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dal 2/4/2006 al 5/4/2006

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Parlamento europeo




 
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2/4/2006

Strasburgo

Parlamento Europeo, Milano

Parlamento e Consiglio hanno raggiunto un accordo sulle Prospettive finanziarie per il periodo 2007-2013. Nel corso di un primo dibattito in Aula molti deputati si sono detti soddisfatti dell'intesa raggiunta.


comunicato stampa

Sessione plenaria

Bilanci

Accordo sulle prospettive finanziarie: le reazioni dei deputati

Parlamento e Consiglio hanno raggiunto un accordo sulle Prospettive finanziarie per il periodo 2007-2013. Nel corso di un primo dibattito in Aula, pur non celando delusione per l'aumento contenuto delle risorse, molti deputati si sono detti soddisfatti dell'intesa raggiunta. Rispetto alla decisione del Vertice di dicembre, i negoziatori hanno convenuto di aumentare di 4 miliardi di euro la dotazione finanziaria pluriennale. Ne beneficeranno soprattutto la ricerca, l'innovazione e l'istruzione.

Dibattito

Il Presidente del Parlamento Josep BORRELL ha annunciato all'Aula l'accordo raggiunto dai negoziatori sulle prospettive finanziarie per il periodo 2007-2013. Ha quindi ricordato che il Parlamento si era fissato obiettivi quantitativi e qualitativi volti, da un lato, ad aumentare le risorse e, dall'altro, a dare una migliore struttura e migliori modalita' di esecuzione del bilancio.

Rispetto alla posizione del Consiglio, ha spiegato, il tetto e' stato aumentato di 4 miliardi di <<soldi freschi>> che si sommeranno a taluni programmi che erano stati <<severamente amputati>>, in particolare Erasmus, i programmi per l'istruzione e l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, quelli per l'innovazione e a favore delle PMI. A tali finanziamenti supplementari si aggiunge un aumento di 2,5 miliardi delle riserve della Banca europea per gli Investimenti, che permettera' ulteriori finanziamenti alla Ricerca, alle reti transeuropee e alla PMI. La dotazione dello strumento di flessibilita' resta invece di 200 milioni, ma, ha sottolineato il Presidente, le risorse non utilizzate potranno essere riportate nei due esercizi successivi.

I contenuti dell'accordo

A seguito di una maratona durata piu' di sette ore, i negoziatori del Parlamento sono giunti ad un accordo sulle prospettive finanziarie 2007-2013 con la Presidenza austriaca del Consiglio. Quattro miliardi di euro supplementari rispetto a quanto deciso dal Consiglio europeo di dicembre saranno destinati a programmi considerati prioritari dal Parlamento. Oltre a questo aumento, le parti hanno concluso un accordo su una serie di elementi "qualitativi" che comprendono, tra gli altri, una maggiore responsabilizzazione degli Stati membri nella gestione dei fondi comunitari e un vero coinvolgimento del Parlamento nel processo di revisione del bilancio UE che avra' luogo nel 2009.

La destinazione dei fondi supplementari

Il Parlamento auspicava garantire un finanziamento sufficiente alle politiche che comportano un valore aggiunto europeo. Il maggiore incremento e' stato ottenuto per le politiche legate alla Strategia di Lisbona, come la ricerca, l'innovazione o le reti transeuropee.

La sottorubrica sulla competitivita' per la crescita e l'occupazione ha visto un aumento di 2,1 miliardi di euro rispetto a quanto definito dal Consiglio, di cui 500 milioni per le reti transeuropee, 800 per Erasmus e Leonardo, 300 per il settimo programma quadro, 400 per la competitivita' e l'innovazione (CIP) e 100 milioni per l'Agenda sociale (Progress).

Nell'ambito della sottorubrica sulla coesione, l'accordo prevede 300 milioni di euro supplementare per i Fondi strutturali (cooperazione territoriale). Altri 100 milioni sono stati stanziati per la rubrica relativa alla preservazione e gestione delle risorse naturali (riserva per future azioni nell'ambito di Life e Natura 2000).

Alla sottorubrica "cittadinanza" sono stati assegnati 500 milioni supplementari, di cui 200 per la salute e la protezione dei consumatori e 300 per la cultura (Cultura, Youth, Cittadini per l'Europa). Infine, 1 miliardo di euro e' stato aggiunto alla rubrica relativa alle azioni esterne dell'UE, di cui 800 milioni per la PESC e 200 per la politica di vicinato e lo strumento di partenariato.

