Galleria Wunderkammer
Torino
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Silvio Vigliaturo
dal 24/1/2005 al 19/2/2005
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Silvio Vigliaturo



 
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24/1/2005

Silvio Vigliaturo

Galleria Wunderkammer, Torino

Arlecchino e la Torre di Babele. Dipinti ad olio su tela e sculture in vetro-fusione del 2004 sul tema di Arlecchino: l'uomo occidentale e il nuovo millennio. Esposti 15 quadri e 5 sculture.


comunicato stampa

Dipinti ad olio su tela e sculture in vetro-fusione del 2004 sul tema di Arlecchino: l’uomo occidentale e il nuovo millennio. Sarà esposta la nuova serie di dipinti di piccola e grande dimensione (50x70; 70x70;100x150; 150x150), che ritrae particolari ingranditi su tela tratti da altri dipinti sulla figura di Arlecchino, in cui si esaltano in maniera straordinaria forme ed espressioni, e alcune sculture in vetro-fusione. Le opere esposte saranno 15 quadri e 5 sculture.

"Nei tarocchi la carta più scongiurata non è quella della morte, segno di rinnovamento, bensì quella della torre, metafora di caduta e sciagura. Così la Torre di Babele, allegoria biblica della rovina, ma anche della dispersione, del pluralismo linguistico, religioso, è diventata in tempi tristemente recenti anche il simulacro delle Twin Towers di New York; della forza cieca dell’orrore, del male per eccellenza, il segno di un evento imprevedibile che ribalta il corso di una storia o della Storia. La simbologia della caduta dei valori appartiene a tutti i grandi racconti dell’umanità e allude alla caducità della condizione umana, ai suoi limiti, ai rischi che conseguono quando ci si azzarda incoscientemente a oltrepassarli. Gli stessi rischi e salti acrobatici con i quali si dipana nei fili dell'intrigo dei potenti Arlecchino, che nella tradizione veste i panni del servo balordo e opportunista. Riproposto in chiave moderna, questo stereotipo è diventato il codice di un linguaggio emblematico, attuale. Per Vigliaturo identifica l’uomo occidentale e le sue preoccupazioni nei confronti dell’avvento di un’altra civiltà, quella musulmana. Arlecchino rappresenta, quindi, non solo la maschera per antonomasia, ma, ancora una volta nel suo immaginario, è il simbolo di polarità da cui partire: la felicità e la tristezza, il bene e il male, il piacere e il dolore. Si tratta degli infiniti dualismi, gli stessi insiti nella natura umana, che Arlecchino ci propone con il suo sberleffo, e che l’artista utilizza, in un sottile gioco di incastri argomentativi sulla doppiezza, sull’inganno, e sul vuoto di valori umani del nostro tempo. Ma se in Arlecchino la nota fondamentale resta quella dello smarrimento scettico del suo riso doloroso, fra tanti camuffamenti, Vigliaturo cercherà di offrire la speranza di una risposta in positivo, lasciando l’impressione di una profonda serietà e di un grande stile". Tiziana Bueti

Inaugurazione: martedì 25 gennaio 2005 ore 18,30 – 21

Galleria d’arte Wunderkammer - via Bava 6/f - Torino
Orari: dal martedì al sabato 10 -12 / 15.30 - 19

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