Galerie Davide Di Maggio
Berlin
Sophienstrasse, 21
+49 30 24781498 FAX +39 0286915631
WEB
Wolf Vostell
dal 13/5/2005 al 30/6/2005
0049.30.24781498
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Segnalato da

Davide Di Maggio


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Wolf Vostell



 
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13/5/2005

Wolf Vostell

Galerie Davide Di Maggio, Berlin

Decoll/age. ''La confusione della vita quotidiana e' enorme ed io devo commentarla. Si vive in un'epoca di grandi malintesi, divergenze, contraddizioni del pensiero e del comportamento. Nello stesso tempo vivere all'interno di molteplici contraddizioni e' una delle esperienze piu' sublimi della vita e in cio' devo essere come una montagna in mezzo al mare agitato''. W. V. L'artista, che partecipo' al movimento Fluxus, espone lavori storici come l'installazione 'Zyklus Calatayud' del 1973, i dipinti del ciclo 'Juana la loca' del 1980 e alcuni disegni.


comunicato stampa

Decoll/age

La Galerie Davide Di Maggio - mudimadue, dopo Francesca Woodman, presenta nel suo nuovo spazio a Berlino la personale di Wolf Vostell, artista tedesco esponente di spicco del movimento Fluxus. In mostra sono esposti lavori storici come l'installazione ''Zyklus Calatayud'' del 1973, i dipinti del ciclo ''Juana la loca'' del 1980 e ''Siberia Extreme¨¾a'' del 1982, inoltre alcuni importanti disegni.

E' la distruzione della seconda guerra mondiale che Vostell sperimenta fin da piccolissimo, infatti nasce a Leverkusen (Colonia) nel 1932 da una famiglia di origine ebrea che dovette lasciare il paese all'inizio della guerra. Nel 1954 avviene la prima rivelazione fondamentale nelle sue scelte artistiche: nel suo primo viaggio a Parigi, leggendo una notizia su Le Figaro, egli scopre il termine decoll/age, che oltre a significare decollo, elevazione di un aereo da terra, vuol dire anche separazione, distacco, morte; la contraddizione di un aereo che precipita, appena alzatosi in volo, lo colpisce enormemente, in quanto vi legge l'esatto processo distruttivo della vita: ''quella notizia ha scatenato in me l'interesse per la realtà, per i fenomeni complessi del tempo e dell'ambiente in cui vivevo. Nacque in me la necessità impellente di includere nella mia arte tutto quello che vedevo e ascoltavo, sentivo e apprendevo e, partendo dal significato lessicale della parola decoll/age, di applicarne il concetto alle forme aperte e scardinate di frammenti mobili di realtà, cioè, agli avvenimenti. (¡­) I collage in movimento sono avvenimenti. Gli avvenimenti sono trasformazioni''. Se la vita è fatta di contraddizioni assolute, l'opera d'arte, che vuole rispecchiarla, non potrà che essere un perpetuo trasformarsi, un continuo processo di costruzione e distruzione. Per questo nel tempo il lavoro di Vostell si è espresso non solo con i mezzi tradizionali, quali disegno e pittura, quanto piuttosto con collage, decoll/age, environment ed happening, che vedono lui stesso ed il pubblico coinvolti in azioni trasgressive e di impatto violento.

Di primaria importanza è la sua esperienza nel gruppo Fluxus di George Maciunas, a partire dal 1962, in cui collabora anche con Nam June Paik. L'assemblamento di oggetti diversificati nei collage, la separazione di elementi strettamente legati nei decoll/age, la distruzione di un televisore, di un pianoforte, di un'auto, la manipolazione delle immagini televisive e dei video, la contaminazione dei linguaggi sono considerati parte di un flusso vitale continuo e ritmico, in cui la vita diviene anche processo musicale di cui scrivere le partiture e in cui cogliere il senso profondo di ogni suono o rumore che è espressione di cambiamento (nel 1962 il decoll/age happening Autobus PC-Petite Ceinture a Parigi; nel 1963 6 Tv decoll/agen, come pure un incidente d'auto come scultura e cancellazione televisiva elettronica Sun in your head; nel 1964 concerto con tre aerei a reazione): ''Il mio contributo a Fluxus si pu¨° cos¨¬ definire come un'estensione del concetto di vita¡­ La grande ipotesi che io ho posto è quella di diventare noi stessi opera d'arte, invece di considerare opere d'arte oggetti a noi esterni. E questo pu¨° avvenire nella vita e nella realizzazione dell'evento artistico ma anche attraverso la sua contemplazione e il suo ascolto''.

Vostell si esprime fra assemblaggi di dipinti, frammenti di giornali, foto incollate e cancellate da sovrapposizioni pittoriche, inserimenti di televisori o macchine fotografiche, emblemi della civiltà tecnologica che squarciano le opere come lacerata e frammentata è la realtà di cui ci parlano. Comincia anche l'uso del cemento che ingloba gli oggetti (ad esempio un'automobile nel '69 ), simbolo della distruzione che risucchia tutto nel grigio anonimo e amorfo della sua pesantezza.

Dopo il '70 gran parte della sua produzione si concentra su quadri-oggetto, su pittura e disegno, le sue opere riprendono sia la grande pittura del Cinquecento e del Seicento (La Venere di Urbino nel '76, La Battaglia di Anghiari, nell' '82, Maja nell' '85), sia i grandi drammi della ''sua'' Storia, gli effetti della seconda guerra mondiale e la guerra fredda (la serie Zyklus Calatayud e quella Berlin-Fieber nel '73): la morte, il caos, la disperazione, la speranza, che nell'atto creativo dell'arte trova la sua prima espressione, sono i temi predominanti. Nel 1980 Vostell realizza la serie di dipinti, esposti in mostra, dedicati alla principessa Giovanna di Castilla (Juana la loca) che aveva già ispirato altri famosi pittori prima di lui. Nel 1981 a seguito di un viaggio nella regione della Extremadura, l'artista tedesco rimane impressionato dalla durezza del luogo e dai suoi appunti nasce una serie di grandi dipinti , tra cui ''Victoria Mendez'' del 1982 presente in mostra. Nel 1989, in occasione della caduta del muro di Berlino, realizza il trittico 9. November 1989, che viene esposto a Berlino Est, e The fall of the Berlin Wall, nell'anno successivo; anche in queste opere egli impone una profonda riflessione, affrontando il tema del muro come metafora della paura e delle chiusure politiche ed economiche che bloccano l'Uomo nella sua aspirazione alla libertà. L'arte per Vostell non è silenziosa, è polemica, non accetta compromessi, deve dire come stanno le cose e stimolare una coscienza critica, deve mettere in crisi i sistemi morali e le ideologie affermate dalla storia, deve rendere liberi.

Instancabile testimone ed osservatore della realtà, Vostell si interessa agli altri disastri che continuano ad affliggere il mondo: la Guerra del Golfo e la guerra in Bosnia (Fine del Golfo, nel '91; Sara-Jevo 3 Fluxus Pianos, nel '94; Shoah 1492-1945, tra il '92 ed il '97). Muore a Berlino nel 1998.

''La confusione della vita quotidiana è enorme ed io devo commentarla. Si vive in un'epoca di grandi malintesi, divergenze, contraddizioni del pensiero e del comportamento. Nello stesso tempo vivere all'interno di molteplici contraddizioni è una delle esperienze più sublimi della vita e in ciò devo essere come una montagna in mezzo al mare agitato''. Wolf Vostell

Galerie Davide Di Maggio - Mudimadue
Sophienstrasse 21 - Berlin

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