L'aumento delle risorse proviene, per 2 miliardi, da un rialzo delle soglie garantite dai meccanismi tradizionali di finanziamento del bilancio comunitario e, per gli altri 2 miliardi, dall'aiuto d'urgenza e dello strumento di solidarieta' che saranno d'ora innanzi finanziati al di fuori del quadro finanziario. Oltre a questi quattro miliardi, i "fondi di garanzia della BEI" sono stati aumentati di 2,5 miliardi che saranno destinati alla ricerca (1 miliardo), alle reti transeuropee (500 milioni) e alle PMI (programma CIP, 1 miliardo).

Libera circolazione dei servizi

Direttiva servizi: prime reazioni dei deputati sulla nuova proposta della Commissione

Il commissario McCREEVY ha illustrato all'Aula la nuova proposta sulla direttiva servizi. Un'ampia maggioranza dei deputati ha apprezzato l'iniziativa, riconoscendo che la proposta e' molto vicina a quanto suggerito dal Parlamento. Se alcuni di essi hanno ribadito la loro opposizione a un testo troppo liberista, altri hanno deplorato i troppi settori esclusi dal campo d'applicazione della direttiva. Ma il dibattito non e' finito: spetta ora al Consiglio pronunciarsi e poi ancora al Parlamento.

Charlie McCREEVY ha esordito affermando di aver onorato l'impegno assunto al momento del voto in prima lettura del Parlamento in merito alla direttiva servizi. La nuova proposta, infatti, riprende la maggior parte dei suggerimenti che avevano ottenuto un ampio consenso dei deputati. In particolare, la proposta contiene l'emendamento sulla liberta' di prestazione di servizi (che sostituisce il principio del paese d'origine, ndr) e le deroghe a tale disposizione. Sono poi stati esclusi dal campo d'applicazione i servizi sanitari (che saranno oggetto di un'iniziativa separata), i servizi fiscali, le agenzie di sicurezza e di lavoro temporaneo e gli audiovisivi. D'altra parte, ha aggiunto, non sono stati esclusi i servizi giuridici in quanto la Commissione ritiene sufficiente l'articolo 3 della Direttiva che sancisce la prevalenza delle disposizioni specifiche sulla direttiva stessa.

Affari economici e monetari

Politiche economiche al servizio della competitivita'

Bilanci sani, revisione dei regimi fiscali, sostegno alle PMI e misure a favore del capitale umano. E' quanto suggerisce il Parlamento per aumentare la competitivita' europea e garantire cosi' l'occupazione. Occorre anche stimolare la ricerca, gli investimenti nelle infrastrutture dei trasporti e la realizzazione di un mercato unico dei servizi, anche finanziari. E' anche chiesta una politica dei prezzi che contenga i tassi d'interesse e la pubblicazione di una classifica dei paesi piu' virtuosi.

Bilanci sani e revisione dei regimi fiscali

La Commissione e' innanzitutto invitata ad attenersi a un'interpretazione rigorosa del rinnovato patto di stabilita' e crescita <<che non ammetta il ricorso a misure temporanee o a forme di contabilita' creativa>>. Gli Stati membri, invece, dovrebbero promuovere la competitivita' e porsi come obiettivo il miglioramento annuo dei rispettivi disavanzi depurati del ciclo, <<realizzando maggiori sforzi di adeguamento nei momenti congiunturali piu' favorevoli>>. Dovrebbero, inoltre, impegnarsi ulteriormente per ridurre l'onere del debito pubblico e migliorare la qualita' delle finanze pubbliche, per poter consacrare minori risorse al servizio del debito e agli ammortamenti e aumentare la quota destinata all'istruzione, alla formazione professionale, alle infrastrutture, alla ricerca e all'innovazione.

Coerentemente con l'obiettivo della stabilita' finanziaria, secondo il Parlamento <<e' assolutamente necessario>> procedere a una revisione generale della tassazione negli Stati membri per rafforzare la competitivita' e la sostenibilita', <<il che comporta programmi di spesa efficienti e ridefiniti>>. D'altra parte, invita gli Stati membri ad astenersi dal praticare una <<dannosa ed eccessiva>> concorrenza fiscale transfrontaliera, <<che riduce le capacita' di bilancio per gli investimenti pubblici in beni materiali e immateriali>>. La Commissione e' poi invitata a esaminare la fattibilita' di adottare norme comunitarie finalizzate a una definizione uniforme della residenza fiscale - applicabile ai cittadini UE all'interno e all'esterno dell'Unione - collegata alla nozione di cittadinanza dell'Unione, nonche' all'adozione di una convenzione europea intra UE sulla doppia imposizione fiscale e all'inserimento nel diritto comunitario del principio di non discriminazione in materia fiscale.

