Istituto Italo-Latino Americano
Roma
vicolo de' Catinari, 3 (Scuderie di Palazzo Santacroce)
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Lena Bergstein
dal 20/10/2004 al 9/11/2004
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Lena Bergstein



 
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20/10/2004

Lena Bergstein

Istituto Italo-Latino Americano, Roma

''Le cuciture sostituiscono la rumorosa scrittura fonetica con un silenzio, una pausa, un vuoto popolato di possibilita'. L'unico suono percepibile e' quello della macchina che cuce o del filo che si svolge dal rocchetto.'' Irma Arestizabal


comunicato stampa

Lena Bergstein o la scrittura del silenzio

La Galleria dell’IILA mostra nei mesi di Ottobre e Novembre il lavoro di Lena Bergstein presentato da un poetico testo di Jacques Lenhardt.
Lena inizia la sua carriera artistica esprimendosi con il linguaggio incisorio. Una tecnica, molto amata nel Brasile, che permette, durante il processo del lavoro, di vedere e cambiare ogni passaggio di studiare le modifiche ed osservare i diversi stati, colore per colore, tappa per tappa fino al momento in cui le parti unite sulla carta si fanno opera.
Lena Bergstein ha prodotto molti libri, non come illustratore, ma a quattro mani con gli autori, come il bellissimo Forcener le subjectil (editato nel 1998) insieme a Jacques derida, recentissimamente scomparso, con il quale realizza una riflessione sui disegni di Antonin Arthaud.
Al Museu de Arte Moderna do Rio de Janeiro ha esposto nel 1992 la sua magnifica Tenda, un’opera nella quale lo spettatore-fruitore si colloca di fronte al libro e alla scrittura.

Gradualmente la pittura è entrata nell’universo di Lena, prima con frasi, simboli e lettere, come nelle incisioni. Poi, poco a poco, le scritte si sono diluite nello spazio, si sono disfatte lasciando posto ad un altro tipo di grafia fatta da cuciture, nodi, fili e linee che creano una scrittura illeggibile, come impercettibili suoni nel silenzio.

Come dice Irma Arestizabal nel depliant della mostra: “Le cuciture sostituiscono la rumorosa scrittura fonetica con un silenzio, una pausa, un vuoto popolato di possibilità. L’unico suono percepibile è quello della macchina che cuce o del filo che si svolge dal rocchetto. Cuciture a mano, a macchina, che uniscono parti, come le parti del processo nella incisione, come nella nostra memoria si uniscono le diverse parti della nostra vita”.

Lena dice:” ho cominciato a pensare che a partire dalle linee cucite stavo facendo un vestito, uno scialle il mio proprio scialle. ..Il mio scialle, molto singolare, tessuto in oro, iridescente, incandescente, che prende le mosse dal l mio lavoro, una manifattura di tessuti, un meravigliosa fusione di fili e fibre per coprirmi”. Come il baco da seta, in Un Ver à Soie (una memoria della infanzia di Jacques Derrida) che fa il bozzolo per trasformarsi in una bellissima crisalide, un lento lavoro, che crea ciecamente oltre il vedere ed il sapere, nel fare e nel rifare.

Roma
Istituto Italo Latino-Americano
Scuderie di Palazzo Santacroce Vicolo dei Catinari 3

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