Iniziazione. Il progetto nasce dall'idea di dare 'vita' ad un opera gia' compiuta, attraverso il processo di cristallizzazione del sale. L'artista si propone di 'offrire' il suo lavoro, una serie di 'autoritratti' su legno, che verra' immerso nelle saline di Margherita di Savoia come in una fonte battesimale.
Iniziazione
Continua il percorso artistico di Andrea Biavati, incentrato sull'identitÃ
dell'essere.
Questo progetto nasce dall'idea di dare 'vita' ad un opera già compiuta,
attraverso il processo di cristallizzazione del sale. A tal fine, Andrea
Biavati si propone di 'offrire' il suo lavoro, una serie di dipinti 'autoritratti'
su legno, che verrà immerso nelle saline di Margherita di Savoia come in
una fonte battesimale. L'opera in questo modo viene spogliata del suo ruolo
di primo piano per poi essere rivestita di luce dalle molteplici rifrazioni
create dai cristalli di sale. Poco importa se la cristallizzazione nasconderÃ
tutta o parte della figura, celandone i tratti e opacizzandone i colori:
la natura riconduce l'arte, proteggendo l'opera nel suo guscio fossilizato,
ad un elemento puro, spirituale, non più materiale.
I visitatori saranno invitati, a loro volta, a vivere lo stesso percorso
spirituale.
Il suono inviterà ad accedere nella sala (prima sugestione sensoriale: l'udito),
dove si potrà camminare a piedi nudi ed avere una seconda sugestione fisica:
quella del tatto. In ultimo, arrivare alla terza, quella visiva. Le opere
cristallizzate infatti verranno esposte nella sala come testimonianza dell'iniziazione
avvenuta.
L'attività artistica di Andrea Biavati è stata influenzata dalle esperienze
professionali condotte nel campo delle nuove tecnologie della comunicazione
e delle tecniche di riproduzione tipografica.
Nel corso degli ultimi sei anni ha realizzato numerose opere di pittura,
scultura, video art, oltre a installazioni e performance.
Ha realizzato due mostre personali e ha partecipato a una diecina di esposizioni
collettive, in Italia e all'estero.
INIZIAZIONE
'Egli andò alla sorgente delle acque, vi gettò il sale, e disse 'Così dice
il Signore: Io rendo sane queste acque ed esse non saranno più causa di morte
né di sterilità '. Così le acque furono rese sane e tali sono rimaste fino
ad oggi, secondo la parola che Eliseo aveva pronunciato'.
2Re2: 19-22
Eliseo, il discepolo scelto dal profeta Elia, appena rapito in cielo da un
carro fiammeggiante, viene chiamato a purificare le acque del Giordano, giudicate
malsane. Per farlo sceglie il sale. Secoli dopo in quelle stesse acque verrÃ
battezzato il Cristo.
Da quel momento si stigmatizza nell'immaginario ebraico e poi cristiano l'unione
dei due elementi acqua/sale per un fine purificatorio, vivificante, che 'inizia'
ad una rinascita.
Nell'opera di Andrea Biavati siamo invitati ad entrare e ripercorrere attraverso
il contatto con questi due elementi le tappe di un rito ancestrale, di sicure
evocazioni e suggestioni religiose, ma riproposto in chiave laica, attuale.
Un rito che stride con i rituali della banalità e dell'impersonalità messi
in atto dal mondo esterno (mondo da cui ci protegge metaforicamente la torre
all'interno della quale avviene l'installazione) per 'regalarci' un momento
di riflessione, di contatto con temi fortemente simbolici e costitutivi dell'essere
umano in quanto genesi della specie (come nascita dalle acque secondo diverse
culture) e in quanto individuo (che prende vita nel liquido amniotico). Questa
opera è dunque prima di tutto un dono.
Un dono che l'opera fa a se stessa e che l'autore fa ai suoi fruitori.
'Questo progetto nasce dall'idea di dare vita ad un'opera già compiuta' ci
dice l'artista. L'opera dunque di per sé non ha vita, o più positivamente,
si potrebbe dire che ha una vita in potenza, una vitalità che aspira ad attuarsi.
In questa drammatica denuncia della crisi dell'arte nel panorama contemporaneo,
Andrea Biavati mette in atto ed in scena l'esigenza di sublimazione della
propria opera: l'opera si riscatta da oggetto e raggiunge l'ideale, attraverso
il ritrovamento nella natura di quegli elementi che sono un 'medium' per
trascenderla e svelarne la spiritualità . In questo rito iniziatico l'estetica
sensoriale spicca il volo verso lo spirituale.
Attraverso un processo chimico/alchemico, spontaneo/naturale, l'artista guida
lo svelamento animistico dell'oggetto artistico: il riscatto è totale, coinvolgendo
l'intera multisensorialità (l'esperienza tattile/sonora) dell'artista e del
fruitore. La messa in scena del riscatto dell'opera riscatta anche il suo
fruitore: è il dono-privilegio che l'artista ci concede e che vuole condividere
con noi.
Entrare nell'installazione di Andrea Biavati è un atto di fede, un'esperienza
che si vive da soli, nell'identificazione del fruitore con l'opera. Entrando,
ripercorriamo le fasi della genesi del mondo e dell'individuo umano attraverso
un moto ascensionale che coinvolge vari simboli (dall'acqua madre, rossa,
come il sangue, in quanto elemento vitale, ma anche come la placenta che
ospita la nuova vita, all'albero della vita, della croce che si erge sulla
parete, in un ambiente che evoca il giardino edenico attraverso la sua struttura
geometrica, simile ad una aiuola stilizzata) e la teoria/processione degli
stessi autoritratti lignei.
Gli autoritratti di Andrea Biavati non sono mai oggettivamente somiglianti,
ma descrivono sempre fasi di una ricerca di identificazione interiore. L'icona
(il ritratto centrale conchiuso nalla foglia d'oro, di chiara ascendenza
bizantina) è raggiunta attraverso una moltiplicazione progressiva dell'imagine,
che non è mera ripetizione uguale a se stessa (come nella cultura dell'arte
pop), ma è una gradazione, un 'passaggio' (che segue la trasformazione chimica
della cristallizzazione) dei vari stati dell'animo dell'artista che si ritrae.
'Poco importa, ci dice l'artista, se la cristallizzazione nasconderà tutta
o parte della figura, celandone i tratti e opacizzandone i colori, la natura
riconduce l'arte, proteggendo l'opera nel suo guscio fossilizzato, ad un
elemento puro, spirituale, non più materiale 'Paradossalmente l'opera viene
'svelata' attraverso il velamento dell'immagine, come un fossile (una natura
protetta per sempre, come l'icona è protetta dall'oro che ne simboleggia
la spiritualizzazione avvenuta), ma anche come un guscio di luce, attraverso
il riflesso prismatico dei cristalli di sale, e in definitiva, di speranza.
Marco Colletti
Inaugurazione 8 luglio ore 19,00
Torre delle Saline
Corso Vitorio Emanuele
Margherita di Savoia (FG)