Nel ritenere che gli aumenti salariali dovrebbero essere in linea con l'evoluzione tendenziale della produttivita' a medio termine, i deputati chiedono infine una politica dei prezzi <<moderata e responsabile>>, in particolare in presenza di mercati monopolistici od oligopolistici, che allenti le pressioni inflazionistiche e contenga i tassi d'interesse entro livelli tali da non compromettere l'attuale ripresa economica.

Maggiore concorrenza e riforma del mercato dei servizi

Credendo in una politica di concorrenza <<vigorosa>>, il Parlamento chiede la revisione dei criteri in base ai quali le cause in materia di concorrenza sono ripartite tra le autorita' nazionali di concorrenza e la Commissione, nonche' la revisione delle norme nazionali, <<onde garantire la certezza del diritto, l'indipendenza politica delle autorita' di regolamentazione, la trasparenza, la responsabilita' e la coerenza con il diritto comunitario>>.

Segnala poi che la realizzazione di un mercato unico europeo dei servizi <<e' imprescindibile>> per rafforzare un settore d'attivita' <<fondamentale per l'economia europea nel suo complesso e in particolare per lo sviluppo economico dei nuovi Stati membri>>, garantendo <<un equilibrio tra apertura del mercato, servizi pubblici e diritti sociali e dei consumatori>>. Per i servizi finanziari, peraltro, il Parlamento sollecita la realizzazione entro il 2010 di uno spazio unico europeo dei pagamenti, la revisione delle regole in materia di solvibilita' delle assicurazioni e la presentazione di una proposta sui crediti ipotecari e l'adozione della direttiva sul credito al consumo. Inoltre, per agevolare il consolidamento ed evitare conflitti tra le autorita' di controllo del paese d'origine e del paese ospite, e' chiesta la presentazione di una proposta di revisione delle disposizioni sui servizi finanziari riguardanti i poteri discrezionali delle autorita' di regolamentazione in caso di fusioni transfrontaliere.

Libera circolazione delle persone

Aprire le porte ai lavoratori dei nuovi Stati membri

Le misure transitorie tese a limitare l'accesso dei lavoratori provenienti dagli otto nuovi Stati membri ai mercati del lavoro dei "vecchi" devono essere abolite, al piu' tardi nel 2009. E' quanto chiede una relazione adottata dal Parlamento notando che tali misure possono favorire il lavoro nero. Occorre poi garantire la parita' di trattamento ai lavoratori migranti e informarli dei loro diritti fondamentali. Il Parlamento chiede anche la creazione di una sorta di Europol sociale.

Adottando la relazione d'iniziativa di Csaba ŐRY (PPE/DE, HU), il Parlamento sottolinea che la libera circolazione dei lavoratori e' una delle quattro liberta' fondamentali del trattato CE, nonche' espressione della solidarieta' tra l'EU a 15 e i nuovi Stati membri. Di conseguenza, invita gli Stati membri ad abolire le misure transitorie e, comunque, a non prolungarle oltre il 2009. Per i deputati, infatti, nei mercati del lavoro degli Stati che hanno optato per l'apertura senza restrizioni non si sono verificate alcune tensioni e i timori di un flusso migratorio massiccio <<si sono dimostrati ingiustificati>>.

Viceversa, le scadenze transitorie <<contribuiscono in misura determinante ad aumentare il lavoro nero e la parasubordinazione>>, portano poi <<a maggiori pressioni sui salari e a condizioni di lavoro irregolari>>, diventando quindi <<fattori di discriminazione e di sfruttamento dei lavoratori migranti>>. Qualora alcuni Stati membri scegliessero comunque di prorogare le misure transitorie, il Parlamento suggerisce loro di <<farlo sulla base di un'analisi approfondita della minaccia che ogni nuovo Stato membro presenta per i rispettivi mercati del lavoro>>

Istituzioni

Un'Europa piu' trasparente e' piu' vicina ai cittadini

Il Parlamento reclama maggiore trasparenza e apertura democratica delle istituzioni comunitarie. Con l'adozione di due relazioni i deputati invitano il Consiglio ad aprire al pubblico le proprie riunioni quando agisce in qualita' di legislatore ed esortano la Commissione a proporre entro l'anno nuove norme per agevolare l'accesso a un maggior numero di documenti comunitari. L'obiettivo e' di responsabilizzare maggiormente le istituzioni e avvicinare i cittadini all'Europa.

