Torre delle Saline
Margherita di Savoia (BT)
Corso Vittorio Emanuele

Andrea Biavati
dal 7/7/2005 al 15/8/2005

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Andrea Biavati



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7/7/2005

Andrea Biavati

Torre delle Saline, Margherita di Savoia (BT)

Iniziazione. Il progetto nasce dall'idea di dare 'vita' ad un opera gia' compiuta, attraverso il processo di cristallizzazione del sale. L'artista si propone di 'offrire' il suo lavoro, una serie di 'autoritratti' su legno, che verra' immerso nelle saline di Margherita di Savoia come in una fonte battesimale.


comunicato stampa

Iniziazione

Continua il percorso artistico di Andrea Biavati, incentrato sull'identità dell'essere. Questo progetto nasce dall'idea di dare 'vita' ad un opera già compiuta, attraverso il processo di cristallizzazione del sale. A tal fine, Andrea Biavati si propone di 'offrire' il suo lavoro, una serie di dipinti 'autoritratti' su legno, che verrà immerso nelle saline di Margherita di Savoia come in una fonte battesimale. L'opera in questo modo viene spogliata del suo ruolo di primo piano per poi essere rivestita di luce dalle molteplici rifrazioni create dai cristalli di sale. Poco importa se la cristallizzazione nasconderà tutta o parte della figura, celandone i tratti e opacizzandone i colori: la natura riconduce l'arte, proteggendo l'opera nel suo guscio fossilizato, ad un elemento puro, spirituale, non più materiale. I visitatori saranno invitati, a loro volta, a vivere lo stesso percorso spirituale. Il suono inviterà ad accedere nella sala (prima sugestione sensoriale: l'udito), dove si potrà camminare a piedi nudi ed avere una seconda sugestione fisica: quella del tatto. In ultimo, arrivare alla terza, quella visiva. Le opere cristallizzate infatti verranno esposte nella sala come testimonianza dell'iniziazione avvenuta. L'attività artistica di Andrea Biavati è stata influenzata dalle esperienze professionali condotte nel campo delle nuove tecnologie della comunicazione e delle tecniche di riproduzione tipografica. Nel corso degli ultimi sei anni ha realizzato numerose opere di pittura, scultura, video art, oltre a installazioni e performance. Ha realizzato due mostre personali e ha partecipato a una diecina di esposizioni collettive, in Italia e all'estero.

INIZIAZIONE

'Egli andò alla sorgente delle acque, vi gettò il sale, e disse 'Così dice il Signore: Io rendo sane queste acque ed esse non saranno più causa di morte né di sterilità'. Così le acque furono rese sane e tali sono rimaste fino ad oggi, secondo la parola che Eliseo aveva pronunciato'. 2Re2: 19-22

Eliseo, il discepolo scelto dal profeta Elia, appena rapito in cielo da un carro fiammeggiante, viene chiamato a purificare le acque del Giordano, giudicate malsane. Per farlo sceglie il sale. Secoli dopo in quelle stesse acque verrà battezzato il Cristo. Da quel momento si stigmatizza nell'immaginario ebraico e poi cristiano l'unione dei due elementi acqua/sale per un fine purificatorio, vivificante, che 'inizia' ad una rinascita.

Nell'opera di Andrea Biavati siamo invitati ad entrare e ripercorrere attraverso il contatto con questi due elementi le tappe di un rito ancestrale, di sicure evocazioni e suggestioni religiose, ma riproposto in chiave laica, attuale. Un rito che stride con i rituali della banalità e dell'impersonalità messi in atto dal mondo esterno (mondo da cui ci protegge metaforicamente la torre all'interno della quale avviene l'installazione) per 'regalarci' un momento di riflessione, di contatto con temi fortemente simbolici e costitutivi dell'essere umano in quanto genesi della specie (come nascita dalle acque secondo diverse culture) e in quanto individuo (che prende vita nel liquido amniotico). Questa opera è dunque prima di tutto un dono. Un dono che l'opera fa a se stessa e che l'autore fa ai suoi fruitori. 'Questo progetto nasce dall'idea di dare vita ad un'opera già compiuta' ci dice l'artista. L'opera dunque di per sé non ha vita, o più positivamente, si potrebbe dire che ha una vita in potenza, una vitalità che aspira ad attuarsi.

In questa drammatica denuncia della crisi dell'arte nel panorama contemporaneo, Andrea Biavati mette in atto ed in scena l'esigenza di sublimazione della propria opera: l'opera si riscatta da oggetto e raggiunge l'ideale, attraverso il ritrovamento nella natura di quegli elementi che sono un 'medium' per trascenderla e svelarne la spiritualità. In questo rito iniziatico l'estetica sensoriale spicca il volo verso lo spirituale.

Attraverso un processo chimico/alchemico, spontaneo/naturale, l'artista guida lo svelamento animistico dell'oggetto artistico: il riscatto è totale, coinvolgendo l'intera multisensorialità (l'esperienza tattile/sonora) dell'artista e del fruitore. La messa in scena del riscatto dell'opera riscatta anche il suo fruitore: è il dono-privilegio che l'artista ci concede e che vuole condividere con noi.

Entrare nell'installazione di Andrea Biavati è un atto di fede, un'esperienza che si vive da soli, nell'identificazione del fruitore con l'opera. Entrando, ripercorriamo le fasi della genesi del mondo e dell'individuo umano attraverso un moto ascensionale che coinvolge vari simboli (dall'acqua madre, rossa, come il sangue, in quanto elemento vitale, ma anche come la placenta che ospita la nuova vita, all'albero della vita, della croce che si erge sulla parete, in un ambiente che evoca il giardino edenico attraverso la sua struttura geometrica, simile ad una aiuola stilizzata) e la teoria/processione degli stessi autoritratti lignei.

Gli autoritratti di Andrea Biavati non sono mai oggettivamente somiglianti, ma descrivono sempre fasi di una ricerca di identificazione interiore. L'icona (il ritratto centrale conchiuso nalla foglia d'oro, di chiara ascendenza bizantina) è raggiunta attraverso una moltiplicazione progressiva dell'imagine, che non è mera ripetizione uguale a se stessa (come nella cultura dell'arte pop), ma è una gradazione, un 'passaggio' (che segue la trasformazione chimica della cristallizzazione) dei vari stati dell'animo dell'artista che si ritrae.

'Poco importa, ci dice l'artista, se la cristallizzazione nasconderà tutta o parte della figura, celandone i tratti e opacizzandone i colori, la natura riconduce l'arte, proteggendo l'opera nel suo guscio fossilizzato, ad un elemento puro, spirituale, non più materiale 'Paradossalmente l'opera viene 'svelata' attraverso il velamento dell'immagine, come un fossile (una natura protetta per sempre, come l'icona è protetta dall'oro che ne simboleggia la spiritualizzazione avvenuta), ma anche come un guscio di luce, attraverso il riflesso prismatico dei cristalli di sale, e in definitiva, di speranza.

Marco Colletti

Inaugurazione 8 luglio ore 19,00

Torre delle Saline
Corso Vitorio Emanuele
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