Ospedale
Biella

Verdi fuori dal Teatro
dal 17/3/2001 al 18/3/2001

Segnalato da

Milano



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Giuseppe Verdi



 
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17/3/2001

Verdi fuori dal Teatro

Ospedale, Biella

Lo spettacolo indaga un Verdi meno conosciuto: la sua produzione fuori dal teatro. L'Agimus di Biella presenta uno spettacolo esclusivo e inedito.


comunicato stampa

In questo Centenario Verdiano, a un secolo dalla morte, sfogliando i programmi di teatri e sale da concerto si assiste alla fiera dell'ovvio. Non solo la corsa dei più è indirizzata al teatro di Verdi, ma spesso si limita al trittico popolare, evitando scrupolosamente i titoli che meriterebbero riletture e riproposte.

Indagare Verdi oltre questa misura pare sia sacrilegio secondo scelte offensive della capacità del pubblico di incuriosirsi, interessarsi, fermarsi a un Verdi-diverso. Tanto per conoscerlo meglio. Nessuno racconta, ad esempio, quando abbia fatto oltre al contadino e al compositore anche il direttore d'orchestra in tutta Europa e per tutta la vita, fino a tarda età.

E nessuno si è soffermato a rileggere la sua produzione fuori dal teatro. Ci ha pensato - grazie a Dio! - l'Agimus di Biella che per la prima volta al mondo presenta uno spettacolo esclusivo e inedito che dal 18 marzo, giorno del debutto all'Ospedale di Biella (salone dei Concerti, ore 16,30), girerà in Italia e all'estero dove organizzatori illuminati lo pretenderanno.

L'idea è del violoncellista Sergio Patria e della pianista Elena Ballario che ha elaborato le arie da camera di Verdi per l'Ensemble Concerto Italiano del quale fa parte lei stessa, con Patria e con il flautista Rossano Munaretto. Voce solista la splendida Francesca Rotondo, soprano napoletano da anni attiva a Milano e Torino dove risiede, con un invidiabile curriculum professionale sia teatrale sia concertistico che l'hanno vista collaborare con le maggiori orchestre italiane.

Le arie da camera di verdi sono tratte dall'album intitolato per voce e pianoforte edito da Canti nell'autunno del 1838 tra le quali che contiene idee poi sviluppate in ; e altre edite nel 1839 per l'Editore Lucca e altre successive dal 1847 in poi. Si aggiunga la storica su scala enigmatica del 1889 ritoccata nel 1897 per essere stampata da Ricordi e il solo strumentale, nato come pezzo bandistico per il complesso di Busseto, e divenuto popolare dopo che Luchino Visconti lo inserì nel film . Sono pagine rare della produzione di un uomo che non amava le brevi composizioni e addirittura scriveva a un amico: 'Abborro da questi pezzi isolati, i quali, parlando artisticamente, si fanno senza scopo e senza sapere il perché'.

Mentre in altra occasione, scivendo all'amica milanese contessa Clara Maffei aggiunse: 'Piuttosto dodici opere che quella sorta di musica che non è musica, vera negazione dell'arte'. Una posizione severa e rigida, come era nelle sue corde, dalla quale però derogò per quelle eccezioni che confermano la regola. Così Verdi circa le composizioni strumentali.

Per le romanze cameristiche stette più al gioco, secondo gli usi editoriali dell'epoca e, anche se non scrisse tante arie isolate come Rossini, Donizetti, Mercadante, pure accettò di farne sia agli inizi di carriera, sia in occasione partcolari come quando si volle pubblicare un album di romanze il cui ricavato delle vendite doveva servire per soccorrere la famiglia del povero librettista Francesco Maria Piave, paralizzato, al quale dedica edito nel 1869.

Rileggere oggi questa produzione ci fa incontrare per lo più un Giuseppe Verdi giovane, che si concede alla moda del suo tempo, senza rinunciare alla propria personalità, ma soprattutto cogliendo l'occasione per divertirsi e divertire, lascindosi andare, qua e là, anche a quell'ironia che sempre accompagnò il suo stile di vita e alla quale darà libero sfogo, dopo 80 anni di prudenze, con .

Il programma, commentato dal musicologo Daniele Rubboli, darà modo di percorrere buona parte delle vicende umane ed artistiche di Verdi, consentendo di seguirne l'evoluzione come se si stessero leggendo pagine di un diario fino ad oggi rimasto segreto.

E' auspicabile che questo originale e inedito progetto dell'Ensemble Concerto Italiano possa avere l'immediata edizione discografica per figurare nel prossimo autunno-inverno tra le strenne più golose della conclusione di questo 2001 speso, musicalmente, sull'altare di Verdi.

Ospedale di Biella, Salone dei Concerti
dal 18 marzo 2001 ore 16,30

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