Il Parlamento sottolinea che il Trattato UE obbliga le istituzioni a adottare un approccio di apertura e vicinanza ai cittadini durante i processi decisionali e che <<ogni deviazione da tale principio dovrebbe essere basata su motivi specifici e inconfutabili>>. La trasparenza e' quindi diventata un principio fondamentale dell'Unione europea i cui obiettivi sono: rafforzare la natura democratica delle istituzioni europee, consentire ai cittadini di partecipare piu' strettamente al processo decisionale, garantire che le amministrazioni pubbliche godano di una maggiore legittimita' dimostrando piu' efficacia e responsabilita' nei confronti dei cittadini e, infine, permettere di individuare problemi o errori in modo piu' tempestivo.

Relazioni esterne

Bielorussia: il Parlamento chiede nuove elezioni nell'ultima dittatura in Europa

Il Presidente Lukashenko non e' legittimo perche' frutto di elezioni non democratiche e fraudolente. E' quanto afferma il Parlamento in una risoluzione che sollecita il congelamento dei beni esteri delle autorita' bielorusse e la negazione del visto a tutti i responsabili dell'oppressione. Solidale col popolo bielorusso, chiede la liberazione dei prigionieri e il sostegno, anche finanziario, agli oppositori e ai media indipendenti. E' giudicato irresponsabile l'atteggiamento della Russia.

A larghissima maggioranza, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che <<condanna fermamente le fallite elezioni presidenziali in Bielorussia e ricorda che il regime Lukashenko non ha alcuna legittimita' democratica e continua ad essere l'ultima dittatura in Europa>>. Prima di procedere al voto, l'Aula ha tributato un lungo applauso al Aleksander Milinkevich, leader dell'opposizione che era presente in tribuna.

Piu' in particolare, il Parlamento denuncia le elezioni presidenziali del 19 marzo 2006 <<perche' non conformi alle norme internazionali applicabili affinche' le elezioni siano libere, giuste, eque, affidabili e trasparenti>>. Di conseguenza ritiene che Lukashenko <<non possa essere implicitamente riconosciuto come il presidente legittimo della Bielorussia>> e che debbano essere indette nuove elezioni presidenziali conformi alle norme democratiche internazionali.

I deputati condannano poi le autorita' bielorusse per non aver permesso a taluni giornalisti stranieri e a delegazioni del Parlamento europeo e di parlamenti nazionali degli Stati membri dell'UE di osservare le elezioni del 19 marzo 2006, nonche' per aver espulso osservatori provenienti da Danimarca, Georgia, Germania, Ucraina e Polonia nonche' dall’OSCE.

Critiche alla Russia

Il Parlamento si dice <<esterrefatto>> per le reazioni positive della Duma di Stato russa e di Vladimir Putin allo svolgimento e al risultato delle elezioni presidenziali in Bielorussia. Secondo i deputati, l'efficacia delle politiche dell’UE nei confronti della Bielorussia e' <<minata dall'atteggiamento irresponsabile delle autorita' di Mosca, che accordano pieno sostegno all'ultima dittatura in Europa>>. Consiglio e Commissione sono quindi invitati a sollevare con urgenza la questione della Bielorussia dinanzi alle autorita' russe per definire una responsabilita' comune a favore di un mutamento democratico concreto nel paese e per porre termine alla repressione politica e alle violazioni dei diritti umani.

Occorre quindi agire a livello di Consiglio d'Europa e di OSCE, mentre gli Stati membri del G8 dovrebbero sollecitare la Russia ad invertire la propria posizione nei riguardi del Presidente Lukashenko e del suo regime e ad usare i suoi stretti legami con la Bielorussia per promuovere in tale paese la democrazia e le riforme politiche. L'ONU, il Consiglio d'Europa e gli Stati membri dell’UE sono infine invitati a istituire una commissione di inchiesta internazionale sulla scomparsa di Yuri Zakharenko, Victor Gonchar, Anatoly Krasovsky e Dmitry Zavadski.

Sviluppo e cooperazione

Sviluppo: una lista nera per combattere la corruzione

Un miliardo di dollari di tangenti sono versati ogni anno nel mondo. Al fine di migliorare l'efficacia della politica di sviluppo dell'UE, il Parlamento sollecita quindi la creazione di un sistema internazionale di liste nere dei regimi e dei rappresentanti dei governi corrotti. Chiedendo l'adozione di indicatori di corruzione cui ricorrere per premiare la buona governance e penalizzare i regimi corrotti, i deputati incoraggiano il sostegno della sorveglianza realizzata dalla societa' civile.

