Invernomuto presenta l'installazione ambientale Wondo Genet e l'opera Negus - Remembering a Night in Sasha, composta da un video e tre disegni. La fantastoria in un gioco di continui rimandi visivi e auditivi.
A cura di Anna Cestelli Guidi e Manuela Pacella
La mostra di Invernomuto è il sesto appuntamento del progetto espositivo della Fondazione Musica per Roma dedicato all’arte del suono: “One Space/One Sound”.
Per “One Space/One Sound”, Invernomuto presenta l’installazione ambientale Wondo Genet – per la prima volta esposta a Marsèlleria (Milano) e ripensata ora per lo spazio AuditoriumArte – e l’opera Negus – Remembering a Night in Sasha, composta da un video e tre disegni.
Wondo Genet (2014), in amarico “paradiso terrestre”, è un luogo in Etiopia, vicino Shashamane, considerato sacro dalla religione Rastafariana. Il titolo dell’installazione gioca sull’ambiguità del termine che fa certamente riferimento all’Eden ma anche al nome di una famosa spa in Etiopia.
Negus — Remembering a Night in Shasha (2014) è un video in cui Invernomuto cerca di dar corpo ai ricordi rarefatti di una notte passata nella comunità Rastafariana di Shashamane, in Etiopia, mentre un disegnatore di identikit pone loro alcune domande per delineare su carta i volti e i fatti accaduti. I tre disegni realizzati durante le riprese sono esposti, insieme al video, in un’atmosfera soffusa e volutamente soggettiva.
I lavori scandiscono due diverse fasi del progetto Negus, iniziato nel 2011 e ancora in progress, composto da installazioni multimediali, video e diversi oggetti e sculture che sono di volta in volta messi in relazione in un gioco di continui rimandi visivi e auditivi in ambientazioni dove il suono gioca un ruolo fondamentale.
In questo progetto Invernomuto combina la storia ufficiale con un evento locale che, in questo caso, è tramandato unicamente da fonti orali. Negus infatti si ispira a un fatto storico che risale al periodo fascista: durante la campagna d’Etiopia venne bruciato, nella piazza di Vernasca (un piccolo paese tra Milano e Bologna), un fantoccio raffigurante l’imperatore Hailé Selassié I, ultimo Negus d’Etiopia, in concomitanza con il ritorno dall’Abissinia di un soldato italiano.
Il racconto di questo avvenimento ha dato origine ad un’espressione del dialetto locale, secondo cui il termine “Negus” designa una persona dal ridicolo aspetto vistoso e trasandato.
Hailé Selassié I fu proclamato il messia dal culto Rastafari, nato in Giamaica negli anni Trenta.
Nell’intrecciarsi tra memoria ufficiale e racconto personale l’apparente linearità della storia viene amplificata da altre stratificazioni semantiche. Così la presenza del celebre musicista e produttore giamaicano di reggae e dub, Lee “Scratch” Perry, invitato da Invernomuto nel 2013 grazie a una campagna di crowdfunding, ad agire sul loro palco, la piazza di Vernasca, acquista nuovi significati: l’icona giamaicana si sovrappone, nel luogo del rogo, all’immagine del Negus Hailé Selassié I, di Ras Tafari Makonnen, ossia il 225° discendente diretto della dinastia salomonica, l’ultimo Re dei Re. Colui con il quale nasce la fede rastafariana per poi avere il picco e una diffusione mondiale proprio attraverso il veicolo della musica reggae.
Ma è solo l’inizio, l’intreccio sposta l’interesse altrove e il ciclo del Negus dopo Vernasca continua in Etiopia – a questa fase appartengono i lavori ora in mostra in AuditoriumArte – la patria appunto dell’imperatore Hailé Selassié, per proseguire nei prossimi mesi in Giamaica.
Formato da Simone Bertuzzi (1983) e Simone Trabucchi (1982), Invernomuto nasce nel 2003 ; vive e lavora tra Vernasca (PC) e Milano.
L’immagine in movimento e il suono sono i mezzi di ricerca privilegiati del duo; scultura, editoria e pratiche dal vivo sono altre delle sue varianti.
Nel 2013 partecipa alla Nona Edizione del Premio Furla, vince il MERU ART*SCIENCE e ottiene una residenza presso l’Istituto di Cultura Italiano di Addis Ababa. Nel 2014 è selezionato per la Berlinale Talents.
Nel 2012 pubblica la sua prima monografia, Simone (Mousse Publishing) e nel 2014 il libro d’artista relativo al progetto Negus (Humboldt Books).
Progetto One Space/One Sound
One Space/One Sound è un progetto espositivo periodico sull’arte del suono concepito da Fondazione Musica per Roma per lo spazio AuditoriumArte. Il progetto è rivolto a installazioni che hanno il suono come loro componente fondamentale, sia per la relazione con lo spazio che per la relazione con l’immagine visiva, scavalcando così la separazione tradizionale, oramai obsoleta, tra discipline artistiche diverse. Tratto comune di quest’arte del suono è proprio l’intrinseca relazione tra suono, l’esperienza visiva e la percezione architettonico/spaziale.
Inaugurazione: giovedì 23 Aprile 2015, ore 19
Auditorium - Parco della Musica
viale Pietro De Coubertin 34 Roma
Dal lunedì al venerdì dalle ore 17 alle ore 21 Sabato e domenica dalle ore 11 alle ore 21
Ingresso libero