Una retrospettiva, un libro e una mostra di quadri. Dagli esordi al cinema di impegno civile, dai cortometraggi ai lavori televisivi, piu' di venti film in gran parte rigenerati e ristampati per l’occasione. Di lui Pasolini diceva: ''sei un amaro moralista assettato di vecchia purezza''. Seppure Damiani ha sempre mantenuto distinta la sua attivita' di artista da quella di uomo di cinema, la pittura e' sempre stata per lui una dimensione fondamentale del suo essere narratore. Una mostra di oltre 30 tele sara' allestita a partire da sabato 23 ottobre. Un volume di 400 pagine e' stato realizzato in occasione della retrospettiva friulana
Una retrospettiva, un libro e una mostra di quadri.
Dal 19 ottobre al 4 novembre: la retrospettiva.
Dal 23 ottobre al 5 dicembre: la mostra dei quadri.
Il ''più americano'' dei registi italiani, sarà in Friuli per un’ampia
retrospettiva a lui dedicata. Dagli esordi al cinema di impegno civile, dai
cortometraggi ai lavori televisivi, si vedranno più di venti film in gran
parte rigenerati e ristampati per l’occasione. Di lui Pasolini diceva: ''sei
un amaro moralista assettato di vecchia purezza''.
Si aprirà con la proiezione della copia ristampata de ''Il rossetto'' il grande
omaggio che il Centro Espressioni Cinematografiche di Udine, Cinemazero di
Pordenone e La Cineteca del Friuli di Gemona, tributano a Damiano Damiani a
partire da oggi. A dare il via alla retrospettiva, curata in
collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca
Nazionale di Roma, dunque la ristampa del suo film d’esordio datato 1960.
Definito dalla critica come il ''più americano dei registi italiani'', per la
sua grande sicurezza nel muovere la macchina da presa, per le sue solide
narrazioni, per il suo stile scevro da preoccupazioni estetiche o
linguistiche ma incline a ricreare una piena aderenza con i fatti e con la
realtà , Damiani, per troppo tempo dimenticato dai critici e dalla
storiografia cinematografica nazionale, è anche oggetto di un approfondito
studio condotto da Alberto Pezzotta e raccolto in un volume di 400 pagine edito
in occasione della retrospettiva friulana. Colmando un vuoto critico e
storico sul lavoro artistico del regista nato a Pasiano di Pordenone nel
1922, questa pubblicazione riproduce, attraverso documenti e testimonianze
inedite, anche il clima di un’epoca, il dibattito intellettuale di allora,
le vicende produttive di un cinema mai come a quel tempo capace di essere
vivace, vitale e stimolante. All’interno di quel panorama, agli inizi degli
anni Sessanta - anni in cui esordivano i grandi nomi del cinema italiano da
Pasolini a Bertolucci - e poi nel corso degli anni Settanta, Damiani era
uomo rispettato, regista di impegno civile e di denuncia, citato a pieno
titolo accanto ai nomi di Petri e Rosi. Famoso per la sua ostinazione (tutta
friulana), per la sua determinazione nel portare avanti progetti in maniera
del tutto indipendente anche quando di trattava di opere su commissione,
Damiani è autore di successi anche commerciali basterebbe citare
''Confessione di un commissario di polizia al procuratore della Repubblica''
oppure il successivo ''L’istruttoria è chiusa: dimentichi''entrambi
interpretati da uno straordinario Franco Nero senza dimenticare ''Quien Sabe''
, sulla rivoluzione messicana con Gian Maria Volontè, che Damiani stesso non
volle mai definire un western ma che diventerà un modello, indipendente da
quello di Sergio Leone, per molti western italiani insuperato per l’epos, il
sincero pathos populista e la crudezza mai gratuita.
