Hacktivism in the Context of Art and Media in Italy. Panel e workshop. Il panel 'Hacking the Body' si interroga sul significato del cyberfemminismo oggi, piu' di 10 anni dalla sua nascita concettuale, attraverso l'analisi di progetti che giocano con l'idea di corporeita', identita' e sessualita'. Nel panel 'Hacktivism: Was tun/Che fare?' teorici e artisti del settore, discuteranno il concetto di hacktivism e i suoi sviluppi dopo 20 anni di riflessioni e sperimentazioni in Italia. Nel workshop si analizzera' il fenomeno telestreet.
Hacktivism in the Context of Art and Media in Italy
Panel e Workshop
1. Panel: Hacking the Body
2. Panel: Hacktivism: Was tun/Che fare?
3. Workshop: Hacking TV, How to build a Telestreet
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Panel: Hacking the Body - 6 febbraio 2005
Il panel 'Hacking the Body' si interroga sul significato del
cyberfemminismo oggi, piu' di dieci anni dalla sua nascita concettuale,
attraverso l'analisi di progetti che giocano con l'idea di corporeita',
identita' e sessualita'. Nel 1991, cavalcando l'onda utopistica che
vedeva la tecnologia fonte di nuovi scenari sperimentativi e superamento
di costrizioni di genere, un gruppo di ragazze australiane scrisse
l'ormai celebre testo 'A Cyberfeminist Manifesto for the 21st Century'.
Scritto dando omaggio a Donna Haraway, questo gruppo comincio' a giocare
con il concetto di cyberfemminismo fondando la mini-corporation VNS
Matrix. Il virus cyberfemminista dilago' in Europa e America, combinando
uso radicale del corpo, fiducia nella tecnologia come fonte di
superamento di dualismi di genere, ironia e attivismo politico. Dopo
dieci anni di pratiche individuali e collettive, qual e' il significato
che il cyberfemminismo assume attualmente? Correlando la tematica
all'exhibition 'hack.it.art - Hacktivism in the Context of Art and Media
in Italy' in che modo e' possibile essere radicali applicando l'idea di
hacking a concetti come identita', corporeita' e sessualita'?
Attualmente si respira una nuova ondata di espressione radicale del
corpo attarverso l'uso indipendente della pornografia, che si manifesta
nella critica dei rapporti di potere e nella sperimentazione sessuale
identitaria che esula da dicotomie rigide (uomo/donna, gay/etero).
Un'ondata che non e' solo un'utopia teorica, ma qualcosa di pratico, che
va a intaccare dinamiche di mercato, politica e strategie di
comunicazione in rete e non.
E' forse questo il territorio piu' fertile per un nuovo virus che porta
le utopie cyberfemministe nel suo codice genetico?
Panel 'Hacking the Body': 6 febbraio, 4.00 pm
Prima sessione (4.00-5.30 pm)
- Cornelia Sollfrank, Old Boys Network www.obn.org(Amburgo, D)
- Agnese Trocchi, Candida TV www.candidatv.tv (Roma IT)
- dibattito con il pubblico
Proiezione video (5.30 pm)
- "Bio Doll's Baby" di Franca Formenti www.francaformenti3.org
(Varese, IT), introdotto da Dahlia Schweitzer www.thisisdahlia.com
(New York USA/Berlino, D) con l'interazione del virus synusi@ di
Casaluce - Geiger (Vienna, AU/Italia)
seconda sessione (6.00-7.30 pm)
- Diana McCarty, Bootlab (www.bootlab.org Berlino, D)
- Betty, Sexyshock (www.ecn.org/sexyshock Bologna, IT)
Discussione con il pubblico
- Moderatrice: Tatiana Bazzichelli, AHA (www.ecn.org/aha Roma,
IT/Berlino, D)
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Panel: Hacktivism: Was tun/Che fare? - 8 febbraio 2005
Il panel vuole rispondere alla domanda: 'Qual e' lo stato
dell'hacktivism oggi in Italia?' Quali sono le differenze-relazioni con
il concetto di hacktivism in uno scenario internazionale (in particolare
per la citta' di Berlino)?
Attraverso il panel 'Hacktivism: Was tun/Che fare?' teorici e artisti
del settore, discuteranno sul concetto di hacktivism e sugli sviluppi di
questo dopo venti anni di riflessioni e sperimentazioni in Italia. In
questa fase politico-culturale italiana, che non sembra lasciare molto
margine allo sviluppo di forme di espressione e informazione libera,
appare quanto mai importante e necessario riflettere su queste
tematiche. Mentre all'estero si organizzano rassegne sul software libero
supportate pienamente a livello istituzionale e commerciale (vedi
l'evento Wizards of OS a Berlino nel giugno 2003, vedi la storia di
successo della Free Software Foundation e della licenza Creative Commons
in USA), in Italia si e' ancora in una fase in cui si deve lottare
unicamente per affermare l'idea che puo' esistere un modello produttivo
di informazione e espressione indipendente. Gli hacker sono ancora
additati come 'pirati' e un sistema operativo non proprietario come
GNU/Linux e' accessibile a pochi, pur essendo free. Dopo venti anni,
passata la prima fase utopistica, e' ancora possibile parlare di
hacktivism in uno scenario in cui la rete e' dominata da interessi
commerciali di grandi gruppi? Che prospettive si delineano per coloro
che lottano per un modello alternativo e indipendente di informazione e
espressione artistica in rete? La net-community esiste ancora nei
termini relazionali comunitari che hanno animato la prima fase di
costruzione della rete?
Panel 'Hacktivism: Was tun/Che fare?', 8 febbraio 2005, 7.00 pm.
- Prima sessione (7.00 pm):
- Sebastian Lu"tgert, Textz.com www.textz.com (Berlino, D)
- Tommaso Tozzi, Hacker Art www.hackerart.org (Firenze, IT)
- Seconda sessione (8.00 pm):
- Susanne Schmidt, www.informationsfreiheiten.de (Berlino, D)
- Asbesto, Freaknet Medialab www.freaknet.org (Catania, IT)
- Dibattito con il pubblico (9.00 pm)
- Moderatore: Alessandro Ludovico, Neural www.neural.it (Bari, IT)
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Workshop on 'Hacking TV, How to build a Telestreet' - 5/6 febbraio 2005
Durante il workshop si analizzera' il fenomeno telestreet
www.telestreet.it e verranno date le istruzioni per costruire una TV
di quartiere.
5 febbraio 2005 (2.00-6.00 pm)/ 6 febbraio (12.00 am-3.30 pm).
- Agnese Trocchi, Candida TV www.candidatv.tv (Roma, IT)
- Federico Bucalossi, Nothuman www.nothuman.net (Firenze, IT)
- Alexandra Weltz, filmmaker (Berlino, D)
hack.it.art - Hacktivism in the Context of Art and Media in Italy - 14 gennaio - 27 febbraio 2005
http://www.kunstraumkreuzberg.de - http://www.ecn.org/aha
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