Associazione Culturale Satura
Genova
piazza Stella, 5/1
010 2468284 FAX 010 6046652
WEB
Giavino e Montanella
dal 16/3/2001 al 4/4/2001
010 2468284 FAX 010 6046652
WEB
Segnalato da

Satura




 
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16/3/2001

Giavino e Montanella

Associazione Culturale Satura, Genova

Giavino presenta una selezione di opere di vario formato, dalla miniatura al metro quadro e oltre, che documentano la ricerca artistica degli ultimi anni. Il corpo è l'oggetto su cui invece indaga Gilia Montanella in mostra "al pozzo" di Satura.


comunicato stampa



Mario Giavino

Corrispondenzearbitrarie

Al Portico di Satura.
Sarà esposta una selezione di opere di vario formato, dalla miniatura al metro quadro e oltre, che documentano la ricerca artistica degli ultimi anni. Si tratta di tecniche miste su carta, supporto privilegiato dall'autore nell'ultimo decennio quale medium più adatto a supportare il proprio linguaggio. Non si tratta infatti della bella pagina quanto di un formato di lavoro su cui sono sovrapposte altre carte e/o cartoni di vari spessori, consistenza e tonalità, solitamente carte povere, da pacchi, riciclate e di giornale o altre in cui appaiono scritte o segni interessanti. Questo piano è poi coperto da uno strato più o meno spesso ed uniforme di tempera bianca che lascia intravedere i vari spessori, le naturali tinte e forme delle carte sottostanti. Si crea così una trama visiva controllabile che può suggerire una ulteriore struttura compositiva o una diretta urgenza espressiva.

Giavino pone infatti al centro della sua opera il segno come generatore di forme e rapporti: tracce, cancellazioni, scritture pseudo-alfabetiche o illeggibili, pittogrammi. Immagini elaborate, pregnanti e caratteristiche dal punto di vista estetico, costruite su un nutrito repertorio segnico e simbolico estrapolato, con sicurezza e mai in maniera "citazionista", dalle culture e fonti più diverse unite ad un uso sorvegliatissimo del colore intonato sulla gamma del bianco, nero, ocra, rosso e delle terre.

Il titolo della mostra riflette da una parte il criterio di scelta delle opere, selezionate in modo da presentare, pur nella continuità di linguaggio, esiti diversi o particolari della ricerca artistica di Giavino e dall'altra sottolinea il carattere polisemantico degli accostamenti di forme e segni che colpiscono lo spettatore. A cura di Andrea Beolchi.

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Gilia Montanella

Non connesso

Al Pozzo di Satura.
Il corpo è l'oggetto su cui indaga Gilia Montanella. Nel lavoro "Testa d'uomo", una scultura in gesso avvolta da una retina metallica, l'artista manipola un cranio bituminoso dal volto scavato in rotanti orbite in cui dilatate e nere pupille sembrano rievocare antiche memorie di ominidi (uomini- scimmia): qui l'evocazione della preistoria chiama in causa l' di Claudio Costa. Un lavoro con cui egli teorizza uno sguardo nel passato remoto poiché considera il tempo presente "... pericolosamente lanciato, come palla da biliardo, sul panno pelle della realtà...", e perciò insiste :"... sul feed back quale ritorno alla fase primigenia dell'essere per essere , cioè situato da qualche parte, nel tempo e nello spazio".

Anche questa scultura dipinta, quasi ritratto-imbalsamato, sembra suggerire l'inizio della storia umana che oggi corre rapida su rotaie sconosciute. Simbolo e rito di tale processualità, realizzabile con mutazione di codici genetici, è l'opera composta da pannelli contenenti 23 (semi)uova dorate, in gesso e a grandezza naturale; disposte in filari proprio come il corredo cromosomico, quasi in attesa di manipolazioni che diano avvio a nuove strutture formali. L'oro di tali uova riveste qui significato di denuncia contro : "...certe lobby mediche private che si muovono nella ricerca con disinvoltura (e nel nascondimento per non condividerne i risultati) forti del loro dorato aspetto economico...", come spiega la stessa artista che precisa ancora: "... vorrei pormi delle domande sulla natura umana, affrontare gli scottanti problemi attuali mentre attraverso la ricerca perseguo la strada della verità con l'aiuto di riflessioni che partendo dall'uomo arrivano all'animale, dalla cellula all'impronta, dalla mutazione al clonaggio". In questo senso il suo lavoro si fa voce di chi chiede di sapere.

Con la gigantografia della "pecora Dolly" Gilia affronta il tema della clonazione coi rischi e vantaggi che le generazioni future subiranno nella riproduzione di se stessi o di parti organiche. Paradossalmente, questa innocua e bonaria immagine della pecora-clonata nasconde in sé la più grande ed esplosiva scoperta di fine millennio di cui non conosciamo ancora la portata.

Una serie di contenitori in vetro (da laboratorio) mostrano, idealmente conservati nella formalina, frammenti di corpo umano dorato (maschile e femminile) come campionario di prelievo, anch'esso in attesa di possibili e fantomatiche trasmutazioni. Altre grandi fotografie, su pannello, di torsi umani su cui sono fotomontate, in verticale, spalancate bocche sanguigne (coi denti a vista) sembrano qui simulare l'azione del nutrirsi: bocca cioè come metafora di assunzione del cibo, che al contempo nutre e trasforma il corpo. Infatti l'idea nasce dalla riflessione su manichini nudi, bordati di fasce rosse (osservati in una vetrina), quali simboliche e truculenti labbra capaci di divorare ...
A cura di Miriam Cristaldi.

Inaugurazione sabato 17 Marzo ore 17.00

Orario: dal martedì al sabato dalle ore 16.30 alle 19.00 chiuso lunedì e festivo, altro orario su appuntamento

SATURA, piazza Stella 5/1 Genova
Tel/Fax: 010.2468284 / 010.6046652

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