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Strasburgo
dal 2/4/2006 al 5/4/2006

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2/4/2006

Strasburgo

Parlamento Europeo, Milano

Parlamento e Consiglio hanno raggiunto un accordo sulle Prospettive finanziarie per il periodo 2007-2013. Nel corso di un primo dibattito in Aula molti deputati si sono detti soddisfatti dell'intesa raggiunta.


comunicato stampa

Strasburgo

Sessione plenaria

Accordo sulle prospettive finanziarie: le reazioni dei deputati

Parlamento e Consiglio hanno raggiunto un accordo sulle Prospettive finanziarie per il periodo 2007-2013. Nel corso di un primo dibattito in Aula, pur non celando delusione per l'aumento contenuto delle risorse, molti deputati si sono detti soddisfatti dell'intesa raggiunta. Rispetto alla decisione del Vertice di dicembre, i negoziatori hanno convenuto di aumentare di 4 miliardi di euro la dotazione finanziaria pluriennale. Ne beneficeranno soprattutto la ricerca, l'innovazione e l'istruzione.

Dibattito

Il Presidente del Parlamento Josep BORRELL ha annunciato all'Aula l'accordo raggiunto dai negoziatori sulle prospettive finanziarie per il periodo 2007-2013. Ha quindi ricordato che il Parlamento si era fissato obiettivi quantitativi e qualitativi volti, da un lato, ad aumentare le risorse e, dall'altro, a dare una migliore struttura e migliori modalita' di esecuzione del bilancio.

Rispetto alla posizione del Consiglio, ha spiegato, il tetto e' stato aumentato di 4 miliardi di <<soldi freschi>> che si sommeranno a taluni programmi che erano stati <<severamente amputati>>, in particolare Erasmus, i programmi per l'istruzione e l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, quelli per l'innovazione e a favore delle PMI. A tali finanziamenti supplementari si aggiunge un aumento di 2,5 miliardi delle riserve della Banca europea per gli Investimenti, che permettera' ulteriori finanziamenti alla Ricerca, alle reti transeuropee e alla PMI. La dotazione dello strumento di flessibilita' resta invece di 200 milioni, ma, ha sottolineato il Presidente, le risorse non utilizzate potranno essere riportate nei due esercizi successivi.

Aprire le porte ai lavoratori dei nuovi Stati membri

Le misure transitorie tese a limitare l'accesso dei lavoratori provenienti dagli otto nuovi Stati membri ai mercati del lavoro dei "vecchi" devono essere abolite, al piu' tardi nel 2009. E' quanto chiede una relazione adottata dal Parlamento notando che tali misure possono favorire il lavoro nero. Occorre poi garantire la parita' di trattamento ai lavoratori migranti e informarli dei loro diritti fondamentali. Il Parlamento chiede anche la creazione di una sorta di Europol sociale.

Adottando la relazione d'iniziativa di Csaba ŐRY (PPE/DE, HU), il Parlamento sottolinea che la libera circolazione dei lavoratori e' una delle quattro liberta' fondamentali del trattato CE, nonche' espressione della solidarieta' tra l'EU a 15 e i nuovi Stati membri. Di conseguenza, invita gli Stati membri ad abolire le misure transitorie e, comunque, a non prolungarle oltre il 2009. Per i deputati, infatti, nei mercati del lavoro degli Stati che hanno optato per l'apertura senza restrizioni non si sono verificate alcune tensioni e i timori di un flusso migratorio massiccio <<si sono dimostrati ingiustificati>>.

Viceversa, le scadenze transitorie <<contribuiscono in misura determinante ad aumentare il lavoro nero e la parasubordinazione>>, portano poi <<a maggiori pressioni sui salari e a condizioni di lavoro irregolari>>, diventando quindi <<fattori di discriminazione e di sfruttamento dei lavoratori migranti>>. Qualora alcuni Stati membri scegliessero comunque di prorogare le misure transitorie, il Parlamento suggerisce loro di <<farlo sulla base di un'analisi approfondita della minaccia che ogni nuovo Stato membro presenta per i rispettivi mercati del lavoro>> .

Si' al sostegno agli avicoltori per il crollo di consumi e prezzi

Il Parlamento europeo e' favorevole ad aiutare gli allevatori dell'Unione colpiti dalla drastica riduzione dei consumi e dei prezzi verificatesi a seguito della diffusione dell'influenza aviaria in Europa. Sostiene quindi la proposta della Commissione volta a finanziare misure eccezionali, chiedendo pero' la possibilita' di avviare campagne d'informazione per rassicurare i consumatori. Sollecitando il ricorso alla vaccinazione degli animali, chiede anche piu' attenzione per il loro benessere.

