L'amore di uno sciocco. "Una seconda pelle riveste il serbatoio inesauribile dell’immaginario cui attinge l’artista, morbida come il velluto o cangiante e luminosa come il metallo, nelle cibachrome in particolare". A cura di Carmen Lorenzetti.
L'amore di uno sciocco
A cura di Carmen Lorenzetti
Continua il "Viaggio all'interno della rappresentazione" 10 mostre a
cura di Carmen Lorenzetti, che, al suo sesto appuntamento, ospita
l'artista Bruno Benuzzi.
Ha esposto in Italia e all’estero, in musei e gallerie, dal 1977:
a Bologna, Milano, Forli', Macerata, Rimini, Aosta, Firenze, Genova,
Piacenza, Roma, Sassuolo, Trieste, New York, Ferrara, Tokio, Venezia,
Reggio Emilia, Mantova, Chicago, Bordeaux, Stoccarda, Trevi, Torino,
Vasto, Belluno, Citta' Sant'Angelo, Strasburgo, Bari, Udine, Ancona.
Hanno scritto di lui:
Giorgio Verzotti, Paola Serra Zanetti, Ida Panicelli, Roberto Daolio,
Rossana Bossaglia, Renato Barilli, Giacinto di Pietrantonio, Vittoria
Coen, Dede Auregli, Valerio Deho', Francesca Alinovi, Carlo Arturo
Quintavalle, Roberto Pasini, Corrado Levi, Dario Trento, Alessandra
Borgogelli, Silvia Grandi, Francesca Pietracci, Karin Andersen, Danilo
Eccher, Gea Politi, Silvia Pegoraro, Peter Weiermaier, Pio Monti,
Arnaldo Romani Brizzi, Lorella Scacco, Stefano Tonti, Anna Ugliano,
Sabrina Zannier, Michela Mantovani, Fabio Cavallucci, Marta Massaioli.
Dalla presentazione:
L’amore di uno sciocco
Nell’universo di Bruno macrocosmo e microcosmo trovano lo spazio per
coltivare infinite amicizie, grazie ad un cordone ombelicale virtuale
che collega in un’unica dinamica l’esistenza delle cose. Il pulsare del
vivente viene ricampionato e collocato in un luogo altro, una sorta di
ortus conclusus, ove vige sovrana l’immagine e le sue autonome leggi.
Innanzitutto la linea, che solca decisa i contorni delle cose e segna
tracciati vibranti d’invisibili forze, e' l’elemento d’astrazione e
contenitore per eccellenza e poi il colore, che gonfia soffice la
materia, restituisce all’occhio il senso voluttuoso di un piacere quasi
tattile. Una seconda pelle riveste il serbatoio inesauribile
dell’immaginario cui attinge l’artista, morbida come il velluto o
cangiante e luminosa come il metallo, nelle cibachrome in particolare.
Ivi, diversi e molteplici mondi s’intrecciano a costituire la trama su
cui con misurata lentezza e lenticolare osservazione l’artista compone
le sue opere. Sempre governate da Eros, dalle sue rappresentazioni,
metafore storiche o feticci moderni, in incredibile sintonia con le
logiche formali della natura, che parlano di crescita ed energia, ma
anche di erosione e finitudine, presentendo o amaramente constatando
l’ineluttabile destino della vita.
Inaugurazione: mercoledi' 25 gennaio, ore 19.00
Zanarini (primo piano)
Piazza Galvani, 1 - Bologna