Studio Stefania Miscetti
Roma
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Worter & Besitzt
dal 8/2/2006 al 24/2/2006

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approfondimenti

Donato Piccolo



 
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8/2/2006

Worter & Besitzt

Studio Stefania Miscetti, Roma

Donato Piccolo presenta 7 opere di medio-grande dimensione, foto elaborate digitalmente con successivi interventi a matita e led luminosi. Narcisa Monni espone una serie di tavoli che accoglie materiali direttamente manipolabili dal pubblico.


comunicato stampa

Worter & Besitzt

A cura di Mario de Candia

Per Worter presenta sette opere di medio-grande dimensione, foto elaborate digitalmente con successivi interventi a matita e led luminosi

Sotto i nostri occhi oggi scorre un breve riassunto di quello che, fino a non troppo tempo fa, si diceva “reale", in accordo con una logica che sembra rievocare quelle ragioni di riduttivo semplicismo stoico per le quali il pavone si da' creato dalla natura a motivo della coda. O, peggio ancora, con una strategia fondamentalista la cui spoetizzante teoria si fonda su un assoluto unico: prendere o lasciare. Un sistema che non ne tollera altri e la cui verita' e' quella che e': ha un senso ed uno solo. La sua fatalita'?: obbligare a smettere una dopo l’altra le abitudini dell’intelligenza, del legare e del collegare, del gestire efficacemente le proprie relazioni con il mondo, con se' e con gli altri. La parafrasi del sistema in cui viviamo, che e' poi la sua unica povera verita', e' un continuo sussurrio: stupido e' tutto cio' che e' reale. Forse noi si vede troppo cinema, troppa televisione, troppa pubblicita' fino al punto di fraintendere, se non addirittura scambiare e preferire, la finzione di una recita con la storia ed i cartoni di sfondo scenografico con il paesaggio naturale. Il reale ormai, come afflitto da una patologia auto-immunitaria, si consuma dentro se stesso e si allontana. Si spiega solo con le sue apparenze, che lo imprigionano come in una sorta di perversa tautologia sposata ad un falso sillogismo. O lo limitano come puo' farlo l’anacronistica pretensione di poter esaurire l’identita' di natura dell’uomo semplicemente enumerando le parti anatomiche di un singolo essere umano. Attraverso quelle viscere di quell’uomo si pretende, a'uguri di se stessi, di perscrutare il tempo, di capire il presente e intendere il futuro: un’operazione da bassa macelleria, stordita e disorienta tanto quanto, in altre parole, scambiare per nutrizionista un beccaio carnizziere.

La “voglia" di mondo e del mondo non e' altro che voglia, ormai, del proprio individuale mondo….la sua tacita regola d’attitudine? : mandare a farsi fottere tutti gli altri mondi altrui, loro abitanti compresi. Da questa “poetica", a dir poco ombelicale e sicuramente pre-copernicana, conseguono frammentazioni e divisioni, abissi di differenza, incolmabili distanze e incomprensioni, tante di numero quante le proiezioni immaginarie individuali. Il nostro pianeta e' un patchwork, la vita un serial, gli esseri umani personaggi ininfluenti, visti mille altre volte e fatti ad immagine di non si sa chi e per che cosa.

All’arte, all’artista, e' affidato l'importante ruolo mediatore di far si' che la sfera individuale trovi ed inventi, in quella del visibile e tangibile, un contesto di utilita' sociale senza perdere i caratteri della propria originalita' e, nello stesso tempo, senza essere violata nella sua intimita' ed identita'. L’artista sara' dunque e necessariamente un personaggio polimorfo, interprete di se' ed al tempo stesso portavoce -se cosi' si puo' dire- della collettivita' cosi' come del singolo interlocutore, ma anche un provocatore che tenta di far travalicare i confini e di limiti tracciati da discorso e dal racconto che ha preso in carico. L’opera d’arte di conseguenza diviene un bene “dialogico" comune, un atto di comunicazione deposto al centro dell’assemblea la cui dialogicita' e' rappresentata non solo al suo interno dall’alternarsi di elementi formali e di contenuto, ma anche dalla posizione che assume di equidistanza fra due logiche opposte, una contingente, l'altra da svelare, come dire fra il mondo reale, le sue possibili rappresentazioni ed i suoi spettatori.

Donato Piccolo, nato il 14 Ottobre 1976 a Roma dove vive e lavora oltre che a Milano, ha gia' al suo attivo alcune mostre personali, tra cui nel 2004 '' Housekeeping ", a cura di Raffaele Gavarro nella Galleria Soligo Art Project, Roma e alcuni premi, tra cui nel 2005 il Premio Maretti - a cura di P. Ferri, A. Riva, D. Trombadori, C. Maretti, G. Boni - museo di stato - Repubblica di San Marino.

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Narcisa Monni, nata ad Alghero (SS) il 20 giugno del 1981, vive e lavora a Sassari. Dopo aver conseguito il diploma di grafica pubblicitaria e fotografia all'Istituto d'Arte F.Figari di Sassari, si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Sassari dove frequenta il corso di pittura. Ha partecipato ad alcune rassegne tra cui ŒEstensione binaria¹- Museo Nazionale Archeologico Sanna, Sassari, a cura di Pinella Marras e Claudio Pieroni.

Per Besitz presenta un allestimento in cui una serie di tavoli accoglie materiali direttamente manipolabili dal pubblico.

Un sottile filo unisce i due giovani artisti relativamente a questioni e problematiche che concernono la sostanzialita' del corpo umano, della figura e dell'identita'.

Inaugurazione: giovedi' 9 febbraio 2006 ore 18,30

Studio Stefania Miscetti
via delle Mantellate 14 - Roma

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