Ad esporre le proprie opere e' un pittore del sud, originario del Cilento ma che vive in Toscana da molti anni. Il passato e l'immaginario di Greco rivivono nelle sue opere anche attraverso altri paesaggi, altri cieli. Il Cilento arcaico e magico si unisce con la Toscana rigorosa e morbidamente severa in un'unica narrazione.
Dopo aver tagliato il traguardo dei due anni di vita CONFARTE si presenta al pubblico con un nuovo importante appuntamento artistico. Ad esporre le proprie opere nella Sede Provinciale di Confartigianato di Prato questa volta è un pittore del sud, Giulio Greco, originario del Cilento, ma che vive in Toscana da molti anni.
Scorriamo velocemente la vita artistica di Giulio Greco. Dopo essersi diplomato all’Istituto d’Arte di Salerno continua gli studi all’Accademia delle Belle Arti di Firenze sotto la guida di Afro e Vinicio Berti. Dal 1970 al 1974 collabora attivamente con il Gruppo Sperimentale di Ricerca Estetica “La Piramide†di Firenze dove incontra Carmelo Genovese. Da questi anni inizia il suo interesse per la ricerca antropologica e mitica della sua terra d’origine, il Cilento.
Dal 1983 al 1988 si trasferisce nel Cilento dove si dedica alla sperimentazione di nuove tecniche pittoriche e di materiali “poveri†quali la juta, il cuoio, il legno e la pietra. Nel 1989 Giovanni Testori scrisse sui simboli e sulla “religio†delle tele di Greco:
«Partendo dalla sua terra, il Cilento, ad essa sembrando quasi arrestarsi, in verità , riconoscendo, via, via, l’intercambiabilità , profonda e primigenia, d’ogni “segno†rituale, costruiscono, per noi, gli stendardi, le bandiere, i sandolini in cui l’antico, anzi antichissimo coacervo dei riti balugina nell’oggi e giunge, non solo a farsi percepire, ma a rivelarci, sotto i tumuli delle stagioni e della storia, i suoi sensi e i suoi significati [...] Noi le guardiamo queste “teleâ€; ne restiamo presi e affascinati. Poi, la mano vorrebbe passarvi e ripassarvi sopra; forse desiderando che i segni, di cui sono ripiene, scaldino e vitalizzino di sé anche il nostro vivere d’oggi; un vivere amaro, disperato e, per ciò che riguarda la “religioâ€, ciecamente strozzato e muto».
Il passato e l’immaginario di Greco rivivono nelle sue opere anche attraverso altri paesaggi, altri cieli. Il Cilento arcaico e magico si unisce con la Toscana rigorosa e morbidamente severa in un’unica narrazione fiabesca.
Nel 1993 Flaminio Gualdoni ha scritto su Greco:
«È un percorso, il suo, che nasce da un intendimento primigenio della pratica pittorica, del fare come processo impregnato d’un senso oscuramente magico e rituale. Le sue antiche immagini, concussioni dello strato segreto del mondo attraverso le sue forme materiali, dichiaravano un’attitudine antropologica, addirittura, una sorta di ’sapienzialità sorgiva».
Nel 2002 realizza Muro la Luna, un importante dipinto murale per la nuova facciata dello Stadio Comunale F. Corsini di Fucecchio (Fi).
Chiudiamo con le parole del critico Alberto Gavazzeni: “Come un archeologo, che cerca i cocci che raccontano una o mille vite, Greco scava nei suoi sogni, ma anche nei suoi incubi e poi li ricompone come quei caleidoscopi che divertivano i bambini di tanti anni fa, quelli che sapevano stupirsi di un universo multicolore e sempre cangiante fatto di vetri colorati.
Icaro o l'anima. Per sfidare le leggi della natura, raggiungere il sole, purificarsi, ma anche elevarsi al di sopra della frammentazione della materia che continua a creare e distruggere. Per una voglia d'immortalità che pur si sa inesistente.â€
Sede Provinciale di Confartigianato
Viale Montegrappa 138
Prato