Il Teatro Officina ha vissuto con disponibilità umana e materiale e con attenzione professionale le avventure e disavventure materiali e spirituali delle aree periferiche della nostra città con la convinzione profonda di dover mettere al centro dei suoi interessi culturali il mondo degli emarginati, delle antiche e nuove povertà .
Con Massimo de Vita, Antonio Bozzetti, Daniela Airoldi, Francesca Perilli.
Regia di Massimo de Vita.
Il Teatro Officina ha vissuto con disponibilità umana e materiale e con
attenzione professionale le avventure e disavventure materiali e spirituali
delle aree periferiche della nostra città con la convinzione profonda di dover
mettere al centro dei suoi interessi culturali il mondo degli emarginati, delle
antiche e nuove povertà .
I luoghi dove gli uomini sono privati della loro dignità , dove la persona viene
umiliata fisicamente e moralmente, sono stati e continuano ad essere realtà a
noi familiari.
Viviamo all'interno di situazioni ove il degrado per droga, prostituzione,
teledipendenza e quindi mercificazione dell'individuo, convivono con le nostre
modeste disponibilità culturali, con i gesti gratuiti di utopici " animatori
scalzi".
Questo è l'habitat naturale di chi crede ancora nei valori di uguaglianza,
giustizia e solidarietà , i soli a dare un senso alla nostra quotidiana fatica
umana e artistica.
Il nostro approccio all'Antico e Nuovo Testamento, che sono libri fondamentali
della religione cristiana ( e di tanta cultura occidentale), è motivato da
questo bisogno primario di costruire radici forti, motivazioni ideali robuste ai
nostri programmi di rinnovamento culturale.
Oggi più di ieri si parla della necessità di un nuovo sviluppo delle societÃ
democratiche, soprattutto si fa a gara nel chiedere riforme morali dell'uomo e
delle istituzioni. Ai "depositari del Verbo", alle forze politiche e culturali
che si sentono vicine ai valori cristiani, la parola limpida e brusca insieme
dei Vangeli, non potrà che rinnovare quel messaggio di solidarietà e di pace fra
gli uomini, così antagonista alle infinite "culture di morte" che la nostra
civiltà (anche cattolica) ha seminato nel mondo.
Echi di barbarie giungono a noi da più parti della terra; la parola di Cristo si
ripropone a noi laici non come parola consolatoria, rifugio di uomini pentiti,
ma come messaggio di alta provocazione morale e civile, di inesauribile tensione
utopica.
Chiusi dentro le strettoie positive e pragmatiste, lasciamo parlare i Vangeli,
per ritrovare, attraverso una nuova filosofia del dialogo e del confronto,
l'uomo nella sua interezza arteficie e responsabile di una vita non da consumare
ma da vivere.
Protagonista di questo spettacolo è dunque la storia di una rivoluzione politica
e culturale ed, insieme, l'esperienza di un uomo che è venuto per cambiare le
regole della convivenza civile, per ridare speranza agli uomini.
Alimentare il fuoco suscitato dalla parola che genera scandalo e amore ci è
sembrato, in un' epoca di astenia ideale, un obiettivo entusiasmante per chi fa
del teatro uno strumento di impegno civile e di crescita culturale ed umana.
Teatro Officina - via S. Elembardo 2 - Milano - Tel. 02 2553200 - Fax. 02 27000858