale, tangibile e praticabile, che condiziona il volume della scultura-installazione, fino ad essere pluralizzato 'in altrettante presenze frammiste a quelle degli uomini'.
Alla fine degli anni '80 la ricerca assume connotazioni diverse, incentrandosi sul rapporto tra le culture dell'antico Mediterraneo e l'attualità formale di fine millennio. Questa 'indagine', coincidendo con il trasferimento in provincia di Varese, evidenzia un approccio diverso alla materia, perché molteplici sono le scelte e le combinazioni praticate tra legno, carte, ferro e pietra. Per mezzo di questi presupposti tecnici, l'artista, privilegia un nuovo modo espressivo sentito con soluzioni minimali, primarie, essenziali, intese a ritrovare nella memoria e nella centralità dell'uomo il ruolo dell'arte. Intenso in questi ultimi anni il curriculum espositivo, con partecipazioni in rassegne nazionali e internazionali a Parigi, Lugano, Milano, Mantova, Savona, Lamezia Terme, Bad Voslau (Austria), Girona (Spagna), Caen (Francia).
martedì-sabato 15.30 - 19.30 - mattino su appuntamento - ingresso libero
myopenart gallery
via Argelati, 12
Milano