Lucio Capece. Set di musica elettro-acustica improvvisata, per strumenti ad ancia e dispositivi analogici. L'approccio del musicista argentino prevede la 'preparazione' di sax e clarinetto basso con bottiglie di plastica, palline da ping pong, acqua, tipi diversi di carta, particolari set-ups elettronici analogici e uso di personali 'tecniche estese'.
Xing, Pierrot Lunaire, H-amb
presentano
mercoledi 13 aprile h 22.00
LUCIO CAPECE (Argentina)
sax soprano, clarinetto basso, dispositivi analogici
all'interno di
Desco Music
a cura di Valerio Tricoli e Claudio Rocchetti
Mercoledi 13 aprile alle 22.00 per la rassegna Desco Music, Raum, in Via Ca' Selvatica 4/d, presenta il set di musica elettro-acustica improvvisata del musicista argentino Lucio Capece, che suonerà strumenti ad ancia e dispositivi analogici.
Il suo approccio strumentale prevede la 'preparazione' di sax e clarinetto basso con bottiglie di plastica, palline da ping pong, acqua, tipi diversi di carta, particolari set-ups elettronici analogici, e usa anche personali 'tecniche estese'.
Lucio Capace, argentino, vive a Parigi dal 2002. Suona il clarinetto basso, il sax soprano, un mixer in feedback controllato dai microfoni del sassofono, il sintetizzatore analogico. Ha a lungo studiato chitarra, per poi spostarsi verso gli strumenti ad ancia, concentrandosi sull'approccio di Coltrane alle tecniche classiche e jazz.
Dal 2000 suona soprattutto musica improvvisata con il 'Q-O2 Ensemble', diretto dal Julia Echardt (progetti con Phill Niblock, Pauline Oliveros, Keith Rowe...). Come improvvisatore ha condiviso progetti con Keith Rowe, Axel Dorner, Franz Hautzinger, Domenico Sciajno,Rhodri Davies, Robin Hayward, Burkhard Beins, Andrea Neumann, Yannis Kyriakides, Sean Meehan, Mattin...)
Sin dall'adolescenza Lucio Capece è stato fortemente influenzato da registi cinematografici come Andrei Tarkovsky, Sergei Paradjanov e Robert Bresson, e da pittori e artisti visivi come Mark Rothko, gli iconisti russi (fra tutti Andrei Rubliov) o Laszlo Moholy Nagy, soprattutto nella loro ricerca sui modi dello sviluppo della percezione.
In questo senso la ricerca di Capece si è concentrata sulla musica considerata come tempo puro, o porzione di tempo vissuto. Senza fine, inizio, o sviluppo. L'approccio di Capece non è assimilabile a quello di nessuna scuola precisa. Suona in diversi progetti di musica improvvisata, che spaziano dal riduzionismo più estremo al noise, non considerando la "quantità " di suono e silenzio un fattore importante quanto l'esperienza percettiva del flusso temporale.
Col supporto di Città del Capo - Radio Metropolitana, Radio Città Fujiko, Edizioni Zero
Raum
via Ca' Selvatica 4/d - Bologna