<<La corruzione colpisce in modo sproporzionato i poveri limitando il loro accesso ai beni pubblici e abbassando la qualita' dei servizi di base, il che rende piu' difficile la loro uscita dalla spirale della poverta'>>. Partendo da questa premessa, il Parlamento sottolinea che la corruzione ostacola anche l'efficacia dell'aiuto e, quindi, <<pregiudica gli obiettivi di sviluppo dell'Unione europea, rallentando il ritmo di sviluppo nei paesi partner dell'UE>>. Al riguardo, la relazione di Margrietus J. van den BERG (PSE, NL) ricorda che la Banca Mondiale stima in 1 miliardo di dollari USA l'importo delle tangenti versate in tutto il mondo e che l'Unione africana valuta che la corruzione costa alle economie africane oltre il 25% del PIL annuo dell'Africa.

Commercio estero/internazionale

Maggiori ambizioni nei negoziati commerciali

L'Aula ha adottato una relazione che, pur sostenendo il sistema OMC, deplora gli scarsi risultati ottenuti finora e l’influenza sproporzionata delle lobby. I deputati giudicano indispensabile il carattere condizionale dell’offerta agricola dell’UE e reclamano una migliore difesa delle indicazioni geografiche. Occorre poi ridurre le tariffe industriali ed eliminare i dazi per i paesi meno avanzati. E’ chiesto anche un rafforzamento della lotta alla contraffazione e delle norme antidumping.

Offerta agricola UE condizionata e protezione delle indicazioni geografiche

I deputati sottolineano, innanzitutto, che gli impegni assunti dalla Commissione nel corso dei negoziati agricoli in seno all'OMC del regime in vigore per la PAC e del mandato negoziale <<devono rimanere entro i limiti>> e giudicano <<indispensabile>> conservare il carattere condizionale dell’attuale offerta europea cosi' come la possibilita' di ritirarla nel corso dei negoziati in caso di mancanza di offerte soddisfacenti da parte degli altri partner. Nel ribadire poi la necessita' di rispettare il carattere multifunzionale dell'agricoltura UE, la relazione accoglie con favore l'obbligo di procedere a una riduzione globale del sostegno nazionale e insiste sulla necessita' di una definizione delle misure contenute nella "scatola verde" inclusi gli aiuti disaccoppiati.

Nel sottolineare la grave distorsione della concorrenza cui sono esposti gli agricoltori europei fintantoche' i prodotti importati non saranno soggetti alle stesse norme dei prodotti interni, il Parlamento invita la Commissione a tenere debitamente conto, nel corso dei negoziati, degli aspetti non commerciali - come il benessere degli animali e l'ambiente - nel settore dell'agricoltura. Sostiene inoltre il diritto degli agricoltori di poter accedere alle sementi tradizionali.

Lotta alla contraffazione e antidumping

Rilevando che la protezione della proprieta' intellettuale dell'Europa, comprese le indicazioni geografiche, <<resta una delle questioni piu' importanti da risolvere in seno all'OMC>>, i deputati chiedono il rafforzamento dei meccanismi dell'OMC per combattere la vendita di prodotti contraffatti e la violazione dei diritti di brevetto dell'UE. Al riguardo, sottolineano che l'internalizzazione di prodotti contraffatti si ripercuote negativamente sulle entrate fiscali dei paesi sviluppati, contribuisce al finanziamento della criminalita' organizzata a livello internazionale e riduce gli incentivi all'invenzione e innovazione in tutti i paesi, <<mettendo cosi' a repentaglio gli ingenti investimenti delle industrie UE nei prodotti e servizi ad alta tecnologia>>. Anche per tale motivo accolgono favorevolmente il fatto che la Commissione assegnera' un responsabile dei brevetti in pianta stabile a Pechino a partire dal 1' aprile 2006.
La relazione sollecita inoltre un inasprimento delle norme "antidumping" e delle altre misure volte ad impedire il ricorso abusivo agli strumenti di protezione degli scambi, <<pur sempre mantenendo l'uso legittimo e l'efficacia di tali strumenti>>. Insiste affinche' tutte le forme di dumping siano proibite e definite come esportazioni effettuate a prezzi al di sotto della media dei costi pieni di produzione, tenendo conto di tutti i tipi di sovvenzioni a monte e a valle e delle sovvenzioni incrociate.

