Marco Zagaria. L'artista presenta un lavoro pensato e costruito appositamente per lo spazio espositivo di Ferrara. Partendo dalla vicenda storica della cacciata di Cesare d'Este, ultimo Duca della citta', attraverso la Porta degli Angeli, Marco Zagaria immagina l'espulso, un calciatore sui generis, dal viso orientale, preso in prestito da una maschera di Carnevale, tutta agghindata con fiori, nastri e spilloni colorati.
L'espulso di Marco Zagaria
Mercoledì 17 Marzo alle ore 17,30 sarà inaugurata alla Porta degli Angeli, in Rampari di Belfiore 1, la mostra del giovane artista Marco Zagaria, primo appuntamento nell'ambito del ciclo annuale Viavai. Pontespositivo.
L'artista presenta un lavoro pensato e costruito appositamente per lo spazio espositivo di Ferrara.
Partendo dalla vicenda storica della cacciata di Cesare d'Este, ultimo Duca della città , attraverso la Porta degli Angeli, Marco Zagaria immagina l'espulso, un calciatore sui generis, dal viso orientale, preso in prestito da una maschera di Carnevale, tutta agghindata con fiori, nastri e spilloni colorati. Il personaggio appare su un fondo chiarissimo, indossando un completo da calcio bianco il cui sponsor è censurato dall'immagine del suo stesso volto, un alter ego in cui il naso e la bocca sono celati da una corazza di metallo. A definire il completo, un paio di scarpini chiodati tutti d'oro, senza logo, che evidenziano ancor di più la sua estraneità al mondo del consumo mediatico cui lo sport è assoggettato. Sono proprio le fattezze e i gesti di questo calciatore che invitano lo spettatore a riflettere sul significato del mito nella nostra realtà contemporanea. Costui è un atleta che si ribella alle regole attraverso un gesto metamorfico per riportarci ai valori fondanti della nostra cultura logorroicamente monopolizzata da vincoli commerciali e obblighi comunicazionali.
La mostra si sviluppa, nella prima sala, con un'immagine alta tre metri in cui l'eroe ci invita ad attraversare la porta murata della città liberandoci dagli stereotipi visivi dei media.
Lentamente, attraverso una passerella sopraelevata ci si introduce in uno spazio verticale, la seconda sala, dove si celebra il mito dell'espulso, di colui che liberatosi dai lacci del conformismo può finalmente dare senso e significato al suo ruolo di idolo delle folle. Si presenta così, ritto in piedi, a tre metri da terra, con il volto serio come se ascoltasse l'inno nazionale, ed è affiancato da due teste di 'guardiani' inserite nelle nicchie della sala a proteggere la sacralità del luogo e dell'evento; in basso in sostituzione del pavimento, un parterre verde, dove è deposto il completo da calcio. Le tre immagini creano un legame atemporale con lo spazio architettonico che amplifica le suggestioni della scena; il realismo è accentuato attraverso la coerenza tra le ombre proiettate dalle figure sul fondo bianco e l'unico punto di luce naturale della sala.
Scrive Massimo Bignardi: 'Marco Zagaria insiste sulla magica pratica di rendere presente l'immateriale corpo delle figurazioni mentali. Il giovane artista napoletano opera sulla dualità , vale a dire sulla coscienza e sull'inconscio: azzardando un esempio sembra che il suo lavoro insista sulla metafora picassiana del Minotauro, ove la parte nascosta è già svelata, è presente senza però offrire un suo delineato profilo, lasciando, cioè, margini ulteriori. Il buio non è più, quindi, la materia che costruisce le forme dell'inconscio, il luogo dal quale lasciar liberamente affiorare il magma dell'Io. L'istinto è la curiosità (intesa come naufragio) di muovere nello spazio offerto, dal digitale, all'immaginario. Le sue figure - avverte l'artista - sono 'realtà concreta' o, meglio, corpi di una presenza interiore.'
Il percorso espositivo si conclude con un ascesa verso il punto più alto della Porta, la terza sala; qui dei lightbox illuminati dalla luce del sole proiettano le immagini di 42 teste 'mascherate'. E' solo attraverso i loro occhi, forati, che possiamo avere un contatto visivo con l'esterno; sono il mezzo che ci permette di osservare la città e il suo paesaggio circostante, che ci consente infine di vedere la realtà fenomenica delle cose.
Marco Zagaria è nato nel 1969 a Napoli, dove attualmente vive e lavora. Il suo lavoro artistico parte dalla pratica pittorica per approdare all'uso delle tecniche digitali che insegna all'Accademia di Belle Arti di Napoli. Ha preso parte a diverse esposizioni collettive in Italia e all'estero, ultima delle quali XIV Quadriennale Anteprima (2003), Palazzo Reale, Napoli.
La mostra, ad ingresso gratuito, rimarrà aperta fino al 25 Aprile, e sarà visitabile dal martedì alla domenica in orario 10,00/13,00 e 15,00/18,00 (chiusura il lunedì e il giorno di Pasqua).
Viavai. Pontespositivo è un progetto curato da Angelo Andreotti, con l'organizzazione dell'Assessorato alle Politiche Culturali (Ufficio Giovani Artisti) del Comune di Ferrara, in collaborazione con le Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea e l'Assessorato alle Politiche per i Giovani del Comune di Ferrara e l'Assessorato al Progetto Giovani della Regione Emilia-Romagna. Le mostre dell'anno 2003 hanno visto una presenza di circa 13.000 visitatori per quasi 150 giorni di apertura.
Porta degli Angeli
Rampari di Belfiore 1
Ferrara