Di fronte alla gravita' dell’attuale crisi del mercato, la Commissione ha adottato una proposta di regolamento volta a consentire il cofinanziamento, tramite il bilancio UE, del 50% delle spese di sostegno del mercato connesse al crollo dei consumi e dei prezzi del pollame e delle uova. A tal fine ha proposto di modificare i regolamenti 2771/75 e 2777/75 - la base giuridica per le misure di sostegno del mercato nel settore delle uova e del pollame - che, allo stato attuale, contemplano come uniche misure di sostegno del mercato le restituzioni all’esportazione.

Il campo d'applicazione dei due provvedimenti viene quindi ampliato, permettendo il cofinanziamento, a carico del bilancio comunitario, del 50% delle misure veterinarie (ad es. la macellazione dei volatili) e del 50% dell’aiuto compensativo concesso a fronte di restrizioni dei movimenti degli animali dettate dall’insorgenza di focolai di epizoozie in aziende situate nel territorio dell’Unione europea. Cio' consentirebbe di adottare, a richiesta degli Stati membri, “misure eccezionali di sostegno del mercato", per tener conto di “gravi turbative del mercato direttamente legate ad una perdita di fiducia dei consumatori a causa dei rischi per la salute umana e animale". Le proposte di misure trasmesse dagli Stati membri dovranno essere approvate dalla Commissione secondo la procedura del comitato di gestione.

Bielorussia: il Parlamento chiede nuove elezioni nell'ultima dittatura in Europa

Il Presidente Lukashenko non e' legittimo perche' frutto di elezioni non democratiche e fraudolente. E' quanto afferma il Parlamento in una risoluzione che sollecita il congelamento dei beni esteri delle autorita' bielorusse e la negazione del visto a tutti i responsabili dell'oppressione. Solidale col popolo bielorusso, chiede la liberazione dei prigionieri e il sostegno, anche finanziario, agli oppositori e ai media indipendenti. E' giudicato irresponsabile l'atteggiamento della Russia.

A larghissima maggioranza, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che <<condanna fermamente le fallite elezioni presidenziali in Bielorussia e ricorda che il regime Lukashenko non ha alcuna legittimita' democratica e continua ad essere l'ultima dittatura in Europa>>. Prima di procedere al voto, l'Aula ha tributato un lungo applauso ad Aleksander Milinkevich, leader dell'opposizione che era presente in tribuna.

Piu' in particolare, il Parlamento denuncia le elezioni presidenziali del 19 marzo 2006 <<perche' non conformi alle norme internazionali applicabili affinche' le elezioni siano libere, giuste, eque, affidabili e trasparenti>>. Di conseguenza ritiene che Lukashenko <<non possa essere implicitamente riconosciuto come il presidente legittimo della Bielorussia>> e che debbano essere indette nuove elezioni presidenziali conformi alle norme democratiche internazionali.

Aiutare Malta a far fronte alle ondate migratorie

Il Parlamento ha adottato una risoluzione con la quale deplora le inaccettabili condizioni di vita dei migranti e dei richiedenti asilo nei centri di detenzione amministrativa di Malta. Tuttavia, riconoscendo le difficolta' oggettive, i deputati chiedono all'Unione di fornire un aiuto concreto all'Isola e l'istituzione di un fondo d'emergenza per far fronte alle crisi umanitarie in Europa. Gli Stati membri, inoltre, dovrebbero accogliere sul loro territorio i rifugiati che approdano a Malta.

Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione con la quale deplora <<le inaccettabili condizioni di vita dei migranti e dei richiedenti l'asilo nei centri di detenzione amministrativa di Malta>>, che una delegazione della commissione per le liberta' civili ha potuto constatare in occasione di una visita ai principali centri di accoglienza dell'isola il 24 marzo scorso. Piu' in particolare, i deputati hanno osservato che i richiedenti asilo sono detenuti in condizioni ben al di sotto delle norme riconosciute a livello internazionale e che tra le preoccupazioni specifiche si annoverano le condizioni fisiche nonche' l'accesso inadeguato o inesistente ai servizi di base, quali l'assistenza sanitaria, sociale e giuridica.

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