Galleria Quintocortile
Milano
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Foglie bianche
dal 14/12/2004 al 23/12/2004
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Segnalato da

Quintocortile




 
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14/12/2004

Foglie bianche

Galleria Quintocortile, Milano

L'installazione consiste nella realizzazione da parte di Mavi Ferrando di una serie di settanta piccole sculture in legno sulle quali 20 artisti sono stati invitati ad intervenire con un'operazione di interazione e contaminazione linguistica sul tema delle foglie bianche.


comunicato stampa

Installazione di Mavi Ferrando con 40 interventi di 20 artisti

testi di Donatella Airoldi, Roberto Borghi

L'installazione "Foglie bianche" consiste nella realizzazione da parte di Mavi Ferrando di una serie di settanta piccole sculture in legno sulle quali 20 artisti sono stati invitati ad intervenire con un'operazione di interazione e contaminazione linguistica sul tema delle foglie bianche.

Interventi di: Alessandra Bonelli - Momò Calascibetta - Gigi Conti - Ruggero Gamberini - Mario Gatto - Metta Gislon - Paola Guidetti - Jane Kennedy - Pino Lia - Maria Clotilde Licini - Aghim Muka - Lucia Pescador - Nada Pivetta - Giuseppe Prenzato - Antonella Prota Giurleo - Christopher Pisk - Luca Rendina - Sergio Sansevrino - Irina Schwarz - Armando Tinnirello

E’ un lavoro in comune! Parola inusitata. Oggi (forse?) ciascuno guarda a sé, al proprio tornaconto, e i conti non tornano mai.
Le ‘comuni’ hanno avuto il loro protagonismo, giustamente passato, guai a nominarle, non è più il tempo. Bisbigliamo scontenti della falsità delle nostre relazioni, rincorriamo gli eventi dove tutti si conoscono, ma pochi si salutano, ci si guarda a destra e a sinistra, questo sì, questo no, questo ni. Sì, forse è ignobile parlare con tutti. Inconsapevoli del proprio presente, consenzienti a un futuro da aspiranti ricchi e famosi.
Forse che riconoscersi, volersi vedere, scambiare opinioni, idee e parole non è più abituale, è ormai una forma passata di inutilità sociale? Svuotare ogni cosa, ogni sentimento, vuol dire che poi qualcuno lo riempirà?
Operazione insolita quella di Mavi Ferrando che insiste nel voler accomunare mondi diversi e contrapposti.
Lei offre le sue opere, costruite una ad una, le studia, le stima, le guarda e s’innamora. Un lavoro che dura mesi, tempi che pochi osano offrire agli altri.
Questo scambio reciproco tra artisti, del loro ingegno e del loro fare, è totalmente contro corrente tanto si discosta dai tempi attuali che hanno innalzato a valore globalizzato il protagonismo e l’IO assoluto, dove il denaro è tempo e tempo è denaro.
Mavi Ferrando ferma il tempo, crea piccole opere che poi mette in comune. Gli artisti invitati si dedicano a questa insolita operazione e partecipano, come protagonisti, a questo strano gioco di relazione che oggi si chiama “Foglie bianche”.
I cactus hanno le loro foglie, piccole e appuntite, soprattutto spinose, con una velatura bianca come un velo da sposa. Sono verticali e orizzontali, tutte in fila, perfette una dietro l’altra, seguono il profilo dell’albero, in silenzio reverenziale e attendono. Se il deserto le accompagna non si sentono sole, sono miliardi di foglie acuminate che è meglio non avvicinare, ma guardare soltanto da una giusta distanza. Si muovono impercettibilmente con una straordinaria sensibilità ad ogni alito infinitesimo e soprattutto captano ogni volo senza tempo. Sono pericolose, ma inconsapevoli di esserlo, sono poco socievoli, ma non raccontano i loro desideri.
Hanno sicuramente a che fare con l’eternità.
Le opere di M.F. ci portano nei deserti della sierra, nelle isolate pianure bruciate dal sole, dove il solo colore che abbaglia la vista è il bianco sterminato, visionario e intenso, che copre ogni cosa, s’insinua in ogni angolo e imbianca teneramente ogni idea. Piccole opere, grandi come spiagge bianche infinite, enormi ingombri di sabbia visti dal satellite, incontaminati, innocenti, senza nessun incauto attacco umano. O forse sono neve, ghiaccio, vento freddo, gelido inverno che cerca i suoi colori e il suo calore?
Forse è proprio il potere ambivalente di queste opere, così fortemente riconoscibili, dissenzienti ad ogni regola obbligata, che ci permette, osservandole, camminandoci a lato, di inoltrarci sempre più profondamente verso luoghi indefiniti e imprevedibili.
Opere che trasformano l’elemento statico in una prodigiosa quanto orgogliosa dinamicità, che sanno ondeggiare da sole nei luoghi più affascinanti della terra, ma anche nei più infausti, che gettano dinamite bianca, ma spergiurano di non averlo mai fatto. Potrebbero dar vita a un gruppo jazz senza strumenti, selvagge ed aggressive, eleganti e sinuose, compiacenti nel mostrare la loro innocente bellezza.
M.F., severa Scultrice, avvolge la materia e se ne appropria, la trasforma, la studia per giorni e giorni, bada ad ogni equilibrio, ad ogni elemento utile, ad ogni impercettibile segno. Dà senso e significato alla forma, cancella, scompone e ricompone, inchioda e taglia con il suo azzurro black & decker.
E poi si allontana dall’opera, l’osserva dal proprio giardino fiorito, sembra conversare a lungo con il proprio pensiero, senza dare mai troppo spazio all’interlocuzione: agisce, opera, costruisce. Non si sa mai nell’opera chi vince o chi perde, è solo la bellezza della scultura che prevale nella delicatezza delle forme, nell’eleganza della sintesi, nell’equilibrio e nell’armonia degli elementi.
Purezza dell’anima, nei tagli perfetti, nelle forme elaborate, nei movimenti che toccano il cielo, nel suo consenso a un codice etico che non accetta compromessi, timida nell’apparire, in un sistema che ha come suo portale un’apparenza bieca senza soglie nello svendere tutto e tutti, lei forte nell’essere fortemente portatrice di un proprio linguaggio scultoreo affascinante e sicuro, ma dove non si può vendere l’anima. Inconsueta anomalia in una mediocrità ordinaria. Piccole foglie bianche.
Donatella Airoldi

"vernissage": martedì 14 dicembre h 18

"finissage": giovedì 23 dicembre h 18 con disallestimento mostra e allestimento di:
"Il testamento di Maria Helena" interAzioni di Antonella Prota Giurleo

Quintocortile
Viale Col di Lana 8 - 20136
orario: da martedì a giovedì 17,30 - 19.30

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Elda Longo
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