Niente dazi e quote per i prodotti dei paesi meno sviluppati

Nel ricordare che una conclusione positiva dei negoziati deve prevedere l'impegno a favore di concreti benefici in termini di sviluppo in tutti i settori negoziali, la relazione accoglie con favore il pacchetto di misure sullo sviluppo adottato a Hong Kong, <<benche' meno ambizioso di quanto previsto>>. I deputati invitano quindi tutti i paesi sviluppati e i paesi in via di sviluppo piu' avanzati a seguire il modello dell'iniziativa dell'UE "tutto salvo le armi", <<garantendo un accesso al mercato libero al 100% da dazi e da quote per i PMS>>.

Diritti umani

Aiutare Malta a far fronte alle ondate migratorie

Il Parlamento ha adottato una risoluzione con la quale deplora le inaccettabili condizioni di vita dei migranti e dei richiedenti asilo nei centri di detenzione amministrativa di Malta. Tuttavia, riconoscendo le difficolta' oggettive, i deputati chiedono all'Unione di fornire un aiuto concreto all'Isola e l'istituzione di un fondo d'emergenza per far fronte alle crisi umanitarie in Europa. Gli Stati membri, inoltre, dovrebbero accogliere sul loro territorio i rifugiati che approdano a Malta.

Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione con la quale deplora <<le inaccettabili condizioni di vita dei migranti e dei richiedenti l'asilo nei centri di detenzione amministrativa di Malta>>, che una delegazione della commissione per le liberta' civili ha potuto constatare in occasione di una visita ai principali centri di accoglienza dell'isola il 24 marzo scorso. Piu' in particolare, i deputati hanno osservato che i richiedenti asilo sono detenuti in condizioni ben al di sotto delle norme riconosciute a livello internazionale e che tra le preoccupazioni specifiche si annoverano le condizioni fisiche nonche' l'accesso inadeguato o inesistente ai servizi di base, quali l'assistenza sanitaria, sociale e giuridica.

Ambiente

Meno gas fluorurati nei cieli europei

I gas fluorurati non erano la soluzione! Utilizzati sin dagli anni '90 per sostituire altre sostanze che danneggiano l'ozono, si possono trovare nei sistemi di refrigerazione e condizionamento, ma anche negli estintori e in alcune scarpe sportive. Ora sono accusati di contribuire al riscaldamento globale. Il Parlamento ha adottato due testi normativi volti a ridurre o vietare il ricorso a tali gas. Cio' dovrebbe aiutare gli Stati membri a onorare gli impegni assunti con il Protocollo di Kyoto.

Per far valere la propria posizione, il Parlamento ha spinto la procedura di codecisione fino all'ultima tappa, quella della conciliazione, nell'ambito della quale e' stato finalmente trovato un accordo con il Consiglio in merito a un regolamento volto a restringere l'uso di taluni gas fluorurati ad effetto serra e ad una direttiva relativa alle emissioni degli impianti di condizionamento d'aria dei veicoli a motore. L'accordo sul regolamento e' stato sottoscritto dalla Plenaria con 476 voti favorevoli, 46 contrari e 25 astensioni e quello sulla direttiva a larga maggioranza.

Agricoltura

Si' al sostegno agli avicoltori per il crollo di consumi e prezzi

Il Parlamento europeo e' favorevole ad aiutare gli allevatori dell'Unione colpiti dalla drastica riduzione dei consumi e dei prezzi verificatesi a seguito della diffusione dell'influenza aviaria in Europa. Sostiene quindi la proposta della Commissione volta a finanziare misure eccezionali, chiedendo pero' la possibilita' di avviare campagne d'informazione per rassicurare i consumatori. Sollecitando il ricorso alla vaccinazione degli animali, chiede anche piu' attenzione per il loro benessere.

Di fronte alla gravita' dell’attuale crisi del mercato, la Commissione ha adottato una proposta di regolamento volta a consentire il coofinanziamento, tramite il bilancio UE, del 50% delle spese di sostegno del mercato connesse al crollo dei consumi e dei prezzi del pollame e delle uova. A tal fine ha proposto di modificare i regolamenti 2771/75 e 2777/75 - la base giuridica per le misure di sostegno del mercato nel settore delle uova e del pollame - che, allo stato attuale, contemplano come uniche misure di sostegno del mercato le restituzioni all’esportazione.

Per informazioni:
Parlamento europeo - Ufficio a Milano
tel: 024344171 fax. 02 434417500
epmilano@europarl.eu.int

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