Stefano Arienti
Vanessa Beecroft
Dinos & Jake Chapman
Shay Frisch Peri
Avish Khebrehzadeh
Sergio Sarra
Wolfgang Tillmans
Grazia Toderi
Jane & Louise Wilson
Francesca Woodman
Sergio Sarra
Attorno alla grande tavola di Caravaggio si è sviluppata un'idea di mostra che raggruppa in un unico spazio, relativamente piccolo, opere di dieci artisti di nuova generazione. La costruzione della mostra è caratterizzata dalla caoticità dell'installazione e dal forte impatto visivo con lavori quasi tutti di grande formato e di diverso codice linguistico. La scelta di concentrare in tre sole giornate nasce dal proposito di moltiplicare il caos percettivo e l'impatto tra il pubblico e le opere.
Artisti invitati:
Stefano Arienti.
Vanessa Beecroft.
Dinos & Jake Chapman.
Shay Frisch Peri.
Avish Khebrehzadeh.
Sergio Sarra.
Wolfgang Tillmans.
Grazia Toderi.
Jane & Louise Wilson.
Francesca Woodman.
il luogo
La mostra si svolge a Roma, all'interno di Palazzo Odescalchi in un unico
spazio che si affaccia sul cortile. Per la prima volta in assoluto la
residenza romana della famiglia Odescalchi ospiterà un evento pubblico.
Il palazzo, progettato da Carlo Maderno nel 1602 e originariamente costruito
per la famiglia Chigi, fu completamente modificato da Gian Lorenzo Bernini e
ancora da Vanvitelli.
Il titolo della mostra è preso dal grande quadro di Caravaggio 'Conversione
di Saulo', che è nella collezione della famiglia ed è al mondo una delle
poche opere dell'artista ad essere conservate in una casa privata. L'opera,
dipinta per la cappella in Santa Maria del Popolo a Roma, fu rifiutata dai
committenti perché considerata scandalosa.
la mostra
Attorno alla grande tavola di Caravaggio si è sviluppata un'idea di mostra
che raggruppa in un unico spazio, relativamente piccolo, opere di dieci
artisti di nuova generazione.
La costruzione della mostra è caratterizzata dalla caoticitÃ
dell'installazione e dal forte impatto visivo con lavori quasi tutti di
grande formato e di diverso codice linguistico.
La scelta di concentrare in tre sole giornate nasce dal proposito di
moltiplicare il caos percettivo e l'impatto tra il pubblico e le opere.
... (Saulo, secondo il racconto biblico, perde la vista per tre giorni).
L'idea è quella di evitare interpretazioni retoriche di luoghi così carichi
di tradizioni e segni artistici e di collocarsi in continuità con le
esperienze contemporanee.
il tema
Il tema della mostra, che prende origine dal quadro, si pone in relazione ai
processi mentali contemporanei che riguardano le diverse filosofie e la
formazione di esse, la realtà di un luogo e quella del viaggio (Saulo è
folgorato sulla via di Damasco), il misticismo sociale e le tecniche
esistenziali.
Il catalogo di 96 pagine a colori contiene interviste e testi inediti di
critici e artisti.
- Stefano Arienti (1961) vive e lavora a Milano.
Interviene modificando le immagini già riprodotte con procedimenti diversi:
piegando giornali e libri, cancellando frasi, graffiando. Nei suoi recenti
lavori, realizzati con pittura a spray su carta da lucido, i soggetti
ritratti sembrano sfumare in un gioco completamente mentale.
(Bacio in piscina, 2000, cm 160x240, spray su poliestere).
- Vanessa Beecroft (1969) vive e lavora a New York.
Davanti ai suoi quadri o da protagoniste assolute dello spazio dove avviene
la performance, ragazze, poste come in attesa che qualcosa finisca, fanno
da riferimento a un ideale classico di disegno e di pittura, osservate e
fotografate dal pubblico come in un vero e proprio tableaux vivants.
(R. und auch P., 1994, cm 300x700, tecnica mista).
- Dinos Chapman (1962) & Jake Chapman (1966) vivono e lavorano a Londra.
Sculture e installazioni composte da manichini di bambini fusi in
raggruppamenti siamesi con parrucche e scarpe da tennis; veri e propri
organismi soggetti a mutazioni anatomiche e immersi in una natura
artificiale.
(Two faced cunt, 1997, alt. cm 150, manichini e piante artificiali).
- Shay Frisch Peri (1963) vive e lavora a Roma.
Architetto e designer israeliano, lavora ad oggetti e sistemi costruttivi in
cui assembla in composizioni semplificate elementi industriali
preesistenti. Sono forme disegnate da piccole lampadine che in alcuni casi
si ispirano alle menorah ebraiche.
(Senza titolo, 2000, cm 100x100, adattatori multipli e lampadine).
- Avish Khebrehzadeh (1969) vive e lavora a Washington.
Figure primitive e fantastiche, disegnate con tracce sottili e macchie di
resine e olii su carta di riso, formano, in successione, vere e proprie
videoanimazioni, episodi brevi dentro i quali lo spazio di-venta precario e
il tempo è ritmato da musiche minimali.
(Red hair, 2000, videoanimazione).
- Sergio Sarra (1961) vive e lavora a Roma.
Animali preistorici (varani), volti o paesaggi rappresentati come visioni
ipnologiche disegnate con velocità o fotografate per calore emanato
(termoimmagini). Grandi tavole in cui linee e colori tendono a volte verso
un'espansione astratta e disegni poggiati a terra attraversati dalla luce.
(due ipnologic, 2000, cm 27x240x10, vetro a terra con pellicola disegnata e
neon).
- Wolfgang Tillmans (1969) vive e lavora a Londra.
Il lavoro fotografico dell'artista tedesco è la testimonianza e
l'interpretazione di una realtà intesa come esperienza vissuta, una sorta di
diario visivo nel quale compaiono amici, paesaggi ed oggetti con cui
Tillmans ha diviso momenti della sua vita.
(window/Caravaggio, 1997, cm 189x121, ink jet print).
- Grazia Toderi (1963) vive e lavora a Milano.
Immagini ruotanti di stadi, arene o città medievali chiuse da mura che,
riprese dall'alto in notturna, emanano luce vibrante, quasi tremula.
'Nell'anello dello stadio ognuno può guardare la folla ed essere a sua volta
guardato come parte della folla stessa'.
(Arena, 2000, videoproiezione).
- Jane & Luoise Wilson (1967) vivono e lavorano a Londra.
Usando film, fotografia e scultura, esplorano l¹angoscia e la perdita di
identità in una serie di ambientazioni teatrali, sulle quali incombe una
luce sinistra e iperreale. Solitari protagonisti, rivelati da poche tracce,
abitano soffitte, scale, corridoi come in un film noir dalle trame malate e
deliranti.
(Attic, 1999, cm180x180, stampa fotografica).
- Francesca Woodman (1958-1981).
Nelle varie fasi del suo lavoro, prodotto tra Boulder, Providence, New York
e Roma, si è interrogata ossessivamente e a tratti con violenza sulla
percezione di sé in relazione al mondo, attraverso lo studio del suo corpo,
ritratto quasi sempre nudo e all'interno di uno spazio denso di elementi
reali, di tracce e di impronte.
(Cariatide, 1980, cm 213x93, blue print).
Palazzo Odescalchi
P.zza S.S. Apostoli 81
Da un'idea di Vittoria Odescalchi
Curatore: Sergio Sarra
Produzione Ass. Cult. Arte Nova
Sponsor: Rosati LANCIA
inaugurazione:
Giovedì 21 Settembre Ore 20.30-24.00
Venerdì 22 Settembre: Ore 10.00-21.00
Sabato 23 Settembre: Ore 10.00-21.00
Informazioni:
Tel.: (039)0338/38.06.576
Fax: (039)06/67.89.953