Ma già con ''Il rossetto'', Damiani era stato capace di spiazzare la critica
italiana portando sul grande schermo un film di difficile classificazione:
un giallo malizioso, ben girato e interpretato, un racconto di vita che
puntava tanto sulla psicologia dei personaggi tanto quanto sul contesto
sociale della vicenda, inserendoli in un ambiente ben definito e
identificabile come quello dell’Italietta piccolo-borghese del boom
economico. Alla sceneggiatura del film - che, ricordiamo, sarà proiettato
il 19 ottobre al Cinema d’Essai Ferroviario di Udine e il 20 ottobre a Cinemazero di Pordenone alle ore 20.30 introdotto dallo stesso regista - ,
contribuì anche il grande Cesare Zavattini, il quale, non a torto, volle
dare fiducia al giovane regista, collaborando alla creazione di questo
gioiello del cinema italiano (tra gli interpreti anche la friulana Giorgia
Moll).
L’ampia retrospettiva friulana ha avuto fin da subito il merito concreto di
''salvare'' il corpus cinematografico di Damiani (il Centro Sperimentale di
Cinematografia – Cineteca Nazionale ha operato per l’occasione interventi di
preservazione, ripristino e ristampa su 14 titoli) e avrà come obiettivo
quello di rendere giustizia alla ricchezza e complessità dell’opera di
Damiano Damiani, alla sua originalità e per certi versi alla sua capacità di
essere anticipatrice. L’intento non è certo quello della riscoperta, visto
che la sua posizione all’interno del cinema italiano è salda e
incontestabile, ma quello di rompere un silenzio che per troppi anni ha
pesato su Damiani costringendolo ad un ingiustificato isolamento. Forse
mancavano, e mancano tutt’ora, gli strumenti necessari a ben valutare dal
punto di vista critico un cinema fatto di cose reali e di impegno sociale;
un cinema popolare e civile che non ha bisogno di usare degli stratagemmi
per dire esattamente come la pensa sulla politica e la storia. Senza
scendere a compromessi Damiani, negli anni migliori della sua ispirazione
artistica, parlava attraverso le immagini perché aveva delle cose da dire
sul mondo e sulla politica e lo faceva con pulizia di intenti e genuina
ispirazione. Forse è proprio per questo che in una lettera personale al
regista Pasolini lo definiva così: ''un amaro moralista assettato di vecchia
purezza''.
Grazie al contributo della Provincia di Pordenone, dei Comuni di Pasiano di
Pordenone e di Udine, oltre ai film, all’interno dell’omaggio friulano sarÃ
possibile anche scoprire un Damiano Damiani inedito e insospettabile nelle
vesti del pittore. Seppure il regista abbia sempre voluto mantenere distinta
la sua attività di artista da quella di uomo di cinema, la pittura è sempre
stata per Damiani una dimensione fondamentale del suo essere narratore. Una
mostra di oltre 30 tele sarà allestita a partire da sabato 23 ottobre (fino
al 5 dicembre) presso la Sala Esposizioni Ai Molini di Pasiano di Pordenone
suo paese natale. La retrospettiva dei film, presentata al Cinema d’Essai
Ferroviario e a Cinemazero, proseguirà mercoledì 20 a Udine e giovedì 21 a
Pordenone con la proiezione di il film La rimpatriata del 1963, capolavoro
indiscusso - e da riscoprire - ambientato a Milano al tempo del boom
economico con uno straordinario Walter Chiari.
Si ricorda che il volume ''Regia Damiano Damiani'', edito da Centro
Espressioni Cinematografiche, Cinemazero, Cineteca del Friuli e Centro
Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale sarà in vendita in
ognuna delle sedi dell’iniziativa ed è acquistabile attraverso il sito
http://www.triplavisione.it
L’accesso alla retrospettiva al Cinema d’Essai
Ferroviario di Udine è gratuito nei pomeriggi e a biglietto unico intero per
le serate; a Pordenone è sufficiente acquistare un biglietto unico per l’
intera giornata. La retrospettiva sarà replicata entro l’anno a Roma presso
la Sala Trevi.
Immagine tratta da Il rossetto, regia Damiano Damiani con Laura Vivaldi, Italia 1960
Ufficio stampa/CEC
Via Villalta 24 33100 Udine tel. 0432/299545 fax. 0432/229815
Le sedi dell’iniziativa:
Cinema d’Essai Ferroviario
Via Cernaia 2 Udine tel. 0432/504874
Cinemazero
Piazza maestri del Lavoro 3 Pordenone tel. 0434/520404
Mostra dei quadri
Sala Esposizioni Ai Molini Pasiano di Pordenone tel